Le opere top di Artverona: 9 scatti tra gli stand della fiera veronese
Abbiamo selezionato 9 opere che ci hanno particolarmente convinto ad Artverona. Ecco la lista
Come di consueto anche per la fiera veronese arrivano le nostre classifiche. Mentre in precedenza abbiamo selezionato gli stand che ci hanno convinto maggiormente, oggi proponiamo una “top ten” dell’opere che abbiamo individuato tra gli stand. Non ci sono interventi monumentali ad Artverona, ma opere di piccolo e medio formato che raccontano anche le necessità del mercato. Ma la qualità non manca, in una edizione della fiera che sicuramente ha dato segni di una ulteriore crescita della manifestazione e delle proposte tra gli stand.
–Santa Nastro
RUBEN MONTINI DA PROMETEOGALLERY
Si chiama Studio for Did you ever fall in love again? ed è un’opera del 2019 che unisce alla pittura, collage fotografici e giustapposizioni di broccato. Racconta un mondo fantastico, fatto di illustri e lussuose rovine antiche filtrate con colori lividi. E ogni tanto una venatura dorata fa sognare.
KAARINA KAIKKONEN DA Z2O
In uno stand che comprende anche opere di Evgeny Antufiev e Ekaterina Panikanova Sarah Zanin presenta I am waiting for a new spring di Kaarina Kaikkonen, dove il movimento è dato dall’abbraccio a volte tenero a volte inquietante di camicie vuote che si trasformano e animano in corpi pieni di vita.
GIULIA DALL’OLIO, TRAFFIC GALLERY
Il tema dell’ambiente e dell’antropizzazione è all’ordine del giorno, ma Giulia Dall’Olio conduce una ricerca su questi argomenti da tempo. In realtà in questo stand non selezioniamo un’opera dell’artista ma vi invitiamo a vederle tutte. Giulia a partire da una distesa di carbone agisce per sottrazione e trae fulmini e saette dalla materia.
SERGIO BREVIARIO, EX ELETTROFONICA
Si erano già viste nella mostra che questa bella galleria romana ha dedicato all’artista, ma i Nimbi, sculture indossabili di Sergio Breviario, sono sempre un bel vedere. Sarà per le passamanerie, o per i copricapi tutti diversi, quasi antichi, tutti lavorati, ma sarà soprattutto per la (buona) idea di portare un’opera d’arte sempre con sé. Un gesto di distinzione, da notare.
SILVIA ARGIOLAS, D406
Spiccano nello stand della galleria modenese i quattro disegni di Silvia Argiolas, una artista in un periodo estremamente felice della sua vita da pittrice. Come spesso avviene, qui il corpo femminile è al centro di atmosfere oscure, di vita vera, qui il colore si incontra e scontra con il collage. Carne e sangue.
JOANA VASCONCELOS DA SCOGNAMIGLIO/PLACIDO
Sono molto belle queste opere di Joana Vasconcelos, teste di cavallo e ranocchie in ceramica coperte dall’antica arte dei merletti. Un segno decorativo che non è banale e che ricorda antiche atmosfere nobiliari iberiche, nelle quali l’arte contemporanea inserisce subito un bug.
ANDREA MASTROVITO DA MICHELA RIZZO
Sono dei piccoli naufragi con spettatore o dei teatrini di antica memoria queste teche di Andrea Mastrovito presso lo stand della Galleria Michela Rizzo a Verona. Tra stalattiti in plexiglas, in paesaggi lunari, si aggirano strambi personaggi in un nuovo mondo, quasi postapocalittico, fatto di bianchi e neri e trasparenze.
FABIO VIALE DA POGGIALI
Si fanno guardare questi Kouros, questi torsi in marmo che evocano la plastica romana (ma c’è anche una mano con il dito indice alzato, come un frammento recuperato da uno scavo archeologico) di Fabio Viale, ricoperti di tatuaggi evanescenti. Un nuovo modo di pensare al tema del corpo ma anche al rapporto con la nostra storia.
TOTI SCIALOJA DA OPEN ART
Una scelta quasi obbligata queste due belle opere di Toti Scialoja da Open Art, in una fiera che comunque propone una selezione di “moderni” con i fiocchi. Qui abbiamo Es del 1966 e Avversario del 1990, che suggeriscono inoltre buoni spunti rispetto alle evoluzioni del lavoro del maestro.
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