Nascono gli Art Basel Awards. Un premio che vuole responsabilizzare gli attori del sistema dell’arte
La principale piattaforma fieristica d’arte a livello globale lancia l’iniziativa che celebra il mondo dell’arte in senso allargato per propiziare nuove connessioni. A maggio 2025, i nomi dei 36 vincitori, prima dell’ulteriore selezione dei 12 “gold medalists”
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Si chiamano Art Basel Awards perché individuano figure e realtà da premiare per il contributo portato al mondo dell’arte. Ma lungi dall’essere un mero riconoscimento da appuntare sul petto, vogliono proporsi come una chiamata all’azione per attivare nuove sinergie, e alimentare così dall’interno il sistema dell’arte e della cultura in senso più ampio.
I nuovi Art Basel Awards. L’idea all’origine dell’iniziativa
L’ultima iniziativa di Art Basel è ambiziosa e ha richiesto una lunga gestazione: esordirà ufficialmente a maggio 2025, quando saranno svelati i vincitori della prima edizione del premio, ma da tempo Vincenzo De Bellis – direttore dal 2022 della più importante piattaforma fieristica d’arte al mondo – e il suo team sono al lavoro per concertarla. “Siamo partiti da una considerazione: mancava, a livello globale, un industry award che celebrasse il mondo dell’arte in senso allargato, rappresentandone tutti gli aspetti. Sicuramente il mercato, ma anche la dimensione istituzionale, gli artisti e al contempo tutte le professionalità che non vengono mai celebrate, che invece sono essenziali per il funzionamento del sistema” spiega De Bellis “E sentivamo che Art Basel potesse essere il luogo e il brand giusto per condurre questa operazione, che non è qualcosa che si realizza in pochi mesi. Per questo ci siamo presi del tempo, e ora siamo pronti a partire”.
Gli Art Basel Awards vogliono proporsi come un tributo ai “visionari che stanno contribuendo a dare forma al futuro dell’arte”. Ma partendo da questo presupposto invitano anche i premiati a un’assunzione di responsabilità ulteriore: “Non vogliamo concentrarci su una celebrazione di quello che è stato fatto, ma utilizzare questa piattaforma per sostenere ciò che i vincitori potranno fare. Dunque i nostri Awards dovranno essere un trampolino per fare cose, con effetti di lunga durata”.

Giuria e premiati degli Art Basel Awards
A maggio 2025, si diceva, saranno svelati i primi 36 vincitori delle Medaglie. Per arrivare a selezionarli, Art Basel ha ideato un sistema in più fasi: “Abbiamo individuato venti osservatori che resteranno anonimi per identificare i candidati idonei tra singoli individui ma anche realtà organizzate di tutto il mondo. Questo processo ha determinato una rosa di 120 candidati, esaminati da una giuria internazionale di nove esperti per arrivare ai 36 nomi”. La giuria in questione vede insieme alcune tra le personalità più influenti nel sistema dell’arte contemporaneo: Sheikha Hoor Al-Qasimi, presidente e direttrice della Sharjah Art Foundation; Elena Filipovic, direttrice del Kunstmuseum Basel; Koyo Kouoh, direttrice e curatrice dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) di Cape Town, oltre che curatrice designata della Biennale d’Arte 2026 di Venezia; Jessica Morgan, direttrice della Dia Art Foundation di New York; Hans Ulrich Obrist, direttore artistico della Serpentine di Londra; Adriano Pedrosa, direttore artistico del Museu de Arte de São Paulo, (MASP); Suhanya Raffel, direttore dell’M+ di Hong Kong; Franklin Sirmans, direttore del Pérez Art Museum Miami (PAMM); Philip Tinari, direttore dell’UCCA Center for Contemporary Art di Beijing.
I 36 medagliati, invece, operano nello stesso sistema, ma ciascuno con un ruolo e un profilo diverso. Gli Art Basel Awards premiano, infatti, artisti, curatori, istituzioni museali e spazi non-profit, mecenati, collezionisti e fondazioni filantropiche capaci di supportare l’arte con commissioni, acquisizioni e borse di studio, creatori interdisciplinari impegnati a connettere con l’arte ambiti complementari come il cinema, il design, la musica, la moda, l’architettura, media (critici, giornalisti, editori) e tutti coloro che svolgono attività essenziali per la produzione e la realizzazione di progetti artistici e culturali, da chi si occupa di logistica a chi studia gli allestimenti, agli ingegneri del suono, agli sviluppatori digitali, ai restauratori, ai professionisti della luce e dell’animazione. Per gli artisti, nello specifico, tre saranno le categorie che definiranno il riconoscimento: Emerging, per i talenti emergenti che mostrano enorme potenziale rispetto all’opportunità di plasmare il futuro dell’arte contemporanea; Established, per gli artisti mid-career che hanno già portato il proprio contributo e continuano a impegnarsi per la causa; Icons, per gli artisti icona che hanno avuto un impatto profondo e persistente nel riconfigurare la scena artistica a livello globale.
I criteri di selezione adottati dalla giuria hanno tenuto conto dell’impegno, delle capacità, del livello di visione e innovazione, dell’impatto effettivo sul sistema.

Da 36 a 12: le “medaglie d’oro” degli Art Basel Awards
Così si è giunti alla rosa dei 36, che dopo l’annuncio ufficiale del prossimo maggio si ritroveranno ad Art Basel nel mese di giugno, per una serata di celebrazione (giovedì 19 giugno) cui farà seguito un summit in programma a Messe Basel per il 20 giugno, durante il quale molti dei premiati prenderanno la parola.
Ma non finisce qui. Proprio con l’idea di responsabilizzare le figure chiave del sistema dell’arte, i 36 medagliati avranno il compito di eleggere, tra loro, 12 Medagliati d’Oro, che saranno svelati a dicembre 2025 in occasione di Art Basel Miami, dove avrà luogo un grande evento finale: “Niente a che vedere con una cerimonia in stile Oscar, piuttosto l’attivazione di una serie di eventi che avranno poi ricadute future”.
La futuribilità dell’iniziativa, infatti, è il perno centrale del lavoro che si vorrebbe propiziare: “I premi e le responsabilità di cui saranno insigniti i vincitori prenderanno forma e si svilupperanno nell’arco del 2026, in concomitanza con le selezioni per la seconda edizione degli Art Basel Awards, e così andando avanti, anno dopo anno, per innescare un ciclo di progettualità che si alimentano con continuità”, sottolinea De Bellis, accentuando la missione progettuale dell’operazione. Tra i Gold Medalists, infatti, gli emergenti avranno l’opportunità di esporre i propri lavori presso importanti istituzioni, mentre gli artisti mid-career riceveranno una commissione da Art Basel. Alle “icone” sarà invece riservato un premio che è gratificazione e onere al tempo stesso, con l’invito a diventare mentore di un giovane artista. “È un invito alla nostra comunità a sognare in grande”, chiosa De Bellis. Lavorando sull’intenzione di fare comunità e supportarsi vicendevolmente, anche stimolando nuove connessioni e alleanze interdisciplinari.
Livia Montagnoli
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