I migliori 9 stand alla fiera Liste 2024 di Basilea
Abbiamo fatto fatica quest’anno a scegliere le gallerie da segnalarvi perché questa fiera snocciola una qualità davvero accurata ed elevatissima. Ecco le foto e la selezione dei migliori stand secondo noi
L’apertura della fiera Liste è ormai tradizionalmente l’appuntamento che apre la lunghissima settimana svizzera dell’arte di giugno. La fiera “giovane” che un tempo stava in uno scalcagnato ex birrificio e oggi invece è allestita tutta ben pettinata in un padiglione a fianco alla fiera principale apre infatti già al lunedì mattina. Quest’anno Liste si è fatta anticipare da una comunicazione inviata via e-mail addirittura la domenica, giusto per far salire l’hype: la fiera cambia direttore. Dopo l’estate arriverà al comando Nikola Dietrich (si rimane al femminile, fino a quest’anno c’era Elise Lammer), una curatrice di 52 anni che è stata al Portikus di Francoforte, poi al Gegenwart proprio di Basilea e infine alla Kunstverein di Colonia. “La fiera” assicurano dall’organizzazione “grazie alla nuova direzione continuerà a puntare su Basilea come polo culturale, a supportare le nuove gallerie e a trovare nuova modalità per farle partecipare”. E in effetti la sfida della sostenibilità per le gallerie di piccole e medie dimensioni è un tema del momento indubbiamente.
Ma veniamo alla fiera e all’edizione 2024 di Liste. Soliti spazi, solito identico allestimento circolare per oltre 90 gallerie. Un grande tondo con gallerie nella parte esterna della circonferenza così come nella parte interna, a spicchio. Il cuore del cerchio diventa così una piazza con un bar (dai prezzi inauditi: 9 euro per un caffè doppio), le sedute, il bookshop. I migliori stand secondo noi? Difficile selezionarli perché il livello di qualità qui è davvero altissimo. Ma eccoli qua.
Coulisse Gallery, Stoccolma
Bella presentazione subito di fronte all’entrata per le sculture del finlandese Matti Sumari (Helsinki, 1987) il quale presenta particolari sculture in metallo lavorato a mano: parabile, antenne, pareti, totem, piccoli elementi organici evocati dalle sculture in latta. Un lavoro sull’ecosistema naturale e umano assieme. In una galleria al debutto a Liste.
Noah Klink, Berlino
Una grossa macchia verde fluo nel percorso della fiera. Sulle tre pareti sei quadri e in mezzo una scultura un po’ decentrata. Non è facile interpretare questi piccoli spazi espositivi e la galleria di Berlino ci riesce grazie all’intervento di Joep van Liefland (Utrecht, 1966) che presenta i suoi lavori dedicati allo spettro di colori RGB. Ecco perché lo sfondo dello stand, come in uno studio televisivo, è stato trasformato in un green screen.
Clima, Milano
Continua a presentare stand di buona qualità a Liste la galleria Clima di Francesco Lecci che per questa edizione 2024 si presenta con uno dei cavalli di razza della sua scuderia: Nicola Martini (Firenze, 1984). Dopo aver lavorato con le pietre frutto delle colate laviche dell’Etna nella mostra recente negli spazi della galleria a Milano, per lo stand Martini ha preparato delle sabbie industriali che, grazie ad una particolare cottura e ad un trattamento, sono diventate solide. Il risultato è pittorico, vetrificato, cangiante.
Kogo, Tartu
All’inizio di quest’anno abbiamo parlato tanto di Tartu, cittadina estone piena di musei che è Capitale Europea della Cultura per il 2024. Ebbne una galleria di Tartu è anche presente a Liste e propone uno degli stand più particolari. per entrare bisogna spostare una tela-tenda, dentro ci sono altre tele-tende peraltro chiudibili con una chiusura lampo; una imbarcazione, a parete una lettera scritta con lo zucchero su una ‘tela’ di biscotto e alcune tute da lavoro super colorate incorniciate sottovetro. E di tute colorate sono vestite anche le galleriste. Il tutto è opera della lettone Elina Vitola (Riga, 1986) che anche per questo progetto insiste nel considerare l’arte come elemento fortemente interattivo e facente parte della vita quotidiana.
Longterm-Hangstad, Budapest
Grandi riferimenti al mondo della religione in questi dipinti di Botond Keresztesi (Romania, 1987) nello stand della galleria di Budapest. I lavori puntano a riflettere sull’iconografia contemporanea in bilico tra riferimenti autobiografici alla vita dell’artista e universalità. E per rendere ancora più impattante il tutto ecco un grande portale, uno stargate di accesso allo stand con suggestioni cyborg.
Valeria Cetraro, Parigi
La galleria è stata fondata 10 anni fa dall’italiana Valeria Cetraro e a Liste 2024 presenta un’intervento di Ludovic Sauvage (Aix-en-Provence, 1985). Si tratta di piccoli quadri che in realtà sono stampe di anime giapponesi editate. Sono collocate all’interno di piccole strutture in legno dipinto come delle architetture decò geometriche
Vin Vin, Vienna
Lastre di compensato leggero che si piegano e si inarcano e si appoggiano l’una sull’altra apparentemente senza altro sostegno che non sia il mutuo spalleggiarsi. Formano una selva di legno come un villaggio di capanne precarissimo in continua tensione e pronto a cadere come un castello di carte. L’installazione, perfettamente concepita dalla galleria viennese di Vincenzo Della Corte per questo spazio minuscolo, è firmata dall’artista Martin Hotter (Germania, 1978) che, da giovane, faceva proprio il carpentiere…
Eli Kerr, Montreal
Davvero misterioso e affascinante questo piccolo stand pieno di placche metalicche. Cosa succede? L’artista Maggy Hamel-Metsos (Canada, 1997) trova roba metallica nei negozi di antichità o semplicemente abbandonata sui marciapiedi. Poi la fonde, la lavora, la trasforma in placche. E vi iscrive sopra la descrizione degli oggetti stessi da cui la materia prima metallica proviene: “una sedia”, “due specchi” e così via…
Suprainfinit, Bucarest
Davvero sorprendente come questo stand nonostante le dimensioni contenutissime riesca a restituire una atmosfera fortemente teatrale. Grazie ai colori, all’allestimento con tanto di tendaggio e anche ai nuovi quadri, alle sculture e ai disegni di Oleg&Kaska, duo polacco che lavora tra queerness, mito, realtà e alchimia.
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