Top e Flop di ArtVerona: il meglio della fiera appena conclusasi in Veneto
Ecco cosa salviamo e cosa buttiamo dalla torre della settimana dell’arte veronese. Tutti i top e flop di Artverona
TOP – LA FIERA
Senz’altro la strada di ArtVerona è in salita, con proposte che aumentano di qualità anno dopo anno negli stand e anche una buona selezione di gallerie, portando in Veneto alcuni degli spazi più interessanti del nostro paese. Buone anche molte delle sezioni della fiera, soprattutto lo spaccato dedicato agli Indipendenti che offre uno sguardo diverso nell’ambito di un appuntamento di mercato.
TOP – IL VERONETTA DISTRICT
Cresce ed è imprescindibile l’appuntamento del pubblico di ArtVerona a quello che ormai possiamo definire il Veronetta District. Molti gli appuntamenti interessanti in questo quartiere storico di Verona ad alta densità di immigrazione, meta fissa del popolo serale non solo della fiera. C’è la bellissima mostra Contemporanee / Contemporanei della collezione Agi Verona di Giorgio Fasol presso il Polo Santa Marta dell’Università, il progetto La quarta notte di quiete: SCARTI a cura di Christian Caliandro, diffuso negli store, nei negozi, nei parrucchieri, nei locali del quartiere e, naturalmente il Giardino dei Giusti con To be played.
TOP – I TALK IN FIERA
Diciamocelo, spesso i talk in fiera sono di una tristezza infinita: offrono momenti di approfondimento laddove la gente deve correre e spesso sono frequentati solo da quattro gatti. Non a Verona, dove la maggior parte degli appuntamenti, erano davvero affollatissimi. Merito anche della location, estremamente evidente, che abbraccia gli stand e il pubblico. Menzione speciale per il format Io, l’opera e tu a cura di Saverio Verini che permetteva di incontrare, e approfondire con gli artisti, le opere in mostra in maniera informale e fresca.
TOP – L’OPERA DI NORMA JEANE ALLE GALLERIE MERCATALI
Per capire come funziona vi suggeriamo di guardare meglio il nostro video, ma sicuramente l’intervento di Norma Jeane alle Mercatali (e anche le Mercatali stesse), a cura di Paola Tognon, è tra i top della fiera. Ha funzionato molto bene anche il festone in combo con il Path festival, con protagonista tra gli altri, Laurel Halo.
FLOP – MA LA CITTÀ DOV’È?
Fatta eccezione per il quartiere di Veronetta e per alcuni altri opening sparsi, ArtVerona fa il suo ma la città latita. Per costruire una artweek veramente efficace bisogna – e noi lo sappiamo bene – che il contesto circostante abbracci e sostenga la manifestazione fieristica con mostre, progetti e feste – vedi gli esempi di Milano e Torino -, che in questo caso sono proprio mancati.
FLOP – OPERE DI PICCOLO-MEDIO FORMATO
Lo diciamo sempre, e non è solo il problema di ArtVerona, ma se la qualità tra gli stand non è mancata, ciò che però non vediamo – salvo alcuni rarissimi casi – sono interventi di grandi proporzioni che sfondino lo spazio limitato dello stand. Rendendo talvolta difficile la possibilità di rendere appetibili le proposte ad un pubblico che non sia solo di collezionisti privati.
FLOP – FOCUS ON
Se l’idea di un focus sulle gallerie internazionali in una fiera prettamente italiana non è male, non ci convince molto la maniera in cui viene sviluppata. Gli spazi stranieri (in questo caso provenienti dalla Repubblica Ceca e Slovacchia) sembrano sempre un po’ delle astronavi calate casualmente nel Padiglione fieristico della fiera. A volte si perde un po’ il senso di un dialogo.
FLOP – QUALE FUTURO PER ARTVERONA?
Più che un flop si tratta di un auspicio. Si sa che Adriana Polveroni conclude con l’edizione 2019 il suo mandato di 3 anni, ma ancora non ci sono comunicazioni circa quello che sarà la futura direzione della fiera. La quale, ovviamente, definirà i prossimi orientamenti, che ci auguriamo confermeranno la crescita in termini di qualità della manifestazione.
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