MIA 2021: come è andata la fiera dedicata alla fotografia? Lo abbiamo chiesto ai galleristi
I cinque giorni della fiera milanese hanno attirato numerosi visitatori, ma questo non basta per allontanare lo spauracchio della crisi economica di fronte al mercato dell’arte: ecco che, assieme ai riscontri positivi, non sono mancate anche critiche e qualche riflessione per riuscire a portare l’evento a un livello più alto.
È un periodo delicato per le manifestazioni fieristiche, che ricominciano a svolgersi in presenza dopo lunghi mesi di stop causati dalla pandemia. Ritrovare l’orientamento e riprendere il giusto ritmo non è affatto facile: se da una parte è comprensibilmente forte la voglia di proporsi e recuperare il tempo perso – soprattutto da un punto di vista economico – dall’altra bisogna interfacciarsi con un collezionismo meno sbilanciato rispetto all’epoca pre Covid e con un pubblico meno incline all’acquisto. Un atteggiamento riscontrabile anche alla fiera milanese MIA 2021 già a colpo d’occhio: come vi avevamo mostrato già nelle prime immagini all’apertura della manifestazione, accanto a grandi maestri e opere di qualità si sono visti tanti altri lavori ammiccanti, colorati e smaglianti, ma dai contenuti pressoché nulli. Ma cosa ne pensano dell’evento fieristico i diretti interessati, coloro che hanno passato cinque giorni ininterrotti a contatto con i visitatori, investendo risorse economiche e personali con l’intenzione di chiudere con un bilancio positivo?
MIA 2021: LE OPINIONI DEI GALLERISTI
“Siamo alla nostra prima esperienza al MIA Fair. Parallel 2021, con la sua proposta innovativa, suscita interesse e curiosità nei visitatori e nel pubblico di settore, cosa che ci spinge a proseguire in questa indagine”, raccontano Caterina Mosca e Valerio Castelli di MoscaPartners, gruppo che si è cimentato con la sezione MIDA – Milan Image Design Art, proponendo un ampio progetto espositivo basato sull’intersezione tra design e opere fotografiche. “Pertanto pensiamo che questa prima edizione di Parallel possa crescere e ampliarsi nel futuro, sia nel contesto di MIA Fair che altrove. Ringraziamo tutti gli autori, designer e fotografi, che hanno creduto in questo nuovo progetto di MoscaPartners contribuendo al suo successo con pezzi unici ed edizioni limitate di grande valore“. Giudizio positivo anche da parte della galleria milanese Deodato Arte, “per noi questo è il primo anno di adesione al MIA photo Fair. Questa fiera ci ha dato la possibilità di esporre al grande pubblico non solo delle esclusive sculture di Mr Brainwash, ma anche di centrare il focus appunto sul medium fotografico”, spiegano ad Artribune. “Il nostro progetto espositivo prevede infatti come fil rouge la figura della donna vista attraverso gli scatti di tre grandi artisti: passando dai rarissimi acetati di Warhol, alle fotolitografie di Newton fino ai magnifici ritratti di Glaviano. L’organizzazione del Mia Photo Fair è stata assolutamente all’altezza: ci ha seguito e supportato in tutte le varie fasi di organizzazione della fiera, dall’application fino alle definizione fisica dello stand. Per quanto riguarda il mercato delle fiere, sicuramente si sta muovendo qualcosa: già il fatto che sia tornata la possibilità di partecipare a fiere nazionali e internazionali è un ottimo segno di ripartenza! Nelle ultime fiere a cui abbiamo partecipato, e si è confermato anche in questi giorni al MIA, abbiamo notato che anche la risposta del pubblico è stata ottima. Sicuramente è stata una fiera interessante perché ci ha permesso di focalizzare la nostra offerta espositiva sul medium fotografico, cosa più difficile da realizzare in altre occasioni“.
LE OPINIONI DEI GALLERISTI: ANCHE CRITICHE E RIFLESSIONI SU MIA 2021
Che non sia tutto rose e fiori nel mercato dell’arte – soprattutto dagli ultimi mesi a questa parte – è un’impressione confermata anche da varie gallerie presenti a MIA, alcune delle quali non hanno mancato di esporsi maggiormente sottolineando criticità e utili riflessioni. “La location è nuova, bellissima anche se un poco fuori mano per i milanesi che non usano questa parte della città”, ci racconta Claudio Composti, titolare di mc2gallery. “La fiera ad oggi è stata molto lenta come ritmo e interesse generale: gente che passa, guarda, chiede, fa complimenti per lo stand ma poi non si riesce a chiudere la vendita o proseguire la trattativa. Questo è un mood generale condiviso con molti colleghi. Sembra, come sensazione, che la gente abbia più voglia di esserci in presenza dopo tanto tempo di isolamento che avere interesse a comprare. O forse ponderano bene l’acquisto, visto il disastro economico e sociale da cui siamo usciti, nel timore in un futuro incerto e quindi il superfluo, se non è investimento, resta qualcosa di cui possono ancora fare a meno. Infatti, la forbice del mercato si è ancor di più aperta: o comprano, chi può, opere/fotografie importanti oppure opere e fotografie di basso valore. Così il rischio è limitato. Tutto quello che è in mezzo rimane sospeso in un limbo. Molti forse non se la sentono ancora di tornare in presenza in un luogo chiuso come una fiera”, E conclude, “bella l’idea di tenere due ore la sera, dalle 18 alle 20 per inviti mirati agli ospiti e collezionisti che possono così accedere alla fiera in modo più intimo e dedicato”. Un parere affatto isolato, e condiviso anche da Giampaolo Abbondio dell’omonima galleria: “Io non ho venduto nulla”, ci dice il gallerista, fuori dai denti. “Avevo opere che partivano da 1000 euro di grandissima qualità. Il gusto è personale, è vero, ma è assolutamente sorprendente fare uno zero con delle opere di qualità a prezzi così bassi. Non ho mai avuto uno stand così bello, non ho mai avuto un passaggio così bello, e di gente ne è passata tanta. Non ho mai ricevuto così tanti complimenti e riconoscimenti, ma nessuno ha avanzato un’offerta. È una cosa di cui non mi capacito. Il MIA per me è una vecchia conoscenza, ho fatto la prima edizione con loro ed è sempre stato frequentato dalla borghesia milanese. Ma in questo caso è mancato proprio il dialogo di acquisto, qualcosa a cui agganciarsi per fare un’offerta o una proposta”.
MIA 2021: UNA FIERA DA RIPENSARE?
A fronte di un pubblico non incline a lanciarsi in investimenti, è la responsabilità è solo da reputare al periodo storico, oppure qualcosa in più poteva fare anche la fiera, dal punto di vista dell’assetto organizzativo e curatoriale? “In 10 anni Mia Photo Fair si è consolidata come punto di riferimento italiano per la fotografia, tuttavia per avviare un nuovo ciclo, la fiera necessita di un segnale di rinnovato indirizzo curatoriale chiaro e forte”, racconta la galleria Podbielski Contemporary di Milano, avanzando anche qualche proposta per migliorare il profilo della manifestazione. “Non possono e non devono più convivere realtà espositive così disomogenee. Gallerie italiane di profilo internazionale e gallerie straniere meritevoli si trovano di fianco a gallerie alle prime armi, insieme a fotografi o artisti che si presentano senza galleria. Talvolta anche gli allestimenti sono del tutto inadeguati. Questa situazione purtroppo si presta a una fin troppo facile critica e non aiuta ad educare il pubblico, che rimane disorientato. Per concludere, ci vorrebbe un criterio di allestimento omogeneo che evidenzi: gallerie del settore già consolidate e selezionate secondo una serie di criteri; proposte innovative scelte da un curatore indipendente autorevole e di prestigio/riconosciuto; uno spazio giovane per fotografi senza galleria. Ovviamente trattasi di considerazioni a caldo, che meriterebbero un ulteriore approfondimento!”
I PREMI DI MIA 2021
Non sono mancanti a MIA 2021 riconoscimenti – nuovi o consolidati – che hanno premiato il lavoro anche degli artisti emergenti. Il Premio BNL Gruppo BNP Paribas (main sponsor della fiera fin dagli inizi) è stato assegnato da una giuria di esperti a Federica Belli (Mondovì, CN, 1998) per l’opera The Eye (2020), presentata dalla Galleria Valeria Bella di Milano. L’opera sarà acquisita dalla Banca ed entrerà a far parte della collezione BNL, che a oggi conta oltre 5000 opere. La giuria del Premio ha deciso inoltre di assegnare una menzione speciale alla fotografia UNTITLED (FLOWERS 21) del compianto Giovanni Gastel, rappresentato in fiera dalla Fondazione a lui intitolata. Alla seconda edizione, invece, il Premio New-Post Photography 2021 promosso dalla fiera e dedicato alle nuove tendenze della fotografia contemporanea. La giuria ha deciso di selezionare 19 vincitori (4 in più rispetto ai vincitori della prima edizione) a fronte di un’adesione di oltre 140 candidature. Loro sono: Alessandra Baldoni, Nicola Bertasi, Alberto Ceresa, Matteo Cirenei, Tina Cosmai, Leonardo Magrelli, Luca Marianaccio, Amaranta Medri, Francesco Merlini, Novella Oliana, Camila Orozco, Michele Palazzi, Stefano Parrini, Edoardo Romagnoli, Gian Marco Sanna, Kai Uwe Schulte-Bunert, Marco Tagliafico, Stefano Tubaro e Silvio Wolf, e i loro lavori sono stati esposti in una sezione apposita durante i giorni in fiera. Elena Chernyshova rappresentata dalla galleria c|econtemporary di Christine Enrile di Milano, vince il PREMIO G*AA sulla fotografia di architettura, con il progetto Days of Night – Nights of Day realizzato tra il 2012-2013. Menzione d’onore per Patrizia Della Porta, presentata da AFI – Archivio Fotografico Italiano, con il trittico intitolato East Building National Gallery Washington, Variazioni sul Tema #1, #6,#11 realizzato tra il 1981 e il 2020. Alla prima edizione, invece, è il PREMIO PUNCTUM – Sinestesie Cromatiche, promosso da Fondazione Maimeri con il patrocinio scientifico dell’Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali e Dipartimento di Studi Storici), in collaborazione con MIA Fair e con la partecipazione dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti – TAU Visual. Il riconoscimento va a Artoni Francesca, Barbato Francesco, Cazzulo Nicola, Di Giacomo Carlo, D’Orta Carlo, Magrin Alberto, Pettinelli Carlo, Rovere Giuliano, Vettori Virginia e Zambon Romana per le loro ricerche sul colore nella fotografia. In mostra a MIA 2021, anche i progetti vincitori di Esplorare Gavi – Immagini d’Autore dal Piemonte, il premio fotografico indetto dal Consorzio Tutela del Gavi con l’obiettivo di raccontare il territorio del grande bianco piemontese attraverso il filtro emozionale e professionale della fotografia d’arte. “Le fotografie scattate dai vincitori sono lontane dagli ‘scatti social’ e dalle ‘illustrazioni cartolina’”, spiegano gli organizzatori. “Loredana Mantello, che si è aggiudicata il primo premio, Tiago & Tania e Monica Silva– secondi classificati ex aequo – hanno restituito, in immagini, le emozioni e le sensazioni provate esplorando il territorio del Gavi Docg e creando tre racconti fotografici non convenzionali che interpretano artisticamente paesaggi, storia, colori, monumenti e persone”.
-Giulia Ronchi
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