Art Basel Miami 2023. Come sono andate le vendite per le gallerie in fiera
Si conclude al Convention Center di Miami Beach l’edizione 2023 della fiera americana. Prezzi in discesa e transazioni meno frenetiche che in passato: ne abbiamo parlato con collezionisti e gallerie arrivati dall’Italia
Sono andate a un passo più lento e in range di prezzo più contenuti le vendite di Art Basel Miami Beach 2023, che si è chiusa al Convention Center il 10 dicembre. Solide per alcuni espositori, più moderate per altri, gli scambi non sono mancati né per le gallerie internazionali né per quelle italiane in trasferta. Ma i ritmi, a sentir gli espositori, non sono proprio più quelli a cui il mondo dell’arte aveva fatto l’abitudine. E d’altronde l’ammiraglia americana di Art Basel arrivava a chiudere un anno complesso, di correzioni e aggiustamenti sulle cifre dell’industria, di volatilità e contrazione sia per le case d’asta che per le gallerie. Un’atmosfera cauta e guardinga, come ci hanno raccontato i due collezionisti italiani Matteo Novarese e Giovanni Scarzella, che abbiamo raggiunto per farci raccontare la loro esperienza delle fiere di Miami, insieme alle gallerie italiane che partecipavano ad Art Basel, a NADA e a Untitled.
Rallentano le vendite ad Art Basel Miami Beach 2023
Prezzi in discesa e transazioni meno frenetiche all’ultima edizione di Art Basel a Miami Beach quindi, ma i collezionisti si sono visti, soprattutto americani, e parecchie sono state le opere che hanno trovato nuovi proprietari. Pur risentendo certo delle tensioni geo-politiche, oltre che dei rallentamenti economici globali. Intanto il gruppo Art Basel ha lanciato in occasione della fiera americana il nuovo progetto Access, una nuova piattaforma che incentiva donazioni benefiche associate ad acquisizioni d’arte, con una percentuale a partire dal 10% sui prezzi delle opere destinata a Miami Foundation e International Committee of the Red Cross. E se l’opera annunciata come la più costosa di tutta la fiera – il dipinto Delta di Frank Stella del 1958 con un prezzo richiesto da Yares Art di $45 milioni – sembra sia rimasta disponibile, non sono mancati riscontri per gli espositori che hanno proposto opere di alto profilo qualitativo a prezzi ragionevoli.
Le vendite delle gallerie internazionali ad Art Basel Miami Beach
Sembra intanto sia stato Hauser & Wirth a vendere l’opera più costosa, nelle prime ore di apertura della fiera: Painter at Night di Philip Guston ha trovato un nuovo proprietario per $20 milioni. Insieme a un’opera del 2023 di George Condo venduta a 2.35 milioni e a un dipinto di Flora Yukhnovich per 320,000 sterline. Lo scorso giugno aveva fatto sapere alla stampa che non avrebbe più condiviso informazioni su vendite e prezzi, ma deve averci ripensato David Zwirner e sin dal giorno di preview è stato solerte a comunicare le vendite di The Schoolboys (1986–87) di Marlene Dumas al prezzo record di $9 milioni (oltre le aggiudicazioni d’asta anche); di due Net paintings di Yayoi Kusama a $3 e $3,2 milioni; tre dipinti di Robert Ryman tra i 2 e i 3 milioni; un lavoro di Alice Neel per 2 milioni, uno di Noah Davis per 1,6 milioni e uno di Elizabeth Peyton per 1,3 milioni.
Tra le altre vendite dei primi due giorni, da Mennour Response di Lee Ufan tra 700,000-900,000 dollari; un dipinto di Tracey Emin da 1,2 milioni e uno di Nicolas Party da 520,000 per Xavier Hufkens; Thaddaeus Ropac con due opere di Georg Baselitz a 1,5 e 1,2 milioni, più un lavoro di Emilio Vedova a $850,000. Dalla sezione Positions, sold out in poco più di un’ora per tutti i lavori nuovi di Esaí Alfredo (11-35,000 dollari) presentati dalla galleria di Miami Spinello Projects, che ha riscosso successo anche nella sezione Meridians, dove la grande scultura di Reginald O’Neal, The Cellist, è stata acquisita giovedì da El Espacio 23, l’istituzione fondata dal collezionista Jorge M. Pérez.
Le gallerie italiane ad Art Basel Miami Beach 2023
Alfonso Artiaco non nasconde, invece, che la congiuntura è tutt’altro che perfetta. Lo stand era scandito da opere dei grandi dell’arte: Sol LeWitt, Carl Andre, Jannis Kounellis, Ann Veronica Janssens, Anri Sala, Vera Lutter, Juan Uslè, con la sezione KABINETT dedicata invece al giovane Diego Cibelli. “Questa edizione di Art Basel Miami Beach è stata molto al di sotto delle nostre aspettative”, ha segnalato il gallerista. “La presenza di collezionisti è stata limitata al giorno dell’inaugurazione e poco al successivo, mentre dal venerdì il pubblico era generalista. Poche vendite e l’impressione che una gran fetta del collezionismo americano preferisca ormai visitare la fiera di Parigi ad ottobre piuttosto che Miami”.
Mazzoleni, al suo nono anno di partecipazione ad Art Basel Miami Beach, ha venduto il primo giorno due opere di Salvo tra $ 90.000-250.000. In fiera con un dialogo tra artisti italiani del Dopoguerra, tra cui Carla Accardi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi e Salvo, e l’arte cinetica e ottica di Jesús Rafael Soto e Victor Vasarely, la galleria ha riscontrato “grande entusiasmo e interesse da parte dei collezionisti, soprattutto durante la VIP Preview. Le opere di Salvo e Bonalumi continuano a riscuotere un incredibile successo”. Agostino Bonalumi, con Bianco, è stato anche tra le vendite di Cardi Gallery per $90,000, insieme a un sicofoil di Carla Accardi degli anni 1970-1979 a $60,000.
Le fiere NADA e Untitled a Miami secondo le gallerie italiane
Passando alle altre fiere in città, da NADA arriva l’ottimo riscontro della milanese Ribot Gallery che, al suo debutto a Miami, ha venduto una grande installazione realizzata per l’occasione dal giovane Stefano Perrone per $25.000. “Alla nostra prima partecipazione a NADA Miami abbiamo riscontrato un bel feedback da parte del pubblico americano e internazionale. Molti i visitatori, soprattutto il primo giorno”, ha raccontato Monica Bottani di Ribot.
Ad Untitled ha sfiorato il sold out Lunetta11, con una presentazione monografica dell’artista Ismaele Nones e opere del 2023 in un range di prezzo dai 5.000 ai 24.000 dollari. “Untitled Art Miami è una fiera spregiudicata e appassionante. Si può trovare negli stand dal minimalismo americano a orge di pixel che scorrono su monitor. Il pubblico è immenso, estroverso e pronto a comprare per il gusto di avere l’opera che piace”. E sold out di Daniela Comani e Marilisa Cosello allo stand della bolognese Studio G7, che ha realizzato numerose vendite anche per Guerzoni, Mazzonelli e Dall’Olio, in range di prezzi di 4.000-40.000 dollari, pur in una fiera trovata leggermente sottotono, forse a causa di troppe gallerie presenti. Conferma poi il passo a rilento la galleria Secci: “Abbiamo registrato buone vendite, anche se inferiori rispetto agli anni precedenti e interagito con collezionisti di buon livello, ma interessati a comprare opere a prezzi moderati”.
I commenti dei collezionisti italiani a Miami
Nei corridoi delle fiere c’erano naturalmente anche i collezionisti italiani, come Giovanni Scarzella, che di Miami ci conferma un’offerta “unica e impagabile”, tra musei e istituzioni “che espongono anche gli emergenti che si possono trovare in fiera: ho visto diversi artisti che ho in collezione già nei musei e la cosa non può che far piacere”. E che ha trovato anche nuovi tesori per la sua collezione. “Ho comprato una scultura in ceramica di Sharif Farrag da Francois Ghebaly. È un artista che amo molto e da tempo aspettavo l’occasione giusta. Dopo averlo visto esposto al Rubell Museum mi sono convinto. Mi sono piaciute molto anche le ceramiche di Erin Jane Nelson da Document e un giovane scultore cinese, Yi Xin Tong, da Candice Madey Gallery. Molto intriganti anche le opere di Catalina Ouyang da Lyles and King e Night Gallery. Tutte cose che valuterò in futuro”.
Tra gli stand più apprezzati, “Anat Ebgi, Lisson Gallery, Kohn Gallery, James Fuentes, Nicolai Wallner e molte altre ad Art Basel. Le altre fiere mi sono parse un po’ più sottotono, ma comunque con proposte interessanti come, ad Untitled, Anna Eriksson con l’argentina Soko, le italiane G7 e Lunetta11. E a Nada Madragoa ed Eastcontemporary”. E al di là di uno stile “Miami”, con “tanto colore, tante opere appariscenti e materiche, molta pittura astratta ma anche scultura, e in particolare ceramica”, alla nostra richiesta sull’atmosfera dell’evento ecco quali sono le considerazioni conclusive: “Ho visto un po’ di cambiamento nell’aria, il momento di crisi aiuterà a fare selezione in termini di qualità”.
Le opere scelte dai collezionisti italiani alle fiere di Miami
Promossa a pieni voti anche dal collezionista Matteo Novarese, che a Miami ha comprato tre dipinti, una fotografia e un lavoro su carta in un range di prezzi dai $1.500 a $20.000, e ha trovato la proposta di Art Basel Miami globalmente “di altissimo livello, con la sezione NOVA che è stata forse la più interessante in termini di proposta, molto audace e di ricerca”. E se si conferma un’atmosfera in generale “più cauta del solito, anche se con un’affluenza massiva a tutti gli opening”, Novarese nota anche “un certo fermento attorno ad artisti che, se pur giovani, sono già catapultati in orbita di gallerie importanti come Emma McIntyre, Robert Zehnder, Alicia Adamerovic, Daisy Parris e Marina Perez Simao. Mi è piaciuto l’approccio di alcuni galleristi che vedono questo momento meno dinamico come un’opportunità per focalizzarsi su progetti strutturati dal sapore più istituzionale”. In quanto a preferenze, a conti fatti, “gallerie come Edel Assanti con Lonnie Holley, Document con Anneke Eussen e Lyles & King con Catalina Ouyang hanno proposto sculture affascinanti con approcci totalmente differenti, ma la mia menzione speciale come ‘best booth’ va a Bradley Ertaskiran e all’installazione mastodontica sulla perpetua ciclicità del tempo di Azza El Siddique”. Ma non c’è solo l’ammiraglia in città e le altre fiere sono sempre poli di attrazione di peso. “NADA regala sempre sorprese, per me è la fiera più interessante da visitare da un punto di vista di scoperta di nuovi profili e tendenze”. E la scoperta di questa Miami 2023? “Lera Dusbitskaya. È l’artista che mi ha colpito maggiormente e che porto a casa quest’anno da Miami come miglior scoperta”.
Cristina Masturzo
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