Frieze London e Frieze Masters 2024. Una scena vivace in un mercato dell’arte difficile
Londra non si smentisce mai e anche quest’anno la settimana dell’arte è scoppiettante. Tra gli highlights stupisce l’esposizione di un sarcofago di una principessa egizia del VII Secolo a.C., l’unico mai messo in vendita
Neanche il cielo grigio londinese ha fermato le folle di appassionati d’arte, collezionisti e critici che hanno partecipato all’apertura VIP di Frieze London e Frieze Masters 2024. Mercoledì 9 ottobre 2024, Regent’s Park si è animato con la 21ª edizione di Frieze, dove alcune delle gallerie più importanti al mondo hanno svelato le loro collezioni migliori. Sebbene Frieze attiri ancora l’attenzione, è difficile ignorare il fatto che le recenti turbolenze del mercato dell’arte—segnate da vendite in calo e collezionisti sempre più cauti—abbiano gettato un’ombra sull’mercato dell’arte, e di conseguenza anche sull’evento. L’atmosfera di quest’edizione era pervasa da un cauto ottimismo, con un’energia più contenuta rispetto agli anni passati.
L’edizione 2024 di Frieze London
Come da tradizione, l’edizione di quest’anno ha presentato opere di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, con una miscela di installazioni audaci e arte concettuale stimolante. Tra i punti salienti figurano sezioni tematiche come “Smoke”, dedicata all’arte ceramica, e opere affascinanti come l’installazione gotica di Sun Woo e la performance pittorica dal vivo di Billy Childish. Frieze London ha anche proposto opere che affrontano temi sociali e politici, con artisti come Dean Sameshima, che ha sfidato l’eliminazione della rappresentazione queer e asiatica, e Nat Faulkner, che ha esplorato memoria e tempo attraverso media misti. Le installazioni immersive, come quella di Eva Gold sul voyeurismo e gli arazzi di Charlotte Edey centrati sull’identità, hanno senza dubbio sollevato riflessioni profonde.
L’edizione 2024 di Frieze Masters
A pochi passi di distanza, all’interno del Regent’s Park, Frieze Masters ha offerto un affascinante contrappunto alle opere contemporanee, creando un dialogo tra artisti moderni e i loro predecessori storici. Tuttavia, l’effetto complessivo è risultato un po’ prevedibile. Anche quest’anno, l’evento ha presentato una combinazione di arte classica, maestri antichi e capolavori moderni, dando ai collezionisti la possibilità di investire in opere “sicure”, piuttosto che rischiare con nuove scoperte. Una tendenza notevole è stata l’incremento delle opere moderniste del XX secolo, che testimonia l’intento di soddisfare un mercato consolidato. Le opere di Picasso, Matisse e Miró hanno dominato la scena, confermando il fascino duraturo di questi giganti, ma senza offrire vere sorprese. Tuttavia, alcuni hanno apprezzato la reinterpretazione contemporanea di narrazioni storiche, come il focus di Waddington Custot sul movimento Les Nabis o la scultura di Anish Kapoor esposta da Axel Vervoordt.
Fossili ed antichi egizi a Frieze Masters
Una delle sorprese più apprezzate è stata la galleria David Aaron, celebre per le sue collezioni di fossili e tesori storici. Quest’anno, ha stupito tutti con l’esposizione di un sarcofago di una principessa egizia del VII secolo a.C., l’unico mai messo in vendita. Un simbolo che ci ricorda come il valore dell’arte non si misura solo in termini economici, ma anche, e soprattutto, nella sua capacità di affascinare e meravigliare. Tuttavia, osservando la tendenza generale di scegliere artisti affermati, si riflette l’attuale andamento del mercato dell’arte. È giusto quindi chiedersi la ragione di tutta questa prudenza: l’elemento più significativo che influenza il mercato dell’arte quest’anno è l’incertezza economica. L’economia globale è caratterizzata da una crescita lenta, tassi di interesse volatili e pressioni inflazionistiche, creando un ambiente in cui i rischi finanziari sono elevati.
La scena del mercato dell’arte tra Londra e Parigi
Inoltre, a complicare ulteriormente il quadro gioca un ruolo cruciale la Brexit, che continua a esercitare una forte pressione sul mercato dell’arte britannico: gli attriti commerciali, i cambiamenti nell’IVA e le complicazioni doganali hanno reso più difficile per le gallerie e i collezionisti operare nel Regno Unito. Questo, insieme all’ascesa di Parigi come capitale artistica concorrente, ha spinto alcune gallerie a preferire partecipare a fiere oltre la Manica, che aprono le loro porte pochi giorni dopo Frieze. Con la chiusura di Frieze che si avvicina resta un quesito: il mercato dell’arte tornerà a crescere nel 2025, riaccendendo l’appetito per il rischio e l’innovazione? O continueremo a vedere un approccio più cauto e misurato al collezionismo?
Francesca Imperiali e Paula Trommel
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