Torna a Vienna la Spark Art Fair. Ecco com’è andata la fiera più innovativa della città

La rassegna quest'anno è incentrata sul dialogo tra passato e futuro, artisti e tecnologia. Infatti, direttori artistici Jan Gustav Fiedler e Walter Seidl vogliono offrire un palcoscenico sia ai talenti emergenti sia agli artisti affermati

Conta 90 presenze, tra galleristi austriaci e internazionali, la Spark Art Fair 2025 a Vienna, inaugurata venerdì 21 marzo nella cornice degli spazi immensi della Marx Halle di Vienna. Fino a domenica 23, con un allestimento aperto e in dialogo degli stand, viene prestata pari attenzione a tutti gli artisti partecipanti sotto il claim Performing the City. Infatti, la rassegna quest’anno è incentrata sul dialogo tra tradizione e futuro, artisti e tecnologia. I direttori artistici Jan Gustav Fiedler e Walter Seidl vogliono offrire un palcoscenico sia ai talenti emergenti sia agli artisti affermati: “La nostra struttura espositiva democratica, con spazi espositivi uguali per tutti, non solo promuove le pari opportunità, ma offre anche l’opportunità ai visitatori di confrontarsi intensamente con le opere esposte”.

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Fonti, foto: Kurt Prinz

Spark Art Fair 2025: artisti affermati e talenti emergenti 

Molte le presenze di artisti affermati come Lois Weinberger alla galleria Krinzinger di Vienna, un artista visionario le cui opere confondono i confini tra arte, natura e società, mentre Sanja Iveković, pioniera dell’arte femminista, è presentata dalla galleria 1 Mira di Madrid, e Gregor Schneider, vincitore del Leone d’Oro alla 49a Biennale d’Arte di Venezia, è in mostra alla Konrad Fischer Galerie di Düsseldorf. Questi sono solo alcuni grandi nomi che dialogano con talenti emergenti come Lunita-July Dorn rappresentata dalla galleria Galerie Judith Andreae di Bonn e Laura Killer dalla Walter Storms Galerie di Monaco che qui hanno l’opportunità di presentare per la prima volta i loro approcci innovativi e proporre nuove tendenze nel panorama artistico.

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Mira Madrid, foto: Kurt Prinz

Spark Art Fair 2025: presenze internazionali 

Sono tante le gallerie viennesi presenti, insieme a una larga rappresentanza di gallerie tedesche, ma non mancano gallerie provenienti da tutto il mondo come OMA Gallery di San Paolo che rappresenta l’artista Fernanda Figueiredo e la sudafricana Reservoir con le opere dell’artista Cathy Abraham mentre la newyorkese Kates-Ferri presenta la serie “People Pleaser” di Boris Torres. In particolare la galleria Breeder, pioniera nello sviluppo della scena artistica contemporanea di Atene, presenta una interessante selezione di opere di Georgia Sagri già in mostra alla 76a Biennale di Whitney e alla Kunsthalle di Basilea. Al centro della ricerca di Sagri vi è l’esplorazione dell’arte performativa come dominio in continua evoluzione all’interno della vita sociale e visiva. La serie Eyes Without a Soul – Post Industrial Portraits dell’artista angolano Kiluanji Kia Henda esposta negli spazi della galleria Fonti di Napoli fotografa invece lo stato di una centrale termoelettrica dismessa in Catalogna. L’artista crea delle figure spettrali che evocano un profondo senso di vuoto, alienazione e disumanizzazione, simboli di obsolescenza tecnologica e residuo di un’era industriale scomparsa.

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OMA Gallery, foto: Kurt Prinz

Spark Art Fair 2025 e l’arte digitale 

Non poteva mancare l’arte digitale con opere quali Heart Mantra dell’artista Sasha Stiles per Taex, un digital art marketplace. Composta da quattro video e un’opera d’arte dal vivo, questa nuova serie è una performance generativa di Technelegy, un poeta emergente AI concepito da Sasha Stiles, e un poema continuo, un atto di autorialità autonoma che scrive e riscrive se stesso in tempo reale. Una meditazione su come la tecnologia e la poesia possano collegarsi attraverso lo spazio e il tempo. Un calendario di performances durante i giorni della fiera va ad arricchire questi contenuti, come la Smartphone Orchestra, che si propone di creare un’opera d’arte sonora interattiva in interazione con il pubblico e il duo di artisti Station Rose che combina l’arte digitale con momenti audiovisivi dal vivo in una conferenza-performance, mentre il collettivo berlinese Slavs and Tatars si concentra sulla lingua, il multilinguismo e le traduzioni dei media.

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Giorgia Losio

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Giorgia Losio

Giorgia Losio, nata a Milano, è storica dell’arte e appassionata di design. Ha studiato storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzata in storia e critica dell’arte contemporanea all’Université Sorbonne Paris-IV e in museologia e museografia…

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