Miart 2021: la fiera del contemporaneo di Milano riparte da dove si era interrotta
Sarà la prima fiera d’arte a tornare in presenza in Europa: miart, sotto la guida del nuovo direttore di Nicola Ricciardi, svela le gallerie della prossima edizione – saranno 142 – tra fedelissime e grandi ritorni. La priorità è ora riaffermare il ruolo imprescindibile dell’evento fieristico nello scenario post Covid.
Sarà un’edizione più ristretta rispetto a quelle dell’era pre pandemica, prevalentemente a carattere nazionale ed europeo (ma non mancherà qualche partecipazione dagli altri continenti) con la missione di riconquistare la fiducia dei vari stakeholder e di riaffermare il ruolo insostituibile della fiera all’interno del sistema artistico dopo due anni di eventi digitali. Stiamo parlando di miart 2021, la fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano prevista dal 17 al 19 settembre. La venticinquesima edizione sarà diretta per il primo anno da Nicola Ricciardi il quale, durante un evento rivolto alla stampa, ha presentato le gallerie partecipanti tirando le somme del lavoro svolto finora.
LE GALLERIE PARTECIPANTI A MIART 2021 TRA ITALIANE E INTERNAZIONALI
Saranno 142 gli espositori che parteciperanno alla kermesse: un numero giocato sulla qualità, piuttosto che sulla quantità, con la presenza delle principali gallerie italiane e internazionali. Tra quelle nostrane, ci saranno Galleria Continua, Raffaella Cortese, Monica De Cardenas, kaufmann repetto, Francesca Minini, Massimo Minini, Franco Noero, P420, Lia Rumma, Schiavo Zoppelli, Vistamare | Vistamarestudio e ZERO…; tra le internazionali, invece, Clearing (New York, Bruxelles, Beverly Hills), Corvi-Mora (Londra), MLF | Marie-Laure Fleisch (Bruxelles), Peter Kilchmann (Zurigo), Lange + Pult (Zurigo, Auvernier), Lelong & Co. (Parigi, New York), Robilant+Voena (Londra, Milano, New York, Parigi), SMAC (Città del Capo, Johannesburg, Stellenbosch), Galerie Hubert Winter (Vienna) e new entry per la prima volta in Italia, come Piero Atchugarry Gallery (Miami, Garzon), Charim Galerie (Vienna), Edouard Simoens Gallery (Knokke) e QG Gallery (Knokke). Torna anche la tradizionale divisione in cinque sezioni, di cui tre curate: Established Contemporary, Established Masters, Decades (a cura di Alberto Salvadori, esplora la storia del XX secolo attraverso stand monografici o tematici per un arco temporale compreso tra il 1910 e il 2010), Emergent (curata da Attilia Fattori Franchini, con giovani espositori provenienti da 13 diversi Paesi) e infine Generations, con coppie di gallerie scelte per confrontarsi su artisti di diverse generazioni.
MIART 2021: UN RAPPORTO DIRETTO CON LE GALLERIE
“Mi sono reso conto che il mio ruolo era ricostruire partendo da una comunicazione diretta”, ha spiegato durante la presentazione il neo direttore Nicola Ricciardi, “siamo passati da un mondo in cui c’era la fila per partecipare alle fiere a uno in cui le fiere devono uscire allo scoperto per dire ‘noi esistiamo ancora e possiamo essere una opportunità per voi gallerie’. Un obiettivo non facile, ricostruire una fiducia inevitabilmente compromessa da un anno di silenzio del mondo delle fiere. Penso che questa fiducia l’abbiamo costruita mostrandoci attenti, chiamando le gallerie una per una e chiedendo loro quali potessero essere i loro interessi e le loro necessità. Volevo che la fiera del 2021 rispecchiasse le loro esigenze”. E prosegue, “devo dire che le gallerie ci hanno ascoltato: 142 è un numero non indifferente, seppur inferiore rispetto al 2019, anche per le difficoltà di trasporti e spostamenti. Ci tengo a dire che queste gallerie sono tendenzialmente le stesse del passato: abbiamo preferito non allargare il campo di ricerca ma continuare ad essere rigorosi per tenere alta la qualità. Ci sono infatti poche novità ma dei grandi ritorni: come ad esempio Franco Noero, che quest’anno ha deciso di partecipare nuovamente a miart dopo tanti anni di assenza”.
MIART 2021, LA FIERA DELLA RIPARTENZA
L’imperativo della venticinquesima edizione di miart è quindi “ricostruire”, non ex novo, bensì riprendendo le fila da dove si era interrotto neanche due anni fa, un in passato che nella percezione comune pare essere remoto. Dismantling the silence, “decostruire il silenzio” insomma, come dice il titolo della raccolta integrale del poeta Charles Simić a cui si ispira fiera e l’identità visiva di quest’anno. “Non nego che se me l’aveste chiesto due mesi fa mi avreste trovato molto meno ottimista”, conclude Ricciardi, “ma oggi posso affermare con sicurezza che le prospettive sono rosee e che settembre e Milano si stanno riconfermando le due coordinate giuste per questa tanto auspicata ripartenza”. L’elenco completo delle gallerie su www.miart.it.
-Giulia Ronchi
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