La quinta edizione della fiera ArcoLisbona. Ecco come è andata
ArcoLisbona quinta edizione. Il successo della vetrina internazionale dell’arte portoghese, con focus africano e ottime proposte italiane
Se da tempo ormai ArcoMadrid ha consolidato il ruolo di porta di ingresso dell’arte emergente latino-americana sul mercato europeo, ArcoLisbona si attesta sempre più quale vetrina privilegiata della creatività contemporanea portoghese, con un’apertura verso le ex colonie africane – soprattutto Angola, Capo Verde e Mozambico – e verso l’eredità post-coloniale presente nelle nuove generazioni. Dopo due anni di edizioni online, la fiera dell’arte contemporanea esportata da Madrid si è svolta a Lisbona tra il 19 al 22 maggio in forma presenziale e in un clima positivo, animato soprattutto dall’atteso ritrovo di artisti, collezionisti e gallerie.
ARCO LISBOA IN PRESENZA E CON UN OCCHIO ALLA CREATIVITÀ AFRICANA
“È un piacere tornare alla Cordoaria Nacional di Lisbona in presenza, per ritrovarci finalmente anche qui di fronte alle opere d’arte”, ha dichiarato Maribel López, direttrice di ArcoMadrid e di ArcoLisboa. “Quest’anno più che mai la fiera ha il compito di rianimare il mercato e di facilitare il lavoro delle gallerie, soprattutto quelle più giovani. Nel programma generale, abbiamo consigliato ai 43 galleristi presenti di concentrarsi su due o tre artisti, per presentare in maniera esaustiva il loro lavoro; la formula del dialogo ha dato finora buoni frutti sul mercato. Riproponiamo per la seconda volta anche Focus Africa, una sezione di studio e di scoperta al quale partecipano nove gallerie provenienti da tutto il continente, due persino dal Sudafrica, selezionate dalla curator Paula Nascimiento”. Il format della fiera – organizzata da Ifema (l’ente fiera di Madrid) con la Camara Municipal di Lisbona (il Comune) – non cambia di molto e si mantiene sulla linea dell’omonima manifestazione madrilena di febbraio: con la sezione ArtsLibris, dedicata all’editoria specialistica; i talks per addetti ai lavori e un fitto programma di visite guidate per collezionisti internazionali, con il coinvolgimento dei principali musei, gallerie e centri culturali alternativi e non della città. Immancabile, a Lisbona come a Madrid (anche se senza l’omonimo premio d’arte), la partecipazione dell’italiana Illy Caffè, impresa legata alla creatività artistica che da anni appoggia Arco.
LA VIVACITÀ ARTISTICA DI LISBONA
Malgrado gli spazi lunghi e stretti della Cordoaria Nacional costringano a ridurre la presenza delle gallerie (quest’anno sono solo 65, con non poche difficoltà nelle fasi di montaggio), in realtà è proprio tale antico edificio navale del XVII secolo, a due passi dalla torre di Belén, a rappresentare il fascino aggiunto della fiera lusitana. “ArcoLisbona è un evento strategico per la città e un’opportunità soprattutto per le giovani generazioni di artisti portoghesi”, dichiara il sindaco Carlos Moedas, che non solo sostiene la fiera (dove il Comune ha comprato una ventina di opere per i suoi musei), ma anche la creatività giovanile in generale. Nel suo studio campeggia infatti un’opera in sughero di grande formato di Vihilis, alias Alexandre Farto, fra i volti emergenti dell’arte portoghese. “Cultura e arte sono parte essenziale della mia politica per la città”, conclude il primo cittadino. “Tra i progetti futuri abbiamo in programma la creazione di una factory per giovani artisti, nel quartiere di Santa Apollonia; l’apertura di un innovativo museo dedicato al Tesoro Reale; infine, per il 2023 è prevista la nascita della sede permanente della collezione di Juliao Sarmento, in un edificio storico lungo il mare nei pressi di Belén”.
ARCO LISBONA: ARTISTI PORTOGHESI, GIOVANI E AFFERMATI
Le tante gallerie spagnole presenti in fiera – tra le quali alcune delle colonne portanti di ArcoMadrid come Juana de Aizpuru, Helga de Alvear e Leandro Navarro – hanno puntato perlopiù su pezzi storici o nomi già consolidati sul mercato, come i grandi quadri informali dello spagnolo Segundino Hernández (quotati ormai strabilianti cifre a cinque zeri), le tele dipinte e i vasi di Miguel Barceló o le opere tridimensionali astratte di Ángela de la Cruz. Ma tra gli stand in ArcoLisbona sono soprattutto gli artisti portoghesi ad attirare l’attenzione di pubblico, stampa e collezionisti. Pochi ma buoni quest’anno i pezzi esposti a firma Pedro Cabrita Réis: fra questi una serie di opere su carta a tecnica mista, di medio e grande formato, tra cui tre bellissimi Self Portraits a collage (galleria di Miguel Nabinho); ricorrenti le opere in cartone dipinto di Carlos Bunga; bella la video installazione da lanterna magica di Joao Maria Gusmao, così come le composite installazioni di Angela Ferreira e i lavori architettonici di Fernanda Fregateiro. La vitalità creativa di un Paese si nota anche dall’abbondanza di proposte di talenti emergenti, una generazione che in Portogallo annovera anche molte donne. Fra le artiste più interessanti, Sara Bishao propone assemblaggi d’oggetti stile arte povera, dal forte contenuto ambientalista e sociale (Galleria Filomena Soares) ed è presente già in molte collezioni internazionali; la fotografa e filmaker portoghese di origini angolane Monica de Miranda affronta con delicata poesia e con immagini potenti, anche per la scelta di insoliti montaggi a pannelli giustapposti, la marginalità sociale e il dramma del vecchio e del nuovo colonialismo (da Carlos Carvalho Arte Contemporanea e nella galleria madrilena di Sabrina Amrani). Fra i portoghesi diverte l’ironia di Luis Lazaro Matos con i suoi costumi da bagno maschili anni Trenta (interi) in carta con squali dipinti, appesi in fila alle pareti dello stand di Madragoa (la galleria portoghese dell’italiano Matteo Consonni) come se fossero in un negozio d’abbigliamento, in dialogo con le opere in vetro e acciaio della spagnola Belén Uriel. Il portoghese Vihilis è l’artista urbano portoghese del momento, grazie anche a un’enorme installazione video al Maat; di solito però lavora stratificazioni di intonaco, resti di cartelloni pubblicitari sui muri e materiali poveri dando vita a casuali quanto intensi volti umani (galleria Vera Cortés).
TANTA ITALIA TRA GLI STAND INTERNAZIONALI
L’assenza di gallerie italiane ad ArcoLisbona quest’anno non ha impedito che l’Italia spiccasse per la presenza di proposte e artisti interessanti. Monica Bonvicini è fra i nomi di punta della galleria austriaca Krinzinger: una scultura in vetro di Murano, un lavoro su carta e una installazione realizzata con le cinture nere esposte nello stand confermano l’interesse crescente del mercato internazionale per l’artista italiana. Interessante anche il dialogo nella galleria madrilena di Rafael Pérez Hernando fra due nomi storici come Giorgio Crippa e la francese Claude Viallat. Ma è senz’altro il solo show di Alessandro Pessoli nello stand di GreenGrassi – galleria londinese dell’italiana Cornelia Grassi – a meritarsi il premio come migliore progetto espositivo, degno di un contesto museale. Sono infatti di recente fattura i 18 lavori su carta che ritraggono altrettanti personaggi immaginari dai colori stravaganti, diavoli o folletti che rimando alle fantasie dell’infanzia, a un mondo felliniano perduto e a un realismo magico che è la cifra di un singolare artista fuori dagli schemi e dalle mode.
OPENING, IL PREMIO A UNA GALLERIA DI TBLISI
La sezione Opening, curata da Chus Martínez y da Luiza Teixeira de Freitas con 13 gallerie di meno di sette anni d’età, ogni anno premia lo stand migliore con la restituzione del denaro pagato per partecipare alla fiera. Il premio quest’anno è andato alla giovane galleria georgiana Artbeat, nata nel 2014 come progetto itinerante per portare l’arte nei villaggi della campagna in Georgia e dal 2017 impegnata a Tbilisi nella promozione internazionale degli artisti georgiani. Al di là della qualità delle opere esposte, di Natos e Nika Kitateladze (due artisti figurativi, che dipingono piccoli quadretti colorati ispirati al folclore naif del loro Paese), è stato premiato l’impegno di due giovani donne che vivono in un contesto periferico, dove non esistono musei d’arte contemporanea.
– Federica Lonati
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