The Others, la fiera che ama provocare approda all’ex Ospedale Regina Maria Adelaide di Torino

A Torino, nelle sale di un ex ospedale, sta per insediarsi la fiera dedicata all’arte emergente internazionale. Abbiamo intervistato Roberto Casiraghi, ideatore di The Others: ecco cosa ci ha anticipato sull’edizione di quest’anno

Un logo sfocato e capovolto quest’anno per la fiera The Others, che per l’edizione 2018 ha scelto una sede lontana da quelle in cui usualmente si svolgono le rassegne fieristiche, ovvero l’ex Ospedale Regina Maria Adelaide di Torino, luogo che dall’1 al 4 novembre ospiterà progetti artistici tra sale operatorie e spazi dedicati ai chirurghi caratterizzati da arredi originali. “Scegliendo il nome The Others, un po’ provocatorio intendevo esserlo” ha spiegato Roberto Casiraghi, ideatore della fiera otto anni fa, nella presentazione di questa edizione. “Non sono mai stato uno da scelte confortevoli e rassicuranti. E non ho paura di farmi le domande giuste al momento giusto. Quest’anno mi sono domandato: ma noi fiere d’arte abbiamo ancora ragione d’esistere? O Instagram è fiera, galleria, critico e-buyer tutto in uno? E l’emozione del vivo non conta più nulla?”. Oltre 40 le gallerie che esporranno quest’anno, con un ribaltamento della percentuale di quelle straniere, che rappresentano il 60% dei partecipanti, e in più la collaborazione che The Others ha stretto con Gambero Rosso. Si rinnova anche il board curatoriale sotto la guida di Bruno Barsanti, che ha chiamato al suo fianco i globetrotters Alejandro Alonso Diaz, Yulia Belousova, Pietro Della Giustina, Iben Bach Elmstrøm e il collettivo SUPERDEALS. Tra le novità proposte dai curatori, la sezione Expanded Screen dedicata alla video installazione. Con noi Casiraghi fa il punto su The Others, senza però sbilanciarsi su quali saranno i progetti più provocatori.

The Others

The Others

The Others si definisce “the main independent fair in Italy”. Su quali elementi si basa questa affermazione?

The Others è stato il primo progetto che permetteva alle gallerie senza storicità di entrare nel circuito fieristico con partecipazioni internazionali. La curatela non guardava il cv della galleria ma i lavori e le proposte progettuali degli espositori, e ciò a permesso di costruire negli anni una fiera molto energetica. Dal punto di vista dei numeri, siamo la più grande tra le piccole con una presenza di gallerie non italiane prevalente.

Dopo il carcere le Nuove, The Others è alla sua terza edizione nell’ospedale Regina Maria Adelaide. Come va dopo il rodaggio?

Sono certo che i margini di miglioramento siano sempre molto alti, ma dobbiamo fare i conti con le risorse che, visto il basso costo mantenuto per la partecipazione, sia degli espositori che del pubblico, sono molto risicate. Ad ogni modo non solo permettiamo al quartiere di Borgo Rossini di vivere una settimana di grande movimento e successo attraverso tutte le attività, ma contribuiamo anche con piccole e grandi manutenzioni a far sopravvivere un luogo altrimenti destinato ad un rapido deterioramento.

Come sarà questa edizione?

Difficile parlare nello specifico dei vari progetti che animano The Others 2018, anche perché molto dipende dalla condizione di chi guarda e/o giudica, da quali sono gli interessi e le attitudini; sicuramente l’edizione di quest’anno ha storie e rappresentazioni intriganti e per tutti i palati, dai neofiti ai collezionisti formati.

– Umberta Genta

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Umberta Genta

Umberta Genta

Nata a Torino, a 19 anni si trasferisce a Londra dove si laurea in Fine and Decorative Arts. La sua formazione prosegue con un postgraduate in fotografia al Central Saint Martins. Inizia quindi un percorso di apprendistato nella sede londinese…

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