Artissima 2024. Alta la qualità della fiera a Torino ma affari non esaltanti dicono i galleristi
È andato piano il mercato alla più internazionale delle fiere italiane, Artissima, che scommette tutto sul contemporaneo e sulle gallerie più sofisticate, ma si scontra con un mercato lento e bloccato su cifre contenute
Arriva alla sua conclusione domenica 3 novembre 2024 la trentunesima edizione di Artissima, la fiera di Torino dedicata esclusivamente all’arte contemporanea e alle proposte degli artisti e delle gallerie più improntate alla ricerca e alla sperimentazione, con tanti stand curatissimi, focus monografici preziosi e pensati, espositori internazionali ed emergenti, riscoperte significative per nuovi processi di valorizzazione possibili e necessari. Se indiscussa è parsa dunque la qualità dell’offerta, non solida abbastanza è parsa invece la domanda in fiera, per cause diverse e complesse, non tutte nemmeno interne al mondo dell’arte, che però deve anche fare i conti con un calendario troppo fitto di fiere, con troppe gallerie e troppe opere, rispetto a una evidente contrazione del mercato che non molla la presa.
L’edizione 2024 di Artissima a Torino
I collezionisti, italiani soprattutto, erano nei corridoi dell’Oval, da Giorgio e Anna Fasol ed Enea Righi, da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ad Andrea Fustinoni, e li abbiamo visti sin dalle prime ore di preview e nei giorni successivi agli stand dei galleristi, che ci sono parsi in alcuni momenti parecchio indaffarati. Eppure la più intellettuale e internazionale delle fiere italiane si è trovata a parere di molti, nel pieno di un ponte vacanziero che forse non l’ha aiutata, con un bilancio commerciale non molto dinamico. Il ritmo delle vendite è stato, a detta di molti e anche solo a guardare con attenzione i movimenti negli spazi – pieni di un inedito sole torinese – dell’Oval, lento, incerto e attivo solo in range di prezzi piuttosto medi o contenuti.
Le ragioni? Difficile dirlo, si rischia di addossare colpe alla fiera o di giustificarla nelle sue carenze. Probabilmente sono mancati alcuni attori di maggior peso nella fascia della domanda, riducendo così il bacino di interessati, ma forse la ricercatezza e l’alto profilo qualitativo si sono scontrati anche con fattori esogeni, legati a una congiuntura economica in affanno e anche a un calendario di fiere internazionali, con Londra e Parigi tanto vicine, che non fa concentrare qui un ricambio di persone e di investimenti sufficiente.
Il report delle vendite da Artissima 2024
Di certo gli andamenti alle fiere sono sempre variabili, quanto difficili da restituire (non ci sono liste ufficiali delle vendite comunicate, nella maggior parte dei casi) e ci sono sempre galleristi che trovano riscontri migliori, altri meno e altri ancora che vedranno gli esiti della partecipazione in momenti successivi. In ogni caso, per farci un’idea, preferiamo lasciar la parola ad alcuni degli espositori di Artissima, a cui come sempre abbiamo chiesto un commento su come è andata la fiera in termini di energia generale, incontri e vendite. E partiamo dal sonoro sold out di Viasaterna per esempio per i lavori in ceramica, della serie Tachilalia (in un range di prezzi intorno ai 2.000 euro), di Camilla Gurgone (Lucca, 1997), che sono andati tutti venduti tra primo e secondo giorno. Buono il riscontro anche per l’altra artista in stand, Teresa Giannico (Bari, 1985), con diverse opere vendute del nuovo progetto Eterno Presente (prezzi tra 3.000 e 7.000 euro). Trattative in porto sin dall’apertura e cambi di opere e display anche al booth di Tiziana Di Caro (con opere tra i 1.500 e 25.000 euro): “Abbiamo lavorato fin dal primo momento della fiera, vendendo subito un collage di Damir Ocko e un disegno di Luca Gioacchino di Bernardo”. A cui si sono aggiunte, fino a quando abbiamo raggiunto la gallerista, altre vendite per Tomaso Binga e ancora di Bernardo.
Ci conferma nella nostra impressione per ritmi e tipologia di acquisti le gallerie napoletane Umberto Di Marino e Alfonso Artiaco. Artiaco ha trovato questa edizione di Artissima “in lieve calo rispetto agli anni passati. Il pubblico è stato perlopiù nazionale con qualche visita d’oltralpe di francesi, belgi e svizzeri” e che si ha segnalato, fino al sabato, vendite realizzate per lo più nella fascia media di prezzi, per le opere di Diego Cibelli, Gioberto Noro ed alcuni artisti esordienti. “Abbiamo infatti dedicato una parte dello stand a 10 giovani artisti, mostrati a rotazione durante i giorni di fiera, che avevano partecipato alla collettiva in galleria lo scorso giugno ‘Lettere intorno a un Giardino’ curata da Marta Ferrara e Mario Francesco Simeone”.
Commenti e vendite delle gallerie ad Artissima
“Questa edizione è iniziata lentamente per poi accelerare il ritmo”, è stato il commento della galleria di Raffaella Cortese, che partecipa ad Artissima “dal 1996, senza interruzioni”. E che dei collezionisti incontrati apprezza la capacità, “nonostante la quantità di proposte, di soffermarsi ancora davanti al valore dell’arte”. Anche nel caso di lavori poco concilianti e tutt’altro che disimpegnati, come ci conferma la gallerista milanese: “Siamo colpiti per l’interesse riscontrato nei confronti degli artisti che lavorano con la fotografia in modo concettuale e di denuncia. Abbiamo voluto portare in fiera una riflessione importante nei confronti di tematiche sociali e politiche ad oggi quanto mai urgenti, e lo abbiamo fatto con lavori selezionati di grandi artisti quali Gabrielle Goliath, Anna Maria Maiolino, Roni Horn, Monica Bonvicini e Marcello Maloberti, Francesco Arena. Tutti artisti che hanno avuto riscontro anche per quanto riguarda le vendite che sono incrementate anche in un momento di crisi politica e sociale che si ripercuote sul mercato dell’arte”, in range di prezzo diversificati che possono partire dagli 8.000-10.000 per alcuni disegni di Gabrielle Goliath o per alcune opere di Francesco Arena e arrivare fino ai valori a sei cifre per la scultura in ceramica raku di Anna Maria Maiolino, entrata in un’importante collezione.
“Molta affluenza, effervescenza, fin dal primo giorno di preview”, per Mazzoleni, confermate poi anche nel weekend conclusivo della fiera, con vendite per i principali artisti rappresentati dalla galleria con sedi a Torino e Londra: Marinella Senatore (all’Oval con collage e sculture luminose), David Reimondo, Salvatore Astore, Andrea Francolino e Rebecca Moccia, in un range generale di prezzi tra i 5.000 e 50.000 euro, e un interesse particolare verso gli artisti Iran do Espírito Santo, da poco in scuderia, e per l’americana Melissa McGill, in mostra anche in galleria a Torino.
I premi e le acquisizioni istituzionali ad Artissima 2024
Soddisfatta del riscontro per i lavori di Debashish Paul, con vendite nel range di 1.000-7.500 euro, e di Belen Uriel, con prezzi intorno agli 11.000 euro, la galleria di Lisbona Madragoa di Matteo Consonni, che dopo il premio Lafayette di Art Basel Paris è tornata a vincere anche in casa con il Carol Rama Award assegnato a Uriel. Erano 11 in totale i riconoscimenti assegnati ad Artissima quest’anno, quattro in collaborazione con aziende partner, due a memoria di figure di spicco del mondo dell’arte e cinque supporti istituzionali ad artisti e gallerie promossi da fondazioni e istituzioni e un fondo. Oltre a Madragoa, tra i premiati, la milanese Fanta – MLN con il premio Illy Present Future ad Angharad Williams, per il progetto più interessante della sezione
curata dedicata alla scoperta di nuovi talenti e che vedremo quindi esporre il prossimo anno alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Fuocherello di Volvera (Torino) con l’artista Nicola Bizzarri per il premio Vanni; mor charpentier, di Parigi e Bogotà, con il premio Tosetti Value per la fotografia a Rossella Biscotti; e poi ancora Laveronica di Modica ed Eastcontemporary di Milano, tra le altre. Arrivava infine con la dote più alta degli ultimi dodici anni – 280.000 euro – la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che per il 2024 ha acquisito 10 nuove opere da destinare alla fruizione pubblica e realizzate da 5 artiste e artisti: Sara Enrico (Vistamare), Chiara Fumai (Guido Costa Projects) e Zhanna Kadyrova (Continua), che confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; Guglielmo Castelli (Sylvia Kouvali Gallery) e Chantal Joffe (Monica De Cardenas), i cui lavori andranno alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Cristina Masturzo
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