La Fiera di Roma risponde. Pietro Piccinetti replica a Fabio Severino
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Pietro Piccinetti, amministratore unico di Fiera Roma, che risponde all’editoriale di Fabio Severino pubblicato da Artribune Magazine #46 e poi sul sito lo scorso 4 gennaio. E in calce potete leggere la controreplica di Severino. Dibattito che naturalmente resta aperto.
Leggiamo con grande amarezza l’editoriale da voi pubblicato il 4 gennaio a firma di Fabio Severino. Siamo convinti che lo scenario Fiera Roma sia profondamente cambiato da aprile 2016. Il polo fieristico della Capitale ha richiesto un concordato in continuità a fine 2015 e con la mia nomina, appunto a fine aprile 2016, la struttura ha inaugurato un cambio di rotta deciso e, ci permettiamo di dire, coraggioso.
La situazione ereditata era (e per molti aspetti resta) difficile, a tratti drammatica: debiti e difficoltà infrastrutturali in primis. Fiera Roma, inoltre, si inserisce all’interno di un contesto urbano rispetto al quale c’è una osmosi totale: il decoro delle aree limitrofe alle nostre e un collegamento efficace con la città per la nostra struttura sono imprescindibili ma purtroppo troppo spesso non esattamente ottimali. Ribadito ciò, possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che le linee di sviluppo di Fiera Roma a cui stiamo lavorando con perseveranza dal primo giorno – innovazione, internazionalizzazione, manifestazioni a servizio dell’economia del territorio – sono state in tutti questi mesi la nostra stella polare e sono quelle che hanno portato, in due anni, al lancio di oltre dieci nuove manifestazioni nostre: progetti del tutto nuovi e ideati da Fiera Roma stessa, che spaziano dall’economia dello spazio al Sacro, passando per agricoltura, cooperazione, arte, salute. Appuntamenti che si uniscono agli altri eventi ospitati dalla struttura e organizzati da terzi, come concerti, congressi, convegni, meeting aziendali, concorsi e altre manifestazioni fieristiche.
I PROGETTI
Di fronte al bilancio del secondo anno, possiamo affermare che – con sforzi, sacrifici, tensioni talvolta, passione sempre – tutti i risultati previsti dal piano industriale sono stati raggiunti. Sia in termini di bilancio, sia in termini di occupazione dei padiglioni.
Possiamo con soddisfazione ripercorrere mesi di idee forti e progetti di rilevanza internazionale, messi già in atto o fissati in calendario per i giorni a venire.
Visti la vocazione e il valore culturale del vostro giornale, ci fa piacere ricordare in particolare due sfide che abbiamo affrontato negli ultimi mesi dell’anno appena concluso. Novembre in Arte, una edizione zero che rappresenta una importante novità per il panorama culturale romano, una manifestazione che ha raccolto al suo interno tre differenti appuntamenti dedicati all’arte, ponendosi come luogo d’incontro di forte appeal nel quale l’antiquariato e il modernariato di qualità si fondono con l’arte moderna e contemporanea e l’artigianato. Una fiera che, accanto alla parte espositiva a cura di molte decine di gallerie nazionali ed internazionali, ha proposto un ricco programma di attività culturali.
E, ancora, sempre alla fine di novembre, l’edizione zero di RO.ME – Museum Exhibition, una manifestazione sui musei, i luoghi e le destinazioni culturali, con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di Roma Capitale, il contributo di Regione Lazio, Unioncamere Lazio, Camera di Commercio di Roma e Lazio Innova, nell’ambito dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. I principali esponenti del panorama museale internazionale si sono incontrati in Fiera Roma per confrontarsi e vedere dal vivo le ultime tecnologie e novità, i gadget, le più avveniristiche soluzioni per la gestione e la sicurezza per il loro mondo, in mostra in Fiera.
Nel corso delle tre giornate si sono susseguiti 29 panel con l’intervento di 134 relatori, a partire dalla conferenza inaugurale “Musei Italiani: Sistema nazionale” promossa dalla Direzione Generale Musei del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha visto la partecipazione di 500 direttori di museo. Si sono svolti nella lounge dedicata 180 incontri professionali e B2B tra buyer ed esperti provenienti da Europa, Stati Uniti, Qatar, Russia e Cina e numerose aziende ed istituzioni espositrici. Il neocostituito Centro di eccellenza del Distretto Tecnologico Beni e Attività Culturali del Lazio ha curato una sessione di 23 incontri informali, “caffè scientifici” con i propri esperti.
Per quanto riguarda, invece, il tanto deprecato dal vostro editoriale appuntamento di ROMICS, possiamo umilmente ribattere che tale appuntamento coinvolge, in ciascuna delle sue due edizioni annuali, circa duecentomila ragazzi, che, in qualche modo, attraverso il Fumetto, il Cinema, l’Animazione, il Games e l’Entertainment, protagonisti della rassegna, familiarizzano con la creatività e queste vere e proprie arti contemporanee che sempre di più confermano nella società di oggi il proprio profondo valore culturale. Per questo, sempre maggiori realtà non solo imprenditoriali, ma anche istituzionali, s’inseriscono nella manifestazione: così il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, il Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo, il Centro per il Libro e la Lettura, ormai partner consolidati dell’appuntamento.
LA RISPOSTA
Certamente una fiera, per sua definizione intrinseca, deve mantenere una vocazione popolare e commerciale, pena la trasformazione in qualcosa che non è. Ci pare, però, davvero ingeneroso e forse non troppo attento il giudizio che ci viene dato. Ma per quanto ci addolori, restiamo fermamente convinti che il duro lavoro, la creatività e la perseveranza paghino e il nostro nuovo corso, con i tempi fisiologici perché ciò avvenga, sia destinato a portare grandi soddisfazioni. Per la collettività, cui la fiera, per sua missione, è chiamata a rendere conto.
La struttura, costruita nel 2006, ha necessità di qualche intervento conservativo, e siamo sicuri che il nostro azionista e proprietario degli immobili, Investimenti S.p.A. ora che finalmente una vera Fiera esiste – con oltre di 2 milioni di visitatori annui – provvederà quanto prima.
– Pietro Piccinetti, amministratore unico di Fiera Roma
LA CONTROREPLICA
Si prende atto della operosità della nuova direzione e ci si rammarica del poco potere negoziale che questi dichiara con l’amministrazione che governa il contesto territoriale nella quale la Fiera risiede e opera. Produrre tante fiere può far bene al conto economico, mentre il numero di accessi di pubblico non è connesso né col loro gradimento né con la produzione di contenuti di valore (che siano commerciali o meno è ininfluente, vedi le fiere d’arte in giro in Italia e nel mondo). Nello specifico che Romics abbia avuto tanto pubblico, attratto dalla possibilità di avere l’autografo della star preferita, poco ha a che vedere con il layout estetico dell’iniziativa così come con la pochezza e l’omogeneità degli stand presenti. Mentre ci avrebbe fatto piacere che l’amministratore unico prendesse impegni concreti su una prossima cura interna dell’impianto fieristico, quello sì a sua discrezione e iniziativa.
– Fabio Severino
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