Le vendite ad Art Basel Hong Kong 2025. Prudenti e misurate, ma solide
A poche ore dalla conclusione dell’ultima edizione della fiera di Hong Kong, abbiamo raggiunto le gallerie italiane in Oriente per sentire le loro opinioni. E come le colleghe internazionali hanno confermato collezionisti attenti, ma vendite rallentate e non immuni alla contrazione economica cinese e globale

Si è conclusa l’ultima edizione di Art Basel Hong Kong domenica 30 marzo 2025 e sebbene negli stand delle gallerie blue-chip alcune opere risultassero vendute ancora prima dell’avvio, o almeno opzionate nelle prime ore della giornata di preview il 26 marzo, diversi espositori hanno riportato un ritmo piuttosto lento negli affari. E per le gallerie piccole e mid, ma anche per le più consolidate, le transazioni sono andate lisce solo per lavori nelle fasce di prezzo medie e medio-basse.
La domanda d’arte che vien fuori da questa settimana di fiera, mentre per la prima volta negli stessi giorni si tenevano anche le aste di Christie’s, Sotheby’s, Phillips e Bonhams, si configura e conferma più cauta e selettiva, meno pronta del passato ad acquisti compulsivi e impulsivi, e più attenta anche alle somme investite.
Lo scenario attuale, anche a Hong Kong, è evidentemente questo, ma ci sono spiragli di ripresa e margini di azione. Così come resta alto l’interesse per le opere e per la comprensione di valore e qualità.

Le vendite blue-chip ad Art Basel Hong Kong 2025
L’edizione 2025 di Art Basel Hong Kong contava su 240 gallerie da 42 Paesi e territori e ha attirato oltre 91.000 visitatori tra giornate VIP e pubbliche. Inferiori al passato sono sembrate le presenze dalla Cina continentale e dagli Stati Uniti, mentre sono emerse altre provenienze, sia per le gallerie che per i collezionisti, in particolare dal Sud-est asiatico, da Singapore e Filippine ad esempio.
A poche ore dall’inaugurazione, la mega-galleria White Cube, che ha una sede anche sull’isola, oltre che a Londra, New York, Parigi e Seoul, aveva venduto una scultura di Antony Gormley, HOIST II (2019), per $645.000 e un neon di Tracey Emin a $110.000, insieme ad altri lavori intorno ai $50.000-60.000, ma non un dipinto di George Baselitz oltre il milione. Acquisti più ponderati anche secondo i riscontri di Blum, mentre sarebbe stato David Zwirner a mettere a segno la vendita più costosa della fiera, il dipinto INFINITY-NETS [ORUPX] del 2013 di Yayoi Kusama per $3,5 milioni, a cui si aggiunge un nuovo lavoro di grandi dimensioni di Michaël Borremans acquistato a $1,6 milioni dalla Corridor Foundation di Shenzhen.

Il mercato dell’arte a Hong Kong nel 2025
Un collezionismo istituzionale che è tornato a rispondere, dopo un rallentamento generale sia a Hong Kong che nella Cina continentale, interessate da un periodo recessivo post-pandemico ancora da recuperare e dalla crisi immobiliare, le cui conseguenze non hanno risparmiato certo il mercato dell’arte, con una contrazione dei fatturati in asta, per esempio, di oltre il 30% secondo un recente studio di ArtTactic.
Restando ancora per un momento sulle vendite più munifiche di Art Basel Hong Kong, per la curiosità naturale di sapere quanto costa chi, da Hauser & Wirth una scultura in bronzo di Louise Bourgeois, Cove del 1998-2010, è stata acquisita da un collezionista asiatico per $2 milioni. (L’artista ha anche una mostra in corso nella sede di Hong Kong della mega-galleria.). A $1,35 milioni è stato venduto poi un dipinto di Christina Quarles del 2020, mentre un’opera del 2025 di Avery Singer è stata scelta, per $575.000, da un collezionista di Hong Kong. Di Lee Bul, appena entrata in scuderia, una fondazione europea ha preso due opere per $260.000 e $275.000.

Le gallerie italiane ad Art Basel Hong Kong 2025
Spostandoci sul fronte dei riscontri delle tante gallerie italiane partite alla volta di Hong Kong, la galleria napoletana Umberto Di Marino ci ha confermato la presenza di un collezionismo e di un pubblico attento, all’interno di una fiera dinamica e vivace, ma anche una lentezza maggiore nelle trattative rispetto al passato. E con interessi “concentrati principalmente su opere di piccole/medie dimensioni, preferibilmente a parete. Il lavoro di Luca Francesconi ha ottenuto un grande successo”, ci hanno raccontato i galleristi, “suscitando notevole apprezzamento da parte di molti collezionisti, curatori e colleghi galleristi, che hanno espresso entusiasmo per il progetto”. A mancare, rispetto alle attese più che motivate dalla qualità del progetto espositivo, è stato però un riscontro concreto anche sul versante più istituzionale e museale. Ma “sappiamo anche, dall’esperienza degli anni precedenti”, continuano i Di Marino, “che questa fiera tende a generare un buon seguito anche dopo la sua conclusione”. E i giochi non son fatti tutti entro la domenica e dentro i confini degli stand di Hong Kong, quindi.

Debutti e ritorni, i risultati italiani da Art Basel Hong Kong 2025
Era invece al debutto ad Art Basel Hong Kong, e più in generale in Asia, la bolognese P420, con un focus dritto sull’artista Irma Blank, “accolto con grande entusiasmo”, ci hanno detto a qualche ora dalla conclusione di una fiera che resta produttiva anche nei giorni dopo l’inaugurazione. “Ovviamente non abbiamo termini di paragone con le edizioni passate, ma abbiamo incontrato un’energia positiva, una sana curiosità che aiuta a scoprire nuovi artisti e una simpatia per l’Italia. Il momento non è affatto semplice e lo si nota sul rallentare le scelte per opere più importanti, mentre abbiamo notato una facilità di spesa su cifre più contenute”, continuano a raccontarci da P420. “Il pubblico è stato attratto istintivamente e ha prestato molta attenzione alle informazioni che riceveva. Abbiamo incontrato collezionisti di tutto il Sud-est asiatico (Corea del Sud, Taiwan, Malesia, Filippine) e venduto oltre 10 opere in un range di prezzo tra €20.000-70.000, a diversi nuovi clienti, un paio europei e gli altri residenti a Hong Kong o nella Cina continentale e anche in Australia”.
Ritornava invece ad Art Basel Hong Kong Mazzoleni, che per questa edizione aveva approntato una selezione di artisti internazionali e italiani del XX secolo, tra cui Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Lucio Fontana, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Salvo. Tra le prime vendite della galleria con base a Torino e Londra, tre opere di Salvo tra i $100.000 e $300.000 a un collezionista italiano e due asiatici. “All’opening della fiera siamo stati anche più impegnati dell’anno scorso”, ha dichiarato Luigi Mazzoleni, “ma è presto per dire come potrebbero evolversi le attuali condizioni del mercato”.
Cristina Masturzo
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