Art Basel 2019, Minini
Davvero nulla di entusiasmante questa edizione di Art Basel. Certo, mercanti e galleristi non si lamentano affatto visto che le vendite sono andate tra il bene e il benissimo (che poi, per una fiera, è la cosa principale intendiamoci!), ma per chi viene qui anche per trovare idee, spunti, novità e chiavi di lettura il bottino è magro. Mercato, mercato, mercato: la schiacciante maggioranza degli stand ha una impronta ultra commerciale. Con un gusto che, oltretutto, strizza l’occhio a certa facoltosissima clientela russa o araba piuttosto che ad un colto collezionismo europeo.
Abbiamo avuto qualche difficoltà a individuare la nostra lista delle migliori gallerie anche perché non abbiamo voluto eccedere nel campanilismo se è vero come è vero che quasi tutte le gallerie italiane presenti meritavano di entrare in lizza e invece ci siamo limitati a qualcuna per non apparire sciovinisti senza esserlo. Disclaimer: non sono in ordine, non è un classifica, sono semplicemente undici cose buone che vogliamo segnalare.
CHEIM & READ
Art Basel 2019, Cheim & Read
Quasi tutte sculture. Con Ron Gorchov diventano poi sculture anche i quadri a parete. Al suo fianco pezzi di grande impatto di Lynda Benglis e quella torre a varie tonalità di azzurro di Sean Scully assieme a lavori più piccoli di Jack Pierson e Louise Bourgeois.
MARIANNE BOESKY
Art Basel 2019, Marianne Boesky
Lavori di Jennifer Bartlett sia astratti che figurativi, questi ultimi risalenti agli anni Ottanta. Sullo sfondo dello stand un pezzo grande di Frank Stella (presente anche con un lavoro piccolo). Un pochino più nascoste due cose di Pier Paolo Calzolari e un emozionante Baco da Setola di Pino Pascali.
SPROVIERI
Art Basel 2019, Sprovieri
Tra i pochissimi galleristi a proporre giovani artisti italiani con belle sculture di Francesco Arena e Giorgio Andreotta Calò. Completano lo stand grandi nomi come Pedro Cabrita Reis e Jimmie Durham (quest’anno dilagante in moltissimi stand).
ARTIACO
Art Basel, Artiaco
Due pezzi importanti di Giulio Paolini, un Niele Toroni degli anni Ottanta, quattro bei lavori di Liam Gillick allestiti lungo il corridoio e due quadri di grandi dimensioni di Gilbert&George. E poi ancora Ann Veronica Jenssens, Abel Abdessemed, Wolfgang Laib. Thomas Hirshorn. Il tutto da guardare in filigrana attraverso la rete di metallo di Darren Almond posizionata a “chiudere” uno degli accessi allo stand
TORNABUONI
Art Basel 2019 Tornabuoni
Uno stand tutto dedicato ad Alighiero Boetti. Semplicemente una impressionante esposizione di una selezione delle mappe del grande artista italiano. Allestimento e illuminazione di grande impatto. Magari non elegantissimo ma efficace a dir poco…
TUCCI RUSSO
Art Basel 2019, Tucci Russo
Poesia e eleganza allo stato puro soprattutto grazie a opere di Tony Cragg, Giovanni Anselmo, Giulio Paolini, Giuseppe Penone. Belle anche alcune ceramiche di Thomas Schutte.
THE BREEDER
Art Basel 2019 the breeder
Lavori a parete imbottite di Angelo Plessas e a terra pseudo mandala con vegetali di Chrysanne Stathacos. Galleria greca con artisti greci: bravi! The Breeder si conferma sempre sui alti livelli pur in uno stand angusto.
A GENTIL CARIOCA
Art Basel 2019 A gentil carioca
Ci ripetiamo perché premiamo A Gentil Carioca ogni anno però non è di certo colpa nostra se sono tra quelli che si impegnano di più a realizzare stand di qualità, curati, pensati e interessanti. Quest’anno tutti gli artisti della galleria sono collocati in uno spazio foderato di fogli arancioni.
EIGEN+ART
Art Basel 2019 Eigen+Art
Gli alveari di Olaf Nicolai, i suoi disegni e alcuni quadri davvero mozzafiato di Neo Rauch. Eigen+Art compensa con uno stand dritto e tagliente la presenza assai pop ad Unlimited con la sneaker gonfiabile sempre di Nicolai.
MININI
Sheila Hicks coloratissima alla parete, a terra un percorso stellare di Giovanni Anselmo. Sugli altri muri due opere anche queste con colori peculiari di
Art Basel 2019, Minini
Carla Accardi e poi Haris Epaminonda – anche con una installazione – a celebrare la vittoria alla Biennale. Lungo il corridoio verdeggia una installazione hi tech di Daniel Buren risalente al 2014.
KURIMANZUTTO
Kurimanzutto, Art Basel 2019
Le sculture di Jimmie Durham come monadi, un separè in legno firmato Leonor Antunes divide lo spazio in due. Al di là una sorta di fabbrica di candele di Danh Vo. Proprio bello!
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