Frieze New York 2019. I migliori 11 stand in fiera
Come ogni anno, Frieze New York, non ci è sembrata una bellissima fiera. Ma tuttavia tante cose belle ci sono e qui, dopo qualche riflessione generale sulla manifestazione, abbiamo voluto metterle in fila
E anche quest’anno, in bilico tra successo e incompiuta, Frieze New York ci riprova. Ci riprova mettendo una intera sezione nel cuore della città (Frieze Sculpture la si trova a Rockefeller Center, nella piazza all’aperto); ci riprova con nuove sezione curate; ci riprova guardando alle minoranze degli artisti latini, degli afroamericani, delle non profit storiche di Manhattan.
Ci riprova ma ci riesce? I dubbi sono ancora molti nonostante ormai 7 anni ci separino dalla prima edizione della rassegna. Innanzitutto il livello delle proposte non appare essere sempre all’altezza. Le cadute di stile, gli episodi di cattivo gusto, il decorativismo spinto sovente dilaga e travalica le pur accettabili quote fisiologiche che sono presenti in qualsiasi fiera del circuito. Anche alcune grandi e grandissime gallerie, così, si adeguano al mood sciattamente commerciale che andrebbe maggiormente arginato e gestito.
E poi la fiera, già lontanissima da tutto, quest’anno è ancor più lontana perché i geniali addetti alla logistica hanno reso a pagamento il ferry boat che la serve. Da vedere, poi, se questo impatterà sulle visite. Fin qui le cose negative, ma non mancano quelle positive, naturalmente. Tra cui alcuni interessanti progetti negli stand più ben congegnati e allestiti. Qui sotto c’è la nostra selezione dei migliori. Non migliori perché banalmente contenenti opere migliori o più importanti, beninteso, ma migliori nel complesso, nella scelta dell’allestimento, nel coraggio a tutto tondo. Attenzione: gli stand non sono in classifica, bensì in ordine casuale.
– Massimiliano Tonelli
VICTORIA MIRO
Subito di fronte a una delle entrate. Centinaia di sfere di 34 cm di diametro costituiscono un lavoro di Yayoi Kusama del 1966. Sullo sfondo una grande opera in acrilico del 2012 di Chris Ofili.
DAVID KORDANSKY
Di fronte all’entrata nord, e nello spazio d’angolo c’è una vera e propria personale di Fred Eversley con lavori dagli anni ‘60 agli ‘80, soprattutto sculture “praboliche” in resina traslucida – anzi proprio trasparente – frutto della ricerca ingegneristica di questo artista simbolo della West Coast su luce, rifrazione e colore. Si tratta della più completa presentazione di questo artista a New York peraltro.
JAVIER LOPEZ&FER FRANCES
Una presentazione assai suggestiva di cartoni di Alex Katz. Lavori su carta di considerevoli dimensioni che poi diventano (anche se non sempre) i veri dipinti del celebre pittore. Prezzi? Dai 50 ai 90mila dollari, per chi vuole portarsi a casa un grande Katz senza i prezzi monstre dei quadri…
INGLEBY
Davvero magici i quadri di Andrew Cranston (Hawick, UK, 1969) presentati da questa peculiare galleria di Glasgow che lo scorso anno ha compiuto il primo ventennio di attività. I lavori, fortemente narrativi e declinati in diverse tecniche, sono tutti realizzati su supporto di vecchie copertine rigide di libri.
RONCHINI
Altra personale. Siamo nella sezione “Spotlight” dedicata a questo del resto. Qui abbiamo lavori dell’artista giapponese Katsumi Nakai, scomparso ormai da alcuni anni e profondamente legato all’Italia e in particolare a Milano, città dove visse alcuni decenni e dove si confrontò con Fontana, Bonalumi, Baj, Castellani. Lo spazialismo pop dei lavori proposti è assai intrigante e approda a New York dopo l’eccellente riscontro al miart di Milano.
CASEY KAPLAN
Una decina di sculture di dimensioni simili di Matthew Ronay (che ha inaugurato in questi giorni la sua personale di debutto anche nello spazio in città della galleria a Chelsea in Manhattan) per riflettere sul ruolo stesso della scultura, della forma, del colore, della pratica, del processo, del materiale. E per divertirsi anche un po’…
PERROTIN
C’è lo stand normale, ma una grande parte è stata riservata alla personale di Izumi Kato con sculture medie e piccole, quadri grandi e piccoli e una installazione a terra. Il tutto con lo stile ancestrale e primitivo tipico dell’artista giapponese. Una bella atmosfera in questo angolo di fiera.
PPOW
Divertente come al solito la performance di Steve Keene che i nostri lettori più attenti e affezionati avranno trovato anche in video nelle nostre Stories di Instagram. Lui è considerato l’artista più prolifico al mondo, si narra che abbia venduto oltre 250mila quadri. La pratica? Fare lavori velocissimamente, su pezzi di compensato, e venderli a cifre super abbordabili. Lo stand è trasformato in uno studio con rivendita in cui le opere vengono realizzate a rottadicollo dall’artista stesso dotato di colori e pennello. E poi vendute a cifre popolari, non sopra i 50 dollari.
GAGOSIAN
Ovviamente lo stand del super big gallerist si trova in una delle “piazzette” più in vista di tutta la fiera. Al cospetto di colleghi di gran riguardo come Hufkens, Whitecube e Zwirner. Gli artisti? Siamo di fronte ad una signora doppia personale. Al centro dello spazio ci sono le sculture e gli assemblaggi di metallo di John Chamberlain, storico scultore americano morto ormai una decina di anni fa. Ai lati e sulle pareti opere di vario tipo e di varie dimensioni del compianto Steven Parrino, artista e musicista punk scomparso prematuramente per un incidente stradale nel 2005.
HUFKENS
Ogni volta lo stand di Hufkens a Frieze New York è una boccata di ossigeno e di buon gusto in un percorso che non sembra dal buon gusto contraddistinto. Anche quest’anno il plot si conferma. Su alcuni plinti di colore chiaro, la galleria di Bruxelles presenta una serie di nuovi lavori – quasi tutti di medio e piccole dimensioni ad onor del vero – del grande artista Thomas Houseago.
ALFONSO ARTIACO
In mezzo al caos e a un po’ di inquinamento visivo lo stand di Alfonso Artiaco, direttamente dal cuore più verace e incasinato di Napoli, è paradossalmente un’oasi di minimale eleganza. A terra c’è Ann Veronica Janssens con tre sculture (due in vetro, una in pvc) e alle pareti Juan Uslé con opere di piccola o grandissima stazza.
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