Tra arte e fotografia: gli stand migliori di Affordable Art Fair secondo noi
Si è conclusa la fiera low cost ospite di Superstudio Più a Milano. Tra interessanti presenze straniere e un nutrito parterre italiano, ecco i migliori stand di Affordable Art Fair.
Dopo avervi raccontato nei dettagli la serata inaugurale di Affordable Art Fair, la fiera d’arte contemporanea con opere dai prezzi accessibili ospitata da Superstudio Più a Milano, è tempo, con la manifestazione che si avvia ormai a conclusione, di trarre i primi bilanci. Buona l’affluenza con un pubblico eterogeneo e attento, attratto dai prezzi abbordabili delle opere che non superano mai i 6000 euro. Anche quest’anno la pittura è dominante, ma non manca lo spazio per la fotografia e le installazioni. Tra le tante gallerie, sia italiane che straniere, due hanno colpito maggiormente la nostra attenzione. Ecco le nostre scelte.
ARTE
Sul fronte dell’arte contemporanea spicca la galleria Carte Scoperte per l’ottima gamma di opere e per l’allestimento ben strutturato. La galleria milanese è presente in fiera con tre stand differenti, collocati all’ingresso e poco distanti gli uni dagli altri, allestiti per affinità tematiche. Accanto allo stand dedicato ad artisti emergenti giapponesi che espongono per la prima volta in Italia e allo stand con una personale di Francesca Beatrice Borri con opere ispirate alla pop art, spicca lo stand Young contemporaries con i lavori di cinque giovani artisti della galleria: Gianluca Patti, Arjian Shehaj, Domitilla Biondi, Alan Borguet, Jacques Leo. Una menzione particolare merita il lavoro dell’artista albanese Arjian Shehaj e quello di Alan Borguet.
FOTOGRAFIA
Grande spazio alla fotografia anche in questa edizione. Tante le proposte, davvero per tutte le tasche. In questa sezione ci ha colpito particolarmente la galleria Lumas con una scenografica selezione di immagini disposta lungo tutto il perimetro dello stand. Molto belle le fotografie di Luc Dratwa le cui opere, dal forte impatto visivo, sembrano dei dipinti e gli scatti dell’artista israeliana Rachel Witz.
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