Madrid è senza dubbio fra le capitali d’Europa con la più ampia offerta culturale, soprattutto nell’ambito delle arti visive. La settimana di ARCO si converte sempre più in un’autentica sfilata di appuntamenti imperdibili, con un focus speciale dedicato agli artisti e alle collezioni private del Sudamerica, la maggior parte sconosciute in Europa. Quest’anno tocca alla Collezione Engel, cilena, ospite della Comunità di Madrid. Nella cittadella finanziaria del Banco Santander, invece, a Boadilla del Monte, arriva la collezione
di Earling Kagge, avventuriero ed esploratore norvegese con la passione per l’arte contemporanea. Tra le presenze internazionali in città, l’ottuagenaria attivista medio-ambientale Joan Jonas e il videoartista newyorkese Ian Chen. Molte le mostre interessanti tra musei e istituzioni private, anche se non tutte legate alla stretta contemporaneità.
‒ Federica Lonati
BILL VIOLA ‒ LO SPECCHIO DELL’INVISIBILE
Da sempre Bill Viola (New York, 1951) riflette attraverso il linguaggio e la tecnologia degli audiovisivi sulla condizione umana. La mostra in corso al quarto piano dell’iconico grattacielo della Fondazione Telefonica, in Gran Via, evoca in maniera cronologica una quarantina d’anni del suo percorso artistico. Dal primo incredibile video The Reflecting Pool, del 1977, all’intensa serie dei Martiri realizzata nel 2014 per la Cattedrale di Saint Paul, a Londra, passando per il medievale Catherine’s Room e tanti altri toccanti lavori, di piccolo e grande formato. Nei video di Viola c’è tutto: il bene e il male, la felicità e la sofferenza, l’arte del Rinascimento e la natura incontaminata, con una predominanza degli elementi primordiali come terra, acqua, fuoco e aria. La mostra proviene da Barcellona ed è una produzione del 2019; molti video sono stati già ampiamente ammirati in tutto il mondo. Ma Viola è un artista da vedere e rivedere, per cogliere le sfumature più profonde del suo pensiero etico ed estetico.
Madrid // fino al 17 maggio 2020
Bill Viola. Espejos de lo invisible
ESPACIO FUNDACIÓN TELEFONICA
C/ Fuencarral 3
www.fundaciontelefonica.com
JOAN JONAS ‒ MOVING OFF THE LAND II
Prosegue la proficua collaborazione fra il Museo Thyssen e TBA21, l’Academy diretta da Francesca Thyssen (con sede a Vienna e a Madrid), che da anni finanzia produzioni dal contenuto sociale e medio-ambientale. È il caso del progetto con l’artista nordamericana Joan Jonas (New York, 1936), già presentato l’estate scorsa a Venezia. Dopo tre anni di ricerche negli acquari di tutto il mondo e nelle acque della Giamaica, Jonas affronta il ruolo che l’oceano ha avuto nelle diverse culture durante la storia, come riferimento totemico, spirituale ed ecologico. La mostra al Thyssen comprende scultura, disegni, suoni e video di nuova produzione, tutti connessi con questo tema. In occasione della mostra Joan Jonas, che dagli Anni Sessanta sperimenta nuovi linguaggi nel campo della performance, della videoarte e del concettuale, offrirà una performance pubblica mercoledì 26 febbraio niente meno che al Museo del Prado.
Madrid // fino al 18 maggio 2020
Joan Jonas. Moving Off the Land II
MUSEO NACIONAL THYSSEN-BORNEMISZA
Paseo del Prado 8
www.museothyssen.org
REMBRANDT E IL RITRATTO AD AMSTERDAM TRA IL 1590 E IL 1670
La grande mostra di primavera al Museo Thyssen è un classico dell’arte olandese del Seicento. Di opere di Rembrandt a Madrid, del resto, ce ne sono davvero poche: una sola al Prado (la bellissima Giuditta al banchetto di Oloferne) e un intenso Autoritratto (con cappello e catena) nella collezione permanente del Thyssen. Interessante perciò l’occasione di ammirare da vicino una selezione di ritratti realizzati durante l’epoca d’oro della pittura olandese: un centinaio di opere, tra pitture e stampe, di Rembrandt e altri grandi pittori dell’epoca, antecedenti, contemporanei e persino rivali del grande maestro olandese. A Madrid sono presenti pezzi mai esposti prima in Spagna, con prestiti eccellenti da musei come il Rijkmuseum di Amsterdam, il MET di New York, la National Gallery di Washington e quella di Londra.
La mostra del Thyssen può essere un compendio alla bellissima esposizione che il Prado presentò l’estate scorsa, con un gioco di parallelismi e similitudini fra arte olandese e arte spagnola della medesima epoca.
Madrid // fino al 24 maggio 2020
Rembrandt y el retrato en Ámsterdam, 1590-1670
MUSEO NACIONAL THYSSEN-BORNEMISZA
Paseo del Prado 8
www.museothyssen.org
IAN CHENG E I SUOI TRE “EMISSARIES”
La prima personale in Spagna dell’ormai quotatissimo video artista nordamericano è anche l’esposizione di esordio della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Madrid. Patrizia Sandretto ha scelto uno degli artisti della sua collezione per inaugurare ufficialmente l’attività della sua fondazione in Spagna (che tuttavia non ha ancora una sede). Emissaries è il titolo della trilogia di video che Ian Cheng (Los Angeles, 1984) ha realizzato a partire dal 2015 ‒ il primo capitolo è stato prodotto proprio dalla fondazione di Torino ‒ e presentato già al MoMA, alla Tate Modern, alla Serpentine Gallery e alla Biennale di Venezia. Si tratta di simulazioni potenzialmente infinite, generate da computer, che utilizzano molteplici modelli di intelligenza artificiale. Emissary in the squat of Gods (2015), Emissary Forks at Perfection (2015-16) ed Emissary Sunsets the Self (2017) sono sistemi eco-dinamici concepiti a imitazione della complessità del mondo e dialogano con l’ambiente fin de siècle dell’antico palazzo sede della Fondazione Fernando de Castro. La mostra, curata dallo svizzero Hans Ulrich Obrist, è anche l’occasione per presentare la prima edizione spagnola del Programma di residenza per giovani curatori, uno dei fiori all’occhiello dell’attività di mecenatismo di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
Madrid // fino al 21 marzo 2020
Ian Cheng. Emissaries
FUNDACIÓN FERNANDO DE CASTRO
Calle de San Mateo 15
http://www.fernandodecastro.org/index.html
GRAN SUR. ARTE CONTEMPORANEA CILENA NELLA COLLEZIONE ENGEL
È tradizione ormai che la Sala Alcalá 31 ‒ sede dell’assessorato alla Cultura della Comunità di Madrid e splendido spazio espositivo in stile modernista ‒ ogni anno ospiti in occasione di ARCO una selezione di opere di una grande collezione privata latinoamericana. È la volta ora della Collezione Engel, che l’impresario cileno Claudio Engel, con i suoi figli, ha creato con l’espresso proposito di documentare in maniera esaustiva la creatività cilena degli ultimi decenni. In tutto sono esposte 89 opere di 37 artisti, perlopiù di generazioni tra gli Anni Sessanta e gli Anni Novanta, che si esprimono tramite la pittura, la scultura, le installazioni, la fotografia, il tessile e alcuni progetti ibridi o multidisciplinari. Fra i nomi, Pilar Quinteros, Fernando Prats, Patrick Hamilton e la fotografa Paz Errázuriz, che convivono con artisti ormai storici del panorama cileno come Alfredo Jaar, Juan Downey e il Gruppo Cada (Colectivo de Acciones de Arte). La mostra prende il titolo dall’opera Grand Sur, enorme neon che Fernando Prats espose alla Biennale di Venezia del 2011, ispirato alla pubblicità del 1911 dell’esploratore polare Ernst Shockelton. La mostra è curata da Christian Viveros-Fauné, scrittore cileno che vive a New York.
Madrid // fino al 26 aprile 2020
Gran Sur: arte contemporáneo chileno en la Colección Engel
SALA ALCALÁ 31
Calle de Alcalá 31
www.comunidad.madrid
DOKOUPIL, ÁLVARO URBANO E I GIOVANI SPAGNOLI DELLA GENERAZIONE 2020
Tre gli eventi negli spazi della Casa Encendida, sede della Fondazione bancaria Montemadrid, a due passi dal Reina Sofía. Dokoupil, la ribellione contro il concettualismo è il titolo della retrospettiva dell’artista cecoslovacco (classe 1954), con una selezione di opere di grande o grandissimo formato che ne raccontano la costante evoluzione verso un pop in chiave postmoderna, dove è senz’altro l’anarchia che domina le scelte anti-convenzionali (come l’uso di fuoco, bolle di sapone, latte materno o cera di candele per dipingere sulla tela).
El Despertar è un’installazione dell’artista spagnolo Álvaro Urbano (Madrid, 1983), che vive e lavora a Berlino e che per la prima volta presenta un’opera nella sua città in occasione di ARCO. Si tratta di un insolito progetto fra architettura e paesaggismo, con l’obiettivo di rianimare il ricordo di un edificio perduto, il Padiglione degli Esagoni di Casa de Campo, costruito per l’Esposizione Universale del 1958 e luogo di riferimento per l’architettura moderna spagnola.
Per chi volesse conoscere da vicino un saggio del panorama artistico spagnolo delle ultime generazioni, alla Casa Encendida sono esposti i progetti degli otto vincitori del concorso Montemadrid under 35 per il 2020.
Madrid // fino al 12 aprile 2020
Dokoupil. La rebelión contra el conceptualismo
LA CASA ENCENDIDA
Ronda de Valencia 2
www.lacasaencendida.es
RODIN-GIACOMETTI, DUE GIGANTI A CONFRONTO
Più di una generazione separa la biografia di Auguste Rodin (Parigi, 1840 ‒ Meudon, 1917) e di Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa, 1901‒ Coira, 1966). Eppure, tra questi giganti della scultura, che evidentemente non si conobbero mai di persona, esistono numerosi parallelismi e similitudini. Le loro opere dialogano sul filo della plasticità formale, della forza materica e della sensibilità estetica. Alla Sala Recoletos della Fundación Mapfre più di 200 pezzi, suddivisi in nove sezioni tematiche, intessono una conversazione ideale tra materia, modellato, uso del piedistallo, gusto per il frammento e tendenza alla deformazione. La mostra è curata da Catherine Chevillot, direttrice del Museo Rodin, e da Catherine Grenier, direttrice della Fondazione Giacometti di Parigi.
Per completare la conoscenza dell’opera di Rodin, in contemporanea, alla Fundación Canal, in plaza de Castilla, sono esposti 76 disegni e 15 sculture che mostrano la genialità più intima dello scultore francese: disegni che si trasformano in ritagli; ritagli che danno vita a sculture; piccole opere in bronzo o in gesso per sperimentare il movimento nello spazio. Sempre in collaborazione con il Museo Rodin di Parigi.
Madrid // fino al 10 maggio 2020
Rodin-Giacometti
FUNDACIÓN MAPFRE
Paseo de Recoletos 23
https://www.fundacionmapfre.org
Madrid // fino al 3 maggio 2020
Rodin. Dibujos y recortes
FUNDACIÓN CANAL
Calle Mateo Inurria 2
https://www.fundacioncanal.com
LA STORIA DI CEIJA STOJKA
Il Museo Reina Sofía spesso presenta retrospettive di artisti storici stranieri che per il pubblico spagnolo sono autentiche scoperte. È il caso della prima monografica in Spagna della pittrice e scrittrice austriaca Ceija Stojka (1933-2013), la cui opera servì letteralmente a svelare al mondo la persecuzione razziale dei tedeschi nei confronti della comunità romaní e lo sterminio di circa 500mila rom, oggi considerato un vero e proprio genocidio. Deportata a dieci anni e sopravvissuta a ben tre campi di concentramento, Ceija a distanza di quarant’anni intraprende una grande opera testimoniale e poetica per rivendicare le sofferenze del suo popolo; prima attraverso la scrittura (è autrice di quattro libri) e poi tramite il disegno e la pittura. Dipinse su carta, cartone o tela, usando colori acrilici, forti e intensi, che applicava sulla tela con forza primigenia direttamente con il pennello o con le dita, riproducendo in maniera quasi istintiva il dolore intrinseco nella sua storia personale e razziale.
Madrid // fino al 23 marzo 2020
Ceija Stojka. Esto ha pasado
MUSEO REINA SOFÍA
Calle Santa Isabel 52
www.museoreinasofia.es
DONNE FOTOGRAFE SPAGNOLE
Cinquant’anni di fotografia e audiovisivi al femminile raccontati attraverso il lavoro di nove fotografe spagnole, appartenenti a diverse generazioni. Alla Tabacalera, antica fabbrica del tabacco oggi centro culturale a due passi dal Museo Reina Sofía, espongono il meglio del loro lavoro Esther Ferrer (1937), Eva Lootz (1940), Carmen Calvo (1950), Isabel Muñoz (1951), Ouka Leele (1957), Vicky Méndiz (1978), Carla Andrade (1983), Bego Andrón (1983) e Lua Ribera (1986). Il percorso storico si muove attraverso tre generazioni di artiste, ognuna con il proprio punto di vista, ma con uno sguardo sulle cose e sul mondo senza dubbio unico e universale, per profondità e sensibilità. Malgrado le differenze stilistiche, le immagini delle nove spagnole sono accomunate dalla medesima voglia di sperimentare, la revisione dello stereotipo femminile nella fotografia e la ricerca SUlla rappresentazione del corpo della donna. Bellissimo l’allestimento nello spazio oscuro, un po’ ambiguo e conturbante, dei bagni maschili della vecchia fabbrica.
Madrid // fino al 12 aprile 2020
Mujeres fotógrafas. Una historia contada a medias
TABACALERA
Calle de Embajadores 51
www.promociondelarte.com/tabacalera
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati