ARCO e le altre fiere: opinioni dei galleristi italiani nella art week spagnola
Ecco cosa ci hanno raccontato i galleristi italiani coinvolti nella art week di Madrid ad ARCO e alle fiere collaterali
ARCOmadrid (fino al 3 marzo 2019) da sempre conta con una significativa presenza italiana, dai veterani – come il torinese Giorgio Persano, che espose a Madrid già nell’edizione inaugurale del 1982 – fino alle più giovani gallerie invitate nella sezione Opening. Stand italiani compaiono un po’ ovunque negli ultimi anni anche all’interno delle fiere parallele in città, da JustMad a ArtMadrid, ma anche Drawing Room (che nel 2017 ebbe l’Italia come paese invitato) e la più recente Urvanity. Purtroppo però si tratta spesso di presenze sporadiche e saltuarie, senza la continuità necessaria per fidelizzare il collezionismo privato in Spagna.
DOPO OPENING, L’UNIONE FA LA FORZA
Sono molte le gallerie italiane passate per Opening, la sezione commissariata di ARCOmadrid che dal 2011 offre alle gallerie di piccolo e medio formato (minori di sette anni) l’opportunità di uno stand in fiera a costi calmierati. Il limite, però, è che, dopo due anni ad Opening non resta che dare il salto alla sezione generale, con costi nettamente superiori, o rinunciare a uno stand in Ifema. “Sono soddisfatto di questi due anni di esperienza a Madrid: i contatti con collezionisti sudamericani e internazionali mi hanno permesso di far conoscere il lavoro di artisti come l’italiano David Casini, nel 2018, e dell’inglese Joseph Montgomery”, racconta Davide Rosi degli Esposti, titolare della bolognese CARdrde. “Il problema ora è cosa fare nella prossima edizione. Mi piacerebbe tornare a Madrid, magari nel programma generale, ma per ridurre i costi la soluzione potrebbe essere forse un partner con cui condividere lo stand”. Del resto, già la presente edizione di Opening, l’ultima curata da Ilaria Gianni in collaborazione con Tiago e Abreu Pinto, ha favorito le unioni anche non nazionali: è il caso dell’interessante accoppiata fra la milanese Clima e la galleria Embajada, di San Juan del Portorico; o quella ben assortita fra le romane Operativa e Rolando Anselmi, ciascuna presente a Madrid con un solo artista. La condivisione dello stand potrebbe forse essere la via del futuro, già sperimentata per esempio dall’italiano Matteo Consonni, della galleria Madragoa di Lisbona, che ha debuttato quest’anno nel programma generale di Arco con la brasiliana Cavalo.
JUSTMAD, UN BUON TRAMPOLINO DI LANCIO
JustMad da dieci anni seleziona in ambito internazionale gallerie di piccolo e medio formato con artisti giovani ed emergenti. Offre perciò un buon trampolino di lancio sul mercato spagnolo e sudamericano, oltre a una vetrina ormai consolidata in città, con un programma di investigazione e promozione fra i collezionisti. La romana White Noise da tre anni partecipa alla sezione generale e quest’anno espone solo opere degli spagnoli Mar Hernández, Isabel Alonso e Jesús Herrera. “Da sempre siamo una galleria attratta dagli spagnoli”, spiegano Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti, “e ci piace seguire lo sviluppo dell’artista, la sua crescita sul mercato. Siamo soddisfatti, per esempio, di aver portato con successo Mar Hernandez ad Art Rotterdam e, malgrado qualche fatica iniziale, qui sono stati apprezzati tutti e tre. In futuro, però, ci piacerebbe fare il gran salto ad ARCOmadrid”. Più che soddisfatto delle vendite è invece Andrea Rodi, della galleria Burning Giraffe di Torino. “È la prima volta a Madrid: sono piaciuti molto i dipinti di Romina Bassu e Simone Geraci, e i disegni di Otto D’Ambra. Penso che tornerò il prossimo anno a JustMad, è una fiera adatta alla nostra galleria”.
IL MEGLIO DELL’ARTE URBANA PASSA PER L’ITALIA
Da Urvanity, rassegna della streets art alla terza edizione, le gallerie italiane non solo sono un terzo del totale, ma anche quelle con le proposte più interessanti. Basti dire che nella sezione Solo Show sono ben tre gli artisti rappresentati da italiani: l’americano Dan Witz (della milanese Wunderkammern), il ceco Jan Kaláb (di Magma Gallery di Bologna) e lo spagnolo Sam3 (galleria Doppelgaenger di Bari). Malgrado l’arte urbana sia ancora un genere di difficile identificazione sul mercato, nomi come Hell’O e SatOne, Sten Lex e Aakash Nihalani, Mia Brothers e Moneyless (molti dei quali sono in realtà pseudonomi) vantano già un buon collezionismo. Oltrepassano la soglia della streets art pura le proposte di Tellas, che crea tele astratte ispirate alla natura (da Magma Gallery), o di Dario Maglionico (da Antonio Colombo, di Milano), che carica di simbolismo onirico le sue visioni domestiche in sovrapposizione. Dopo due anni a Drawing Room, invece Martinas’ Gallery di Giussano ha scelto Urvanity per presentare il recente progetto dell’artista italiana Laurina Paperina con l’illustratore canario Albert Pinya. “Ho deciso di cambiare fiera”, spiega Martina, “perché mi sembrava più adatta alle proposte dei miei artisti. Per avere un futuro sul mercato, però, l’arte urbana dovrebbe evolversi dal punto di visto tecnico e formale”.
ART-ROOMS FAIR, L’ALTERNATIVA PER ESSERCI
La prima volta a Madrid, durante Arco, può essere anche in una stanza d’albergo. E’ la scelta insolita di tre gallerie italiane, che hanno aderito all’invito della manifestazione indipendente Hybrid Art Fair, su due piani dell’Hotel Petit Palace, nella centralissima Plaza Santa Barbara. Studio 38 Contemporary, galleria di Pistoia di Giulia Ponzani, per la sua prima trasferta all’estero presenta un piccolo, delicato e intenso progetto site specific sulla poesia: interpretato dagli occhi fotografati da Federica Gonnelli e dalle parole scritte e confezionate da Eleonora Manca. Debutto in Spagna anche per la torinese Eggers 2.0, che mostra nella sua room i lavori della factory creativa formata da Luigi Leto (con un baule di foto antiche rivisitate) ed Elisa Baldissera, con una riflessione semiseria sul destino del mare. È un convinto sostenitore della formula art&bed (e si definisce uno studioso delle fiere) Mauro Defrancesco, della galleria Ufofabrik di Moena, in Trentino: tra letto e comodino ha disposto con cura pezzi di artisti italiani (le uova di Antonella Guarano e i print di Andrea Prandi) e stranieri (le favole fotografiche di Nuria Espuis Morena e la scultura di Chisato Yasui).
–Federica Lonati
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