Arriva ArcoMadrid 2025, la più importante fiera spagnola dell’arte contemporanea
Riconfermandosi la finestra europea sulle ultime tendenze creative dell’America Latina, la grande fiera in programma dal 5 al 9 marzo metterà al centro della riflessione critica l'Amazzonia. Ecco il programma e le altre fiere collaterali

Torna ArcoMadrid, fiera internazionale dell’arte contemporanea giunta alla quarantaquattresima edizione. L’appuntamento annuale più importante per le gallerie spagnole si è convertito, da tempo, nella finestra europea sulle ultime tendenze creative dell’America Latina. A Madrid, infatti, l’aumento esponenziale di nuovi residenti provenienti proprio dal Sudamerica – con forte potere acquisitivo e interessi per l’arte come forma di investimento – ha influito non poco sulle tendenze del mercato e sulle scelte dei galleristi. Il trend della fiera ammiraglia – in programma come sempre nei padiglioni 7 e 9 di Ifema, da mercoledì 5 a domenica 9 marzo – si riflette anche sulle tante fiere satellite sparse per la città.
Arco, una fiera internazionale
Poche le novità quest’anno ad ArcoMadrid, evento sempre più internazionale in grado di attirare nella capitale spagnola tantissimi curatori, direttori di musei e professionisti del settore, oltre ai circa 400 collezionisti invitati da Ifema, l’ente fiera che organizza la manifestazione. Per evitare, però, gli eccessivi affollamenti tra corridoi e stand – che nelle ultime due edizioni hanno suscitato disagi e qualche critica all’organizzazione – la direzione assicura che, quest’anno, le visite guidate in gruppo saranno limitate negli orari a porte chiuse e vietate soprattutto mercoledì 5, giorno di inaugurazione della fiera.
“L’arte è il motore intellettuale per immaginare nuovi futuri, un luogo di incontro alla ricerca di nuove prospettive”, ha commentato Maribel López, direttrice di ArcoMadrid e di ArcoLisboa. “La nostra fiera si propone come un ecosistema iberocentrico, nel quale la scena artistica spagnola dialoga con il resto del mondo, attraverso contenuti e proposte di qualità”. Peccato che, dal punto di vista fiscale, anche le gallerie spagnole siano penalizzate nel mercato europeo per la mancata riduzione dell’Iva sulle transazioni del settore artistico e risentano, come le italiane, della concorrenza di Francia (Iva al 5,5%) e Germania (al 7%). In Spagna, l’aliquota IVA per l’arte resta al 21%, se l’acquisto è mediato da una galleria o da una casa d’aste; il regime fiscale ridotto al 10% è riservato solo alle vendite dirette degli artisti. Insomma gli stessi problemi dell’Italia.

ArcoMadrid, gallerie presenti e sezioni speciali
In totale sono 214 le gallerie presenti (solo 4 in più rispetto al 2024), provenienti da 36 Paesi del mondo. Tra queste, 178 sono inserite nel programma generale; 18 le invitate nell’ormai tradizionale sezione Opening, riservata alle nuove generazioni di galleristi (ma quest’anno nessun italiano); 10 le gallerie selezionate, invece, per la sezione Perfiles/Arte Latino-americano, panorama sempre interessante e ricco di scoperte che quest’anno si limita a un solo artista per stand.
Wametisé: idee per un amazonofuturismo è, infine, il titolostravagante e alquanto misterioso della sezione speciale della fiera, a cura di Denilson Baniwa e María Wills, in collaborazione con l’Institute of Posnatural Studies. Il termine si riferisce alla creazione del mondo nel linguaggio dei popoli dell’Alto Rio Negro e significa “luoghi nominati”. Dalla cosmogonia indigena della conca amazzonica – la più grande riserva vegetale del pianeta, la cui sopravvivenza è simbolo della lotta contro il cambio climatico – sorgono nuovi modi di creazione e nuove maniere di vedere il mondo, sia dal punto di vista fisico sia metafisico, umano ma anche ibrido (tra vegetale e animale). L’Amazzonia è vista, dunque, come incubatrice di tendenze e di riflessioni artistiche.

Presenze e assenze nella nuova edizione della fiera ArcoMadrid
Nella generale ripetitività di premi, tavole rotonde ed eventi socio-mondani, l’edizione di ArcoMadrid 2025 sarà forse ricordata per l’assenza di alcuni nomi storici: Juana de Aizpuru, fondatrice di Arco nel 1982, che di recente ha chiuso la galleria madrilena per raggiunti limiti di età; Helga de Alvear, gallerista e collezionista tedesca scomparsa da poco; e Malborough, la prestigiosa galleria internazionale che ha cessato l’attività e chiuso tutte le sue sedi nel giugno scorso. Grande assente tra gli stand, per ragioni personali, anche il gallerista torinese Giorgio Persano (tra i padri fondatori di Arco) che assicura, però, di tornare a Madrid per le prossime edizioni della fiera.
Una decina come sempre le presenze italiane tra gli stand: non mancano Monitor (con sede a Roma e a Lisbona); la bolognese P420; Ida Pisani con la sua Prometeo Gallery di Milano; le signore napoletane di Studio Trisorio; i genovesi di Pinksummer,lo stand di193 Gallery (con sede a Parigi e Venezia) e la giovane gallerista romana Gilda Lavia, che dopo due anni di presenza a Opening entra di diritto nel programma generale. Tornano, invece, Francesca Minini, gallerista milanese, insieme al padre Massimo, con sede a Brescia. Fra i nomi nuovi, infine, lo stand della milanese Martina Simeti e di Vistamare (con sede a Milano e Pescara).

Le fiere satellite a Madrid durante Arco
Negli ultimi anni le fiere in città non hanno rappresentato una vera e propria alternativa alla manifestazione principale in fiera, replicando in gran parte il formato di Arco, con sezioni a tema, talk e premi. Dopo l’abbandono di Madrid di DrawingRoom – la piccola, ma raffinata rassegna dedicata al disegno e alle opere su carta, che mantiene l’edizione portoghese, in autunno – solo Urvanity (Matadero, dal 6 al 9 marzo) si è rinnovata, soprattutto grazie al fortunato cambio di location del 2024. La tensostruttura effimera nel grande cortile di Matadero ha permesso di allestire stand ariosi e luminosi, con installazioni site specific ad effetto. La nona edizione della fiera dell’arte urbana si prospetta stimolante: una quarantina le gallerie presenti (tra le quali le milanesi Antonio Colombo e Wizzard Gallery), circa 160 gli artisti e un focus dedicato alla ceramica; il consueto programma di arte pubblica comprende quest’anno anche cartellonistica urbana d’arte digitale e la collaborazione con la piattaforma cinematografica Filmin.
JustMad (Palacio de Neptuno, dal 6 al 9 marzo) negli ultimi tempi ha invece deluso in parte le aspettative di vetrina dell’arte emergente, relegandosi in un ambito più commerciale e omologandosi sul piano delle proposte artistiche. Alla sedicesima edizione partecipano 40 gallerie, nazionali e internazionali, e c’è aspettativa per la presentazione dei lavori di quattro giovani artisti selezionati per Just Residence, svoltasi quest’anno nella campagna di Segovia, tra arte, paesaggio e memoria. ArtMadrid, la fiera nella Galeria de Cristal del Palacio de Cibeles (6-9 marzo) che compie vent’anni, mantiene poi un profilo nazionale, con qualche incursione tra Novecento e street art. Insieme a Hybrid Art Fair, la piccola fiera alternativa che si svolge nelle stanze dell’Hotel Petit Palace Sant’Anna (7-9 marzo), ArtMadrid ospiterà quest’anno alcuni eventi della Settimana dell’arte di Taiwan, un programma di arte, danza e performance che unisce Oriente e Occidente.
Federica Lonati
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