Durante l’Art Week di Milano c’è anche una piccola fiera nomade nascosta in un garage del Corvetto
Si chiama Parloir e nasce come progetto itinerante per iniziativa della galleria belga Gauli Zitter. Alla sua seconda edizione, sceglie Milano per presentare gli artisti di dieci gallerie, in prevalenza internazionali. L’identità è quella di una fiera che è innanzitutto mostra collettiva, guidata da una forte linea curatoriale

Si chiama Parloir, ed è una piccola fiera indipendente dal carattere di collettiva d’arte. Un debutto a Milano, durante l’Art Week, nello spazio di un ex garage, in Via Arcivescovo Romili, al civico 20. E forse anche un unicum, considerando la natura nomade e itinerante del progetto, nato in Belgio nell’autunno 2024.

Parloir: la fiera nomade promossa dalla galleria Gauli Zitter
Dietro c’è l’iniziativa della galleria Gauli Zitter di Bruxelles, cofondata un paio d’anni fa da Piero Bisello e Philip Poppek, il primo con una formazione da storico e critico d’arte, italiano ormai da molti anni nella capitale belga, il secondo egli stesso artista.
Parloir è nata con l’obiettivo di fare rete in modo informale, radunando galleristi amici o conosciuti in giro per altre fiere, con lo spirito di una fiera autogestita da riconfigurare ogni volta secondo schemi diversi, in risposta allo spazio individuato e alla formazione di gallerie riunite. La prima edizione, a settembre 2024, popolava una residenza degli Anni Trenta nella cittadina belga di Tournai: “Ogni galleria occupava una stanza, disegnando un percorso nell’edificio. C’è stata una buona risposta, tutti i partecipanti hanno espresso grande soddisfazione. Così abbiamo pensato di rifarlo”, spiega Bisello ad Artribune.










Parloir a Milano, nell’ex garage di Via Romili
E la scelta è caduta su Milano, “dove avevo già lavorato prima e ci si è presentata l’opportunità di uno spazio valido per allestire il progetto secondo l’idea di una mostra diffusa, che mantenesse comunque il suo fine commerciale, ma che a livello visivo presentasse una chiara identità curatoriale, rispecchiando il tipo di lavoro che facciamo in galleria”.
Fino al 6 aprile (dalle 12 alle 19, domenica fino alle 16), dunque, Parloir riunisce 10 gallerie italiane ed estere (in arrivo da tutto il mondo): Damien & Love Guru (Brussels, Zurich), Drei (Colonia), Gauli Zitter (Brussels), Good Weather (Chicago/Little Rock), Hagiwara Projects (Tokyo), Lagune Ouest (Copenhagen), Koshbakht (Colonia), Thomas Schulte (Berlino); per l’Italia ci sono la milanese le vite e Triangolo (Cremona). “Ci piace l’idea di avere una selezione internazionale di ampio respiro, ma al tempo stesso puntiamo ad avere sempre una presenza locale”. In mostra, le opere di Francesco De Bernardi, Raque Ford, Emiliano Furia, Gabriel Hartley, Rebecca Horn, Julian Irlinger, Céline Mathieu, Mira Mann, José Montealegre, Markus Saile, Mitchell Kehe, Morgan O’Hara, Asta Lynge, Ron Ewert, Jeffrey Stuker, Mathias Toubro, Yoora Park, Chris Zhongtian Yuan.
L’accoglienza di Milano per una piccola fiera indipendente
Nei primi giorni di apertura, la risposta è stata buona: “All’opening del 2 aprile non ci aspettavamo una partecipazione tanto numerosa, e invece anche la posizione strategica, non distante dalla Fondazione Prada e da altre iniziative, ci ha premiato. E anche la prima giornata di vera apertura, il 3 aprile, nonostante la concomitanza con l’apertura di miart, l’affluenza è stata buona. Del resto Milano sta vivendo un buon momento, questa edizione dell’Art Week è molto più ricca rispetto agli anni passati, e anche la qualità delle gallerie partecipanti a miart conferma la tendenza”.
Conclusa la parentesi milanese, si inizierà a lavorare su una terza edizione di Parloir. Destinazione? Ancora sconosciuta.
Livia Montagnoli
Parloir
Via Arcivescovo Romili, 20
Fino a domenica 6 aprile 2025, 12-19 (domenica fino alle 16)
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