Giro tra 10 opere da non mancare alla fiera d’arte Miart 2021
Avete ancora solo domenica per girare la fiera di arte moderna e contemporanea? Nessun problema, qui la nostra selezione delle cose da non perdere in una visita veloce.
Ancora una volta le gallerie di miart mettono in campo opere straordinarie, che attirano l’occhio del collezionista come quello dell’amatore. Se volete fare un giro tra gli stand, e avete già letto il nostro articolo sui migliori galleristi, qui trovate dieci opere tra le più interessanti. La scelta è stata ardua, e se avete più tempo vi consigliamo di soffermarvi per i luminosi corridoi della fiera. Ma ecco i consigli sulle cose da non perdere.
-Giulia Giaume
LESLIE KRIMS
Le conturbanti fotografie del maestro americano Leslie Krims occupano tutto lo spazio della bresciana Paci Contemporary. Su una parete arancione vivo spuntano corpi di donna con teste di topolino, cascate di membra congelate nel tratto vintage della pellicola fotografica, feste improvvisate nelle vasche da bagno e nei salotti. La Nude America dell’artista si manifesta qui in tutta la sua potenza.
LARA FAVARETTO
Da Franco Noero il grande cubo di coriandoli di Lara Favaretto non può passare inosservato: si tratta di Le Je-Ne-Sais-Quoi at Presque-Rien. La sua ricerca, profondamente ironica, si radica nella dimensione della festa, offrendo un po’ di pace e refrigerio mentale in tempi complessi come questo – un bisogno sempre più urgente e impellente. La natura gioiosa dell’opera trasforma l’arte in un momento epifanico, grazie alla collaborazione degli spettatori, senza prendersi mai troppo sul serio.
ROMINA BASSU
Una piccola personale dedicata a opere vecchie e nuove di Romina Bassu, quella da Studio Sales Roma: il suo studio dell’identità e della femminilità si manifesta qui nello studio della fragilità del corpo, nel concetto di vulnerabilità e femminilità, sempre con lo spirito ironico che la caratterizza.
MARCELLO MALOBERTI
Martellate – Malincuore, esposto da Raffaella Cortese, riprende gli slogan tipici dell’artista (le cosiddette Martellate) e la loro immediatezza: collegata alla dimensione della performance, se lo ricorderà che è stato a Panorama a Procida, la sua opera riprende la parola scritta mettendone in discussione l’apparente immediatezza e ordinarietà, creando un momento narrativo e stimolando il dialogo con il pubblico, che va a colmare i significati lasciati aperti.
PEDRO NEVES MARQUES
Laconico e profondamente umano l’angolo dedicato all’Autofiction Poem di Pedro Neves Marques dalla galleria napoletana Umberto Di Marino: la sua ossessiva ripetizione della riproduzione fotografica di uno smartphone allude al cruciale tema dell’infertilità, spostandone il senso di colpa sulla componente maschile (con un uomo che tenta di rimanere incinto) – così accompagna i visitatori lungo le parti del suo poema dal gusto internettiano e Mpreg.
ADRIAN PACI
Da Kaufmann Repetto c’è un angolo tutto dedicato ad Adrian Paci: le sue fotografie silenziose e narrative affrontano ancora una volta i temi dell’esilio, dell’identità, della memoria collettiva, e i tappeti sono realizzati insieme alla Comunità di Sant’Egidio. Il corpus del lavoro di Paci affronta il cambiamento della società creando opere poste nel quotidiano e mostra come le nostre vite siano interconnesse e come siano modellate dai nostri confini ambientali.
MARY ELLEN CARROLL
Con le sue due installazioni al neon presentate da Galerie Hunter Weber Because. (STRONGER THAN DIRT) / Because. (DIRTIER THAN STRONG), l’artista danese Mary Ellen Carroll continua a investigare il senso profondo di ciò che significa fare arte. I risultati, spesso provocatori, indagano il rapporto con il linguaggio e il potere ponendosi in dialogo attivo con il territorio e, di conseguenza, l’attivismo sociale che avviene sul territorio stesso.
KATJA FARIN
Intensa la personale dell’artista di Los Angeles Katja Farin Growth in Absence da Era Gallery. Con i suoi colori intensi e la precisa tecnica figurativa, l’artista investiga i temi legati alla costruzione dell’identità di genere nella società, i rapporti tra le persone e quello che accade quando questi vengono a mancare. Farin racconta come il cambiamento sia inevitabile, e come possa significare perdita ma anche margine di crescita.
IRENE FENARA
Da UNA galleria è esposta la giovane vincitrice del premio Rotary per gli artisti contemporanei emergenti, Irene Fenara, con il suo Three Thousand Tigers (che verrà mostrato al Novecento). Questo arazzo crea un parallelismo tra il mondo naturale e la produzione delle immagini, rappresentando con l’aiuto di un algoritmo tremila immagini di tigri (le uniche davvero in natura) fino a comporne una – a malapena riconoscibile, per via della scarsità degli esemplari in vita.
THORSTEN BRINKMANN
Misterioso anche il Thorsten Brinkmann esposto alla Galleria Fumagalli. I volti coperti dei suoi personaggi alterano completamente la composizione dei ritratti, mescolando diversi elementi materici all’interno dei vestiti, che spesso hanno un’ispirazione dal gusto rinascimentale. La sua giocosa riflessione sulla società e sulla nostra cultura storico-artistica è realizzata attraverso combinazioni di oggetti quotidiani, materiali di scarto e riferimenti alla storia dell’arte, offrendo una rilettura dei tradizionali generi artistici.
DAVID SHRIGLEY
Ecco la nostra opera 10 + 1. Se avete il biglietto che vi lascia accedere al vip lounge, dovete vedere l’edizione di quest’anno della bottiglia di champagne Ruinart – che per la sua annuale collaborazione con un artista contemporaneo ha scelto David Shrigley: la cover della bottiglia, nominata Unconventional Bubbles, è accompagnata da una serie di disegni e personalizzazioni nel suo caratteristico stile ironico e spiritoso e da un mini-video sul suo viaggio nei vitigni francesi.
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