Parte la fiera TEFAF 2024. Anticipazioni e opere in mostra delle gallerie italiane a Maastricht
Apre la nuova edizione di TEFAF Maastricht, la più prestigiosa fiera d’arte antica, moderna e contemporanea. Ecco qualche anticipazione dalle proposte delle gallerie italiane
Sono 270 gli espositori in arrivo da 22 paesi al Maastricht Exhibition & Conference Centre (MECC) di Maastricht, per presentare la miglior selezione di opere e beni da collezione dall’antichità all’arte contemporanea, passando per gioielli, design e libri rari. Aperta in anteprima il 7 e 8 marzo per collezionisti e addetti ai lavori (su invito riservatissimo) e al pubblico dal 9 al 14 marzo 2024, la 37ma edizione di TEFAF Maastricht, – la prestigiosa fiera per l’arte antica, moderna e contemporanea – mette in campo, oltre all’esposizione, anche una programmazione di eventi, dai TEFAF Talks alla prima edizione di TEFAF Summit e i TEFAF Meet the Experts, per un’immersione nella sua contemporanea camera delle meraviglie. Ricca anche quest’anno la pattuglia di antiquari, mercanti e galleristi italiani che sono stati selezionati, da Altomani & Sons nella nuova sezione Focus della fiera a Tommaso Calabro, che partecipa per la prima volta nella sezione TEFAF Showcase, come Cavagnis Lacerenza e Reve Art di Bologna. Ecco qualche anticipazione dalle proposte delle gallerie italiane.
TEFAF 2024. I debutti delle gallerie italiane a Maastricht
Debutta nella sezione Showcase la giovane galleria milanese di Tommaso Calabro, presentando un focus sul Surrealismo (di cui quest’anno ricorrono i 100 anni del manifesto), proposto con l’intenzione di mettere in luce aspetti e traiettorie meno conosciute del movimento, attraverso una selezione di opere su carta e dipinti di Leonor Fini (1907-1996), Stanislao Lepri (1905-1980) e Fabrizio Clerici (1913-1993). Legati da una profonda amicizia, Fini, Lepri e Clerici non firmarono mai il Manifesto Surrealista, ma furono sempre vicini a quell’immaginario, dando corpo ai temi della sessualità, della morte, della metafisica, dell’ansia, dell’inconscio e della mitologia con uno stile pittorico radicato nel regno della pittura antica.
TEFAF 2024. Le proposte delle gallerie italiane in fiera a Maastricht
Tra i 20 espositori italiani in fiera a Maastricht, una delle presenze più consolidate è di certo Alessandra Di Castro, rappresentante del board esecutivo TEFAF e vicepresidente dell’Associazione Antiquari d’Italia. Al centro del suo stand, quest’anno, il tema Transcending Boundaries, una proiezione verso lo scambio, la contaminazione delle idee e la circolazione delle manifestazioni della creatività umana, attraverso il dialogo tra una tarsia lignea realizzata intorno al 1530-1540 di Fra’ Damiano Zambelli (1480 c.-1549), il ritratto in marmo della leggendaria principessa Martha Bibescu (scrittrice e intellettuale a cui molto deve l’odierna concezione dell’Europa unita) e la coppia di busti scolpiti da Raimondo Trentanove, collaboratore di Antonio Canova. È protagonista l’ambito caravaggesco, invece, da Maurizio Nobile, che arriva a TEFAF con l’olio su tela San Sebastiano curato da Irene e dalle pie donne, eseguito probabilmente da un artista francese stilisticamente legato all’ambito di Simon Vouet e attivo a Roma tra il terzo e quarto decennio del Seicento. “L’episodio, riportato nella ‘Passio Sancti Sebastiani’ di Arnobio il giovane, vede la vedova romana Irene, con l’aiuto delle sue serve, curare l’ex soldato romano ritrovato in aperta campagna, dove i suoi aguzzini lo avevano abbandonato, credendolo morto, dopo aver portato a termine con arco e frecce la condanna a morte voluta da Diocleziano”, ci raccontano dalla galleria.
TEFAF 2024. Dall’antichità a Boccioni e alla modernità, ancora le gallerie italiane protagoniste
Da Matteo Salamon di Milano si celebra la pittura e la scultura italiana con una selezione di capolavori per lo più inediti e nuovi per il mercato, in un viaggio dalla fine del Duecento al Novecento. Tra gli highlight, una tempera su tavola di fine ‘400 del Maestro della Leggenda di Apollo e Daphne (probabilmente Giovanni di Benedetto Cianfanini, 1460-1515), Cristo Crocifisso con i Santi Girolamo e Paolo. Il dipinto, che in origine doveva costituire la cimasa di una pala d’altare (già nella prestigiosa raccolta di Achillito Chiesa e poi nella collezione Agosti), fu reso noto in una vendita nel 1937 della Galleria Pesaro di Milano, che negli anni ’30 del Novecento aveva sede nel Palazzo Poldi Pezzoli. Da lì in poi, e fino a oggi, si era persa ogni traccia del dipinto, in cui la Crocifissione di Cristo appare chiaramente ambientata sull’Arno, e non sul Golgota, tanto che si intravedono sullo sfondo la Torre della Zecca e la cupola di Santa Maria del Fiore. Infine, da Antonacci Lapiccirella (Roma) si scopre il periodo romano e divisionista di Umberto Boccioni (1882-1916), con il pastello Ritratto di un giovane del 1905. “I circoli dell’avanguardia romana giocano un ruolo decisivo nella formazione dell’artista”, sottolinea la galleria, “evidenziando, inoltre, che Boccioni possedeva una conoscenza molto approfondita del colore e del suo uso. Affascinato dal Divisionismo, si cimenta con la difficile tecnica del pastello che permette di fissare rapide ed immediate impressioni cromatiche”.
Cristina Masturzo
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