Scultura contemporanea, arte italiana del Novecento, fotografie, grafica e pittura: ce c'è per tutti i gusti nella selezione degli stand da non perdere alla fiera d'arte moderna e contemporanea milanese
È tornata miart ed è piuttosto in forma. L’edizione di questo 2024 ha convinto diffusamente, e con la fiera torna anche la graduatoria di Artribune degli stand da non perdere. Grandi nomi dell’arte del Novecento ed emergenti d’oltreoceano, italiani e stranieri, personali e collettive: c’è un universo di proposte originali e di ricerca nella fiera d’arte moderna e contemporanea ancora una volta diretta da Nicola Ricciardi. Con una nota di particolare piacere: le emergenti sono in formissima. Ecco la nostra selezione.
1 / 10
Gathering
2 / 10
Frittelli
3 / 10
Matta
4 / 10
Erica Ravenna
5 / 10
Viasaterna
6 / 10
Copetti Antiquari
7 / 10
Belmacz
8 / 10
Cooke Latham
9 / 10
Kaufmann Repetto
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Eugster
Impossibile non notare, proprio all’ingresso , la singolare personale dell’artista coreana (ma con base a Londra) Soojin Kang da Gathering. In questo nuovo corpus di opere scultoree e tessili, si possono osservare grumi ordinati di fibre che emergono da lastre di cemento modellato e che, come rami e radici, proliferano in forme imprevedibili e asimmetriche. In una radicale metafora tra le fibre e i corpi – con una particolare attenzione a “le parti del corpo che non possiamo vedere” – Kang evoca formazioni cellulari di strana bellezza, parte di un più ampio processo destinato a restare segreto.
Molto ricercato, poi, lo stand di Frittelli, che porta in fiera la collettiva Segnaletica. Lettere, codici e insegne di un paesaggio artificiale, curata da Roberto Lacarbonara. Le opere di altissimo livello di Pino Pascali, Mimmo Rotella, Gianni Bertini, Tomaso Binga, Lucia Marcucci, Luciano Ori e Lamberto Pignotti hanno come protagonisti comuni il paesaggio urbanizzato della prima “Italia in macchina”, tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, e le lettere stampigliate del Pop italiano. Imperdibili le New York di Pascali (già al centro di una bella retrospettiva in Fondazione Prada).
È una piccola ma densa personale di MaximilianArnold a occupare lo stand della galleria Matta, tra gli emergenti. Pareti comprese: la tendenza dell’artista a stratificare e sequenziare, in una imprevedibile e materica trasformazione che sfrutta la stampa a trasferimento, sembra inglobare ogni cosa. Creando una rappresentazione all’apparenza ordinata, ma che cela una tensione palpabile.
È un piccolo tempio della parola lo stand di Erica Ravenna, con pezzi di Vincenzo Agnetti, Tomaso Binga, Alighiero Boetti e Simona Weller sulla scia della mostra aperta da qualche settimana nella galleria di via della Reginella, a Roma. È proprio un grande lavoro degli anni Settanta di Weller a farla da padrone in stand: la densa opera su tela Caro Mondrian la storia di un albero è anche la mia esemplifica la pratica artistica della pittrice romana di “dipingere con le parole”, frutto di una lunga ricerca e ricostruzione storica e attivistica sull’arte delle donne (a cui dobbiamo Complesso Michelangelo, la prima antologia dedicata alle donne nell’arte italiana del XX secolo).
È una vasta mostra personale di Guido Guidi a invadere lo stand di Viasaterna (che oltre a miart è presente contemporaneamente anche nella vicina MIA Photo Fair). La selezione di scatti in bianco e nero, mutuata da cinquant’anni di produzione del fotografo e professore, mette al centro le trasformazioni dei paesaggi e delle città. Con un tono dolce e nostalgico, che fa emergere il ritratto di un’Italia che cambia, e di una Cesena, città natia del maestro, mai dimenticata.
È un omaggio a un grandissimo nome della scultura italiana lo spazio di Copetti Antiquari in fiera, che mette in primo piano sculture, grafiche erotiche e uno spettacolare tavolo di Giacomo Manzù. Lo stand è l’occasione perfetta per riscoprire non solo l’artista ma anche una galleria storica, specializzata nella scultura e nella pittura d’alta epoca e nell’arte italiana del Novecento. Copetti Antiquari è stata fondata nel centro storico di Udine nel 1982 da Giorgio Copetti, che gestisce lo spazio con Ernesto e Massimo, i figli, e nel 2018 ha inaugurato il parco di sculture Braida Copetti a Premariacco.
Sono CharlottWeise e CocoCrampton le protagoniste dello stand della londinese Belmacz da miart. La loro collettiva, Sketches for the Future, è una visione luminosa e multimaterica, che dalle grandi tele sui toni del blu e del giallo di Weise spazia fino alle sedute in jeans, alle ceramiche non conformi e lampade- scolapasta-medusa al neon di Crampton. La selezione di opere omaggia il saggio autobiografico del ’39 di Virginia Woolf A Sketch of the Past, sviluppando l’idea ivi racchiusa che il sé sia un concetto in continua evoluzione e che venga inevitabilmente influenzato dal passato e dagli aspetti più sottovalutati del quotidiano.
È impressionante la personale di opere scultoree e in rilievo di Lisa-Marie Harris, HighlyStrung, da Cooke Latham. Tutto lo stand ruota attorno a una bicicletta per bambini decostruita (Brace, 2023), circondata da pannelli in rilievo di lino e pelle tesa che rispecchiano la tensione implicita nella bici venendo strizzati da un medesimo “nervo”. L’apparente calma dell’allestimento lascia il posto alla violenza: le pelli, tese fino a un apparente “punto di rottura”, sono cucite con diligenza in un commentario al lavoro di rammendo, storicamente considerato femminile, e al corpo delle donne.
Da Kaufmann Repetto c’è una colorata collettiva di Gianni Caravaggio, Elene Chantladze, Corydon Cowansage, Latifa Echakhch, Anthea Hamilton, Judith Hopf , Adrian Paci, Vivian Suter, Lily van der Stokker e Pae White. Se ad attirare nello stand sono i grandi pannelli di Suter – che qualcuno potrebbe ricorda dalla sua grande mostra alla GAMeC –, a trattenere sono i fiori di van der Stokker, i colori pastello di Cowansage, e ancora le piastrelle e i mattoni di Hamilton e Hopf. Il risultato, nella sua veste variopinta e working class, è molto inglese.
È un’altra emergente, di Belgrado, a chiudere la nostra lista: da Eugster c’è una bella raccolta di opere di JulijaZaharijević – come non amare i cavoli in seta stampata, vernice in resina e cellophane appesi sulle pareti –, con un bonus: il dialogo con i corpetti di spugna e metallo Giulia Cretulescu, ospitata in stand in collaborazione con la galleria eastcontemporary.
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Gathering
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Frittelli
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Matta
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Erica Ravenna
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Viasaterna
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Copetti Antiquari
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Belmacz
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Cooke Latham
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Kaufmann Repetto
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Eugster
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Giulia Giaume
Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…