MakerArt, la sezione dedicata all’arte visiva del Maker Faire a Roma
Un weekend dedicato alla creatività, alla sperimentazione tecnologica e al mondo ibrido dell'arte che diventa motore di innovazione: dentro alla fiera romana, quest'anno ospitata al Gazometro, una sezione è dedicata all'arte contemporanea
Pochi giorni dopo il drammatico incendio che ha danneggiato il Ponte di Ferro, il Gazometro di Roma, proprio dietro l’angolo, ospita fino al 10 ottobre 2021 la nona edizione di Maker Faire, la fiera dedicata alle innovazioni tecnologiche. Al suo interno viene lanciata MakerArt, la sezione dedicata all’intersezione tra nuove tecnologie e arte contemporanea a cura di Valentino Catricalà, con l’obbiettivo di congiungere il mondo dei costruttori a quello dei creativi.
MAKER FAIRE: YOU AND AI. THROUGH THE ALGORITHMIC LENS
La mostra You and AI. Through The Algorithmic Lens a cura di Irini Mirena Papadimitriou e Valentino Catricalà è un progetto dell’European ARTificial Intelligence Lab, co-finanziato dal Creative Europe Program dell’Unione Europea. Quando l’intelligenza artificiale inizia a plasmare la nostra vita quotidiana, chi dà forma all’intelligenza artificiale? In che modo siamo influenzati dalle macchine che prendono decisioni di cui potremmo non essere nemmeno consapevoli? Questi alcuni degli interrogativi alla base dell’esposizione, resa possibile anche grazie alla partnership con la fondazione ateniese Onassis Stegi e la Future Everything di Manchester. Tra i partecipanti, sia nomi italiani sia artisti di levatura internazionale che, come sottolinea Catricalà, “lavorano sul concetto di intelligenza artificiale dal punto di vista etico, filosofico e politico“, soffermandosi in maniera critica sui pericoli e i rischi che derivano dall’esercizio di controllo su queste macchine sofisticate.
MAKER FAIRE: LE OPERE ESPOSTE
Interessante l’installazione di Emilio Vavarella The Other Shapes of Me: il vero titolo, rs- seguito da una serie lunghissima di numeri, corrisponde alla prima stringa del genotipo dell’artista. Vavarella ha infatti “genotipizzato il DNA” attraverso un software che lo ha codificato in linguaggio binario per poi tradurlo a sua volta in disegno tessile grazie ad un telaio Jacquard di fine Ottocento, macchina che ha una tessitura massima di 60 cm in larghezza. Comprimendo tutti i dati del genotipo, il risultato è un tessuto di 82 metri. Jake Elwes con la sua opera Zizi Queering the Dataset cerca di sovvertire, problematizzare e rieducare la raccolta dati dei sistemi di riconoscimento facciale introducendo volti drag e gender fluid scovati sul web: in tale maniera, la rete neurale delle intelligenze artificiali mette in discussione il concetto di “identità normative” ampliandosi verso l’ibridismo, la singolarità, l’anticonformismo. Se Memo Akten mostra le falle ma anche il fascino della rielaborazione artificiale da parte delle IA – che procedono sfruttando filtri visivi – di immagini e video reali, Paolo Cirio, con Capture, dopo aver archiviato 1000 immagini pubbliche che raffigurano la polizia francese durante una protesta, le ha elaborate con un software di riconoscimento facciale. Ha posto i 4000 volti risultanti in un database per “schedare” le forze dell’ordine e risalire a nomi e cognomi. Quando il meccanismo di raccolta dati, messo in atto dai poteri forti e dalle multinazionali per formare le IA, oltrepassa il limite, finendo per abusare e non tutelare la privacy dei cittadini?
MAKER FAIRE: INSTALLAZIONI ESTERNE E TRASVERSALI
Daniele Puppi presenta uno schermo di 8 metri con un’animazione che risveglia la memoria collettiva: si avverte un suono violento, disturbante, avvicinandosi si vede una delle scene clue del cartoon Tom e Jerry in cui il gatto si fa beffe, con una torta in mano, del cane legato al guinzaglio. Tra i guaiti e l’impatto della torta sul muso, azione che si ripete più volte, tragico e comico si fondono insieme in una miscela esplosiva. Anita Calà (VILLAM) e Elena Giulia Rossi (Arshake) lanciano la call for ideas 5.0 del progetto Game Over-Future C(o)ulture, attraverso l’installazione di Alessandro Giuggioli, ricercatore e custode di 12.000 semi antichi, che metterà a disposizione per la sperimentazione creativa un grande terreno a Città della Pieve. Una piramide di vasi contenenti piante antiche di peperoncino vuole omaggiare uno dei frutti più intelligenti che esistano; è solo un assaggio di un progetto transdisciplinare che vuole radunare personalità di sperimentatori under 35 per formare un esercito di creatori e sviluppare nuove tecnologie al servizio di esseri umani e ambienti, per nuove soluzioni di salvaguardia climatica e non solo. In ultimo è da segnalare l’opera Vertical tales di Økapi, cut-up artist che “saccheggia” frammenti di suono, fotogrammi di film, lacerti di video e li rielabora in maniera artigianale per creare nuove composizioni audiovisive d’effetto. La sua “Plunder-phonia” ha dato vita a 16 tracce video che corrispondono a 16 livelli di un immaginario grattacielo. Come se fossimo in un ascensore, possiamo fermarci al piano di Maker Faire, entrare per 4 minuti nell’atmosfera della tredicesima traccia facendoci trasportare da musica e immagini.
MAKER MUSIC ALLA FIERA DI ROMA
Se in collaborazione con Maker Music, sezione curata da Andrea Lai, verrà proposto domenica lo STORM CONCERT, dialogo tra l’artista Donato Piccolo e il gruppo musicale Garage Gang della scena trap romana, Maker Music ha anche organizzato delle performance a numero chiuso catapultando Naip di X Factor, La Rappresentante di Lista e Max Casacci, “padre” dei Subsonica, in un’installazione immersiva curata da Studio Cliche.
– Giorgia Basili
Maker Faire
Fino al 10 ottobre 2021
Gazometro,
Via del Commercio, 9/11, Roma
https://makerfairerome.eu/it/
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