Le 10 migliori gallerie della super fiera Paris+ a Parigi
Si tiene in un padiglione temporaneo decisamente scomodo e non perfettamente organizzato, però la fiera è di una qualità strabiliante. E certifica la leadership parigina sul mercato dell’arte di questi anni post Covid e post Brexit
La massiccia tensostruttura del Gran Palais Éphémère, costruito nel Campo di Marte di Parigi per ospitare gli eventi solitamente fruibili nell’originale Gran Palais durante il suo restauro e progettato dal super architetto Jean-Michel Wilmotte è stato allestito dagli svizzeri di Art Basel – che gestiscono questa fiera – in maniera scomoda. Densissimo di gallerie e stand per vendere fino all’ultimo metro quadro e poi non c’è un angolo di relax, un centimetro per respirare, impossibile bere qualcosa o ricaricare il coputer o il telefono.
La lounge al primo piano, con vista sulla Tour Eiffel, accessibile solo a prezzo di lunghe file impensabili in una giornata di lavoro intensa come quella dell’opening di una fiera. Visto che poi il capannone di Wilmotte non basta, è stata aggiunta una struttura temporanea ulteriore che però ha una luce, un sapore, una altezza del soffitto e un microclima diverso. E così sembra di vedere due fiere separate passando da una all’altra hall. Per non parlare della sezione tra le due ali, quella dedicata alle gallerie emergenti, che sono allestite in un’area sostanzialmente buia.
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Paris+ 2023. Una fiera di qualità eccellente
Le lamentele però finiscono qui. Agevoli le procedure di ingresso nonostante le strombazzate misure di sicurezza incrementate. Buono l’afflusso di pubblico nonostante le paure della vigilia vista la difficile situazione internazionale e in particolare nei paesi francofoni. Ma soprattutto qualità dell’offerta in alcuni casi davvero sbalorditiva. Tutte le migliori gallerie d’arte del pianeta si sono date appuntamenti a Parigi e hanno tirato fuori il meglio dai loro magazzini. Il raffronto con la fiera Frieze, svoltasi a Londra la settimana scorsa, vede la rassegna britannica semplicemente surclassata. In alcune gallerie (una su tutte? David Zwirner. Ma poi anche Mattew Marks, Mendes Wood e così via) abbiamo visto cose così strepitose che neppure abbiamo considerato la candidatura per la nostra graduatoria che leggerete qui sotto: siamo oltre. La Parigi che si prepara ad ospitare i Giochi Olimpici nel 2024 e che il governo più autorevole di un’Europa piena di governi così e così è la capitale assoluta del mercato dell’arte da questa parte dell’Oceano. E le lunghe giornate di aste nei prossimi giorni lo certificheranno. Non è stato facile articolare una selezione delle migliori gallerie in fiera dunque. Ma ormai è una tradizione e dunque l’abbiamo fatto lo stesso assumendoci il rischio – come spiegato sopra – di aver tenuto fuori proposte superlative. Abbiamo scelto tuttavia, a nostro gusto, un percorso tra idee più particolari, coraggiose, sfrontate o eleganti.
1 / 10
Anton Kern
2 / 10
MAI36
3 / 10
Massimo De Carlo
4 / 10
Alfonso Artiaco
5 / 10
Gagosian
6 / 10
Neugerriemschneider
7 / 10
EMALIN
8 / 10
Pilar Corrias
9 / 10
Christian Berst
10 / 10
Dvir
Colpisce particolarmente, subito vicino all’entrata, lo stand dei newyorkesi di Anton Kern che deve aver penato non poco per pannellare tutte le superfici con un allestimento di liste in legno firmato dal grande designer italiano Martino Gamper. L’effetto però è assicurato e le opere della scultrice Francis Upritchard spiccano in tutta la loro varietà sui plinti in pietra, o teatralmente nascoste sul retro, o collocate sul fronte dello stand. Sono figure umane, vegetali, animali di vari materiali (metallo, stoffa) con prezzi assai variabili dai 175 ai 17mila euro e raccontano tutto il percorso di questa 47enne artista neozelandese
Uno stand tutto sommato classico al suo interno, ma con degli spunti niente male alle “estremità”. Da una parte, con una parete specchiante che dà sulla sezione editoria della fiera, c’è un ampio intervento di General Idea mentre esplorando lo stand ad un certo punto si trova una mini-retrospettiva di Irma Blank. Una sala riservata, calma, isolata con lavori dagli Anni Settanta agli Anni Novanta della grande artista.
Bella idea questo stand praticamene tutto dedicato alla pittura. Un’opera grande sullo sfondo di Jean-Marie Appriou, due sculture al centro e poi sulle due pareti quadri in fila con tutti i grandi nomi della galleria in un contesto curato e pensato in maniera seria. Le opere rispondono ai nomi di Yan Pei Ming, Skyler Chen, Lenz Geerk, Ludovic Nkoth, Salvo (fresco di record in asta), Nate Lowman, Rob Pruitt e altri ancora
Uno stand scintillante e metallico grazie ad alcuni artisti che hanno lavorato su materiali lucenti. Molto ben curato lo spazio e illuminato da due grandi lavori di Ann Veronica Janssens. E poi c’è in una teca Giulio Paolini con una sfera (in metallo), Michel Francois con delle opere a parete (in metallo) e le, pietre a terra (in metallo, nichel per la precisione) di Veronica Bisesti new entry dell’ultimo anno in scuderia Artiaco.
Uno stand molto particolare quello concepito da Gagosian. Non c’è neppure una didascalia, le opere sono allestite su pareti dalle nuance tenui dei beige e bisogna indovinare l’autore. C’è solo un codice QR per scaricare la mappa di questa mostra che riesce a innescare una visita più silenziosa e posata. Dalla mappa si evince che alle pareti ci sono opere di Urs Fisher, Ed Ruscha, Tatiana Trouvé, Giuseppe Penone, Brice Marden, Keith Haring e molti molti altri.
Difficilmente questa autorevole gallerie berlinese manca dalla nostra selezione: gli stand sono sempre al contempo intelligenti e spettacolari. Assai scenografico quest’anno è l’allestimento di quattro barbecue di Rirkrit Tiravanija realizzati con barili di petrolio. Alle pareti a dare spinta alla sala c’è tutta una parete di vetri colorati di Olafur Eliasson oltre che un gradioso arazzo tre metri per tre di Thomas Bayrle.
Una bella occasione per celebrare le evoluzioni politiche polacche questo stand di Emalin assai ricco di atmosfere. Fuori c’è un video, dentro ci sono dei lavori di pittura alcuni molti piccoli che ritraggono delle mani, altro più grandi con delle scene di esterno e degli incendi di arbusti. Si tratta delle pitture di Karol Palczak, nato in Polonia nel 1987 e nel pieno della sua crescita di carriera, che con queste opere riesce a raccontare la sua terra nel piccolissimo spazio di uno stand fieristico nella sezione degli emergenti
Dopo essere entrata nella nostra graduatoria a Frieze la scorsa settimana, Pilar Corrias – galleria in grande spolvero di questi tempi – non può mancare neppure qui. Lo stand è molto semplice e ospita in uno spazio allungato all’ingresso della seconda hall fieristica due artisti: Rirkrit Tiravanija si occupa delle pareti con un wallpaper e delle placche in metallo con parole e frasi riferite al mondo naturale. E sempre su temi naturali si articolano i lavori in acrilico su tela della più giovane Vivien Zhang. Non è la prima volta che i due artisti lavorano in sinergia.
Quando abbiamo approfondito il mondo dell’art brut specificando come anche a livello di mercato si stavano concentrando interessi e sviluppi, ci riferivamo anche a casi come questo. La galleria parigina Christian Berst, dedicata proprio all’art brut, espone una decina di opere dell’artista austroungarica Anna Zemankovà, cecoslovacca, riscoperta dieci anni fa dalla Biennale di Venezia curata da Massimiliano Gioni. I lavori su carta, di dimensioni medie, sono quasi tutti vendutissimi già dopo una manciata di ore dall’inizio della fiera. A 40mila euro l’uno.
La galleria israeliana, rappresentante a Parigi di un pese purtroppo in guerra,ha portato un progetto che colpisce nel percorso serrato delle gallerie della seconda ala della fiera. Tutta le pareti sono ingombre di un nuovo progetto del grande artista scozzese Douglas Gordon. Si tratta di immagini softcore, per lo più provenienti da riviste sexy degli Anni ‘60, riportate su stracci e tele bruciacchiati applicati su tele o su specchi. Sono lavori che Gordon ha eseguito durante i lockdown. Sul pavimento la galleria ha voluto affiancare un artista di generazione completamente differente: qui si trovano le sculture dell’artista afroamericano trentenne Bri Williams realizzate con oggetti trovati.
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Anton Kern
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MAI36
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Massimo De Carlo
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Alfonso Artiaco
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Gagosian
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Neugerriemschneider
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EMALIN
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Pilar Corrias
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Christian Berst
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Dvir
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Massimiliano Tonelli
È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…