A Napoli torna a ottobre 2023 la fiera EDIT dedicata al design d’autore
Un centinaio di espositori, una sede principale e otto mostre diffuse in luoghi simbolo della città, su temi che spaziano dall’alto artigianato al riciclo degli scarti di lavorazione dell’industria del mobile. Intervista alle curatrici
Cambia la sede ma non il focus, come sempre rivolto principalmente al design editoriale, un’etichetta che tiene insieme progettisti indipendenti, creatori e aziende con una produzione lontana sia dai grandi numeri del modo industrial sia dalla logica del pezzo unico per collezionisti. La quinta edizione di EDIT Napoli, la fiera che dal 2019 raccoglie nel capoluogo campano professionisti del settore e appassionati, si svolgerà dal 6 all’8 ottobre 2023 all’interno del complesso monumentale dei Santi Severino e Sossio, sede dell’Archivio di Stato. Abbiamo chiesto a Domitilla Dardi, storica del design che ha fondato e cura la manifestazione insieme a Emilia Petruccelli, di darci alcune anticipazioni su ciò che vedremo nella prossima edizione della fiera.
EDIT Napoli. Intervista alla curatrice Domitilla Dardi
Partiamo dalle novità, ci saranno cambiamenti rispetto alle passate edizioni?
Innanzitutto, dopo quattro edizioni, abbiamo una nuova location! Ci spostiamo di pochi metri, rimanendo sempre nel contesto del centro storico, e passiamo da un monastero benedettino a un altro ex-monastero benedettino con quattro chiostri: l’Archivio di Stato, da poco restaurato. È un posto meraviglioso che non ci farà rimpiangere San Domenico a cui siamo state molto affezionate. La dimensione del chiostro a noi piace tantissimo perché ci consente di dialogare con l’antico e di creare una situazione simile a quella dell’hortus conclusus (il “giardino chiuso”, cinto da alte mura, tipico delle abbazie medievali, n.d.r.) che è molto bella ai fini espositivi.
Come allestirete gli spazi?
Avremo un allestimento fluido, leggero e molto rispettoso del contesto strutturale e architettonico progettato dallo studio Stamuli. Tendiamo da sempre a evitare le pareti divisorie, e quest’anno in particolare abbiamo preferito giocare sui tessuti e sugli arazzi. Anche la campagna di comunicazione si ispira alle bandiere: la nostra art director ha ideato grafiche con elementi geometrici che sono il risultato di uno studio sulla semplificazione dei motivi dell’araldica nobiliare napoletana. Per quanto riguarda i colori, a fianco del rosso, immancabile per noi, abbiamo introdotto un giallo oro e un blu d’Angiò, un colore che nell’anno dello scudetto del Napoli non poteva essere dimenticato. Tutta la città sarà vestita a festa, è il caso di dirlo, con nastri, festoni, bandiere, magliette dei giocatori appese al posto dei panni stesi…
Due parole sugli espositori: quanti saranno? Com’è cambiata, se c’è stata un’evoluzione, la loro risposta dalla prima edizione a oggi?
Ci saranno quasi cento espositori, in aumento rispetto ai circa ottanta dello scorso anno, con molte conferme e l’ingresso di alcune belle realtà. La cosa che ci rende più felici è vedere come anche gli emergenti siano aumentati e abbiano un profilo sempre più internazionale, anche grazie alle partnership con gli Istituti di Cultura spagnolo e olandese. La risposta degli editori non è cambiata ma si è rafforzata attraverso una crescita graduale, biologica. È una rete che piano piano si è allargata e continua ad allargarsi, e all’interno della quale cerchiamo di far circolare informazioni e opportunità, convinte come siamo che la generosità chiami generosità.
Come selezionate i progetti più interessanti?
In base ai principi del nostro manifesto: l’attenzione alla qualità della realizzazione, i numeri – che non devono essere giganteschi ma nemmeno piccolissimi come nell’universo del collectible, parliamo piuttosto di serie aperte -, la volontà di perseguire una vera sostenibilità, quella cioè della filiera corta e trasparente che soltanto le piccole e medie imprese del design editoriale possono garantire. Cerchiamo di fare un bilanciamento tra proposte di ricerca e proposte più popolari ma stiamo anche molto attenti a non snaturarci perché l’unico valore durevole è la credibilità.
La formula della fiera con curatela forte, insomma, è ancora vincente?
Sì, sono convinta che questa formula, che all’epoca ho mutuato dalle fiere d’arte, abbia ancora un senso. Avere una curatela significa vagliare attentamente ogni singolo progetto come facciamo Emilia ed io, assicurandosi che sia in sintonia con il gruppo e con le altre proposte. Questo lavoro è una faticaccia ma porta dei risultati. Io dico sempre: fai una cosa che ti assomigli, così potrai risponderne nel bene e nel male senza rammarico per scelte forzate da altri.
Puoi darci qualche anticipazione sui Cult, le mostre da voi curate fuori dalla fiera?
Siamo molto contente perché i Cult stanno andando nella direzione che avevamo immaginato all’inizio. Stanno diventando, cioè, il luogo dove aziende del mondo industrial, o realtà che magari sono nate come editoriali e poi sono cresciute diventando più grandi, possono portare i loro progetti speciali. Un esempio è quello di Pedrali, che ha sviluppato un progetto estremamente interessante sul recupero delle plastiche di risulta con DWA Design Studio e ha prodotto una serie di pezzi torniti che esce dal lessico abituale dell’azienda. Agape Casa metterà in scena Casa Mangiarotti all’interno di un edificio storico in Riviera di Chiaia, Palazzo Ravaschieri, recentemente restaurato da Giuliano dell’Uva.
E poi?
Ci sarà un omaggio di Fabio Novembre al maestro Riccardo Dalisi, a poco più di un anno dalla sua scomparsa. Sabine Marcelis porterà a Napoli alcuni pezzi della Cobalt House (uno spazio immersivo tutto in blu già presentato ad Art Basel) con La Prairie, mentre un luogo eccezionale come la chiesa monumentale di Santa Maria la Nova ospiterà i monoliti di Ranieri, un marchio con una solida tradizione nella lavorazione della pietra lavica. Avremo anche Il Tornitore Matto di Alberto Alessi in una nuova veste, ospite di un artigiano mascheraio napoletano, a dimostrazione del fatto che progetti che in altri contesti hanno una cornice “pulita” e rigorosa possono essere riambientati qui in una dimensione più calda e partecipata.
Giulia Marani
Napoli // Dal 6 all’8 ottobre 2023
EDIT Napoli
A cura di Emilia Petruccelli e Domitilla Dardi
Archivio di Stato, ingresso in Vico Monte della Pietà, 2
Programma completo su www.editnapoli.com
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