Artgenève 2024, il report dalla fiera-boutique in Svizzera. Gallerie e istituzioni in dialogo
Un bilancio a conclusione della fiera ginevrina per ampliare lo sguardo sul mercato e sul sistema dell’arte svizzeri, tra proposte consolidate e giovani artisti emergenti
Si è tenuta dal 25 al 28 gennaio 2024, al Palexpo di Ginevra, la dodicesima edizione di Artgenève, un evento sempre più importante e tra i primi a inaugurare il calendario fieristico. Lo scenario? Una delle principali piazze finanziarie della Svizzera che punta a essere anche un centro culturale dinamico e cosmopolita. Sostenuta da UBS sin dalla sua edizione inaugurale nel 2012, la fiera rispecchia il ruolo di Ginevra come vetrina d’eccellenza e il rilievo della Svizzera nel mercato artistico.
Artgèneve, la fiera-boutique della Svizzera
Con dimensioni contenute, per numero di espositori – 80 in questa edizione 2024, contro i 90 del 2023 –, che le conferiscono l’epiteto di fiera-boutique, Artgèneve ricopre, dal 2012, un ruolo chiave nel confermare la città svizzera come una destinazione speciale per collezionisti, galleristi e amanti dell’arte. Per la possibilità di dialogo tra i visitatori e i protagonisti della fiera, ma anche per il palinsesto di eventi che si svolge intorno e crea una sinergia vibrante tra mercato dell’arte e tessuto urbano. A prendere il timone dell’edizione 2024 è stata la nuova direttrice Charlotte Diwan, 31 anni, dopo la turbolenta partenza del suo predecessore, Thomas Hug, finito sotto inchiesta l’estate scorsa per la denuncia della Foundation for Visual Arts, ente che organizza Artgèneve, per frode, cattiva gestione e furto. Hug è sospettato di aver acquisito opere d’arte per quasi un milione di franchi tra 2015 e 2023, falsificando fatture e utilizzando risorse della Fondazione in modo improprio. Alto il tasso di internazionalità per la fiera in questa edizione 2024: il 70% delle gallerie arrivava dalle piazze internazionali, confermando l’attrattiva globale di Artgèneve. E di peso l’attenzione ad aspetti più curatoriali, con 29 gallerie sulle 80 presenti che proponevano in stand mostre personali.
Le gallerie italiane e internazionali di Artgenève 2024
Oltre alle grandi gallerie affermate, tra cui Kamel Mennour, Perrotin, Thaddaeus Ropac e Hauser & Wirth, numerose sono state le gallerie più piccole e quelle medie tra gli espositori, con la pittura a farla ancora da padrona e qualche focus fotografico di qualità. Una presenza notevole e di ottimo profilo è stata quella delle gallerie italiane, tra cui 10 A.M. ART, Monica De Cardenas, P420 e Maggiore g.a.m con Poggiali, Prometeo, Primo Marella Gallery, Tornabuoni Art, Enrico Astuni e Franco Noero. La galleria parigina Semiose presentava Xie Lei, artista di origine cinese che, dopo la sua residenza all’Accademia di Francia a Villa Medici, inaugurerà a marzo una mostra personale da Meessen De Clercq di Bruxelles; mentre Urs Meile ha esposto il lavoro di Marion Baruch, che il 30 gennaio apre un solo show da Viasaterna a Milano. Alla Galerie Mighela, Shama David Weishaar (una delle promesse più interessanti da tenere d’occhio) mostrava per la prima volta un corpus di lavori concepiti appositamente per Artgenève, Chemically Induced Magic Unfolds. I prezzi? Per tutte le tasche, partendo da qualche migliaio di euro per le opere di artisti emergenti, fino alle centinaia di migliaia di euro per opere di artisti storicizzati.
Il dialogo istituzionale alla fiera Artgèneve 2024
“Artgenève è una delle rare fiere europee a invitare fondazioni e istituzioni straniere a esporre le proprie collezioni accanto alle gallerie commerciali”, ha sottolineato la direttrice Charlotte Diwan, per creare un ponte tra istituzioni, collezioni e gallerie internazionali. “Una fiera di nicchia che rappresenta anche le principali collezioni pubbliche e private delle fondazioni e dei musei dei tre cantoni di Ginevra, Vallese e Vaud”, le fa eco il collezionista italiano Andrea Fustinoni. Tra le partecipazioni su questo versante, il Centre d’Art Contemporain di Ginevra diretto da Andrea Bellini, che festeggia quest’anno il suo cinquantesimo anniversario e la cui Biennale dell’Immagine in Movimento prosegue fino al 16 maggio 2024. Come, inoltre, la programmazione Artgenève/music, dedicata alla performance e al suono nell’arte contemporanea, o le numerose attività delle gallerie che costellano la città e hanno contribuito, nella settimana della fiera, a creare un’atmosfera vivace. Un esempio di fresca apertura? La nuova sede della galleria Wilde, con uno spazio pensato per pranzare o leggere un libro circondati da opere d’arte.
La programmazione culturale nei dintorni svizzeri durante Artgèneve 2024
Prima del rientro in Italia, tappa d’obbligo è il Plateform 10, nuovo polo artistico e museale di Losanna, per la mostra Immersion. The Origins: 1949-1969 che ricrea quattordici ambienti immersivi realizzati da diversi artisti, da Lucio Fontana a Judy Chicago. I più curiosi e interessati alla giovane scena artistica non possono poi perdersi la mostra di Andreas Hochuli, Prograsme da Heinzer Reszler, sempre a Losanna, fino al 10 febbraio. Sulla strada di ritorno si trova poi anche l’atelier di Jean-Marie Reynier, nel Canton Vaud, più precisamente nel villaggio di Perroy. Poco distante, a Buchillon, l’artista terrà una personale alla galleria Aarlo u Viggo, diretta da Camille Montandon, Tout l’amour que j’ai pour toi, fino al 29 marzo 2024. Imperdibile una tappa nel bagno della galleria per ammirare un capolavoro di Caroline Bachmann, artista di origine svizzera, che riesce, attraverso un approccio concettuale, a rappresentare paesaggi e volti umani dalla forte carica emotiva.
Rischa Paterlini
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