Tenete d’occhio la fiera MIA
Appunti per MIA. La nuova fiera meneghina dedicata interamente alla fotografia, ideata dal collezionista ed esperto di settore Fabio Castelli. Partita in sordina, finisce con un successo oltre le aspettative. Una sorpresa che fa rima con impresa.
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Milano con le fiere d’arte non ha mai avuto un gran feeling, e pensare all’ennesimo appuntamento di un calendario ormai congestionato era davvero ardito. Ma è proprio vero che c’è sempre spazio per le buone idee, e questa MIA – Milan Image Art Fair, compatta, estrema, coinvolgente e senza fronzoli, sembra averne più d’una. L’ambito è quello della fotografia contemporanea, rappresentata attraverso piccoli solo show che permettono un grado di approfondimento raro per una fiera, agevolato da una larga partecipazione diretta degli artisti, disponibili a raccontarsi al pubblico, firmare monografie, dibattere sui problemi della cultura.
Geniali alcune intuizioni, come quella di documentare ogni stand con un esauriente catalogo o quella di aprire la kermesse a ciò che di solito sta dietro le quinte – laboratori, editori, stampatori -, occasione didattica per il pubblico, di incontro e confronto per gli operatori.
Punti deboli? Molti, alcuni di non facile soluzione: troppi espositori (230), allestimento claustrofobico, illuminazione approssimativa, segnaletica da ripensare, assenza di punti di sosta, servizi di ristorazione inadeguati, infine la sezione pensata per gli emergenti, Proposta MIA, di manica troppo larga nella selezione. Insomma, molto lavoro ma anche una buona piattaforma su cui lavorare.
QUALCHE SPUNTO DA MIA
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Richard Kern - Girlfriend 2 - courtesy Aristocratic, Bologna
Una selezione di classici ritratti della star underground Richard Kern, pervenuti direttamente via Guidi & Schoen di Genova, che lo rappresenta in Italia.
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Christof Klute - o.T. (LeCorbusier Berlin) - 2008 - courtesy Cons Arc, Chiasso
Assegnabile alla scuola di Düsseldorf dei Becher, la ricerca di Christof Klute si distingue per l’interpretazione soggettiva di edifici di celebri architetti, da Le Corbousier a Terragni e Niemeyer. Esemplari le vedute attraverso zanzariere e veneziane. Da Cons Arc di Chiasso.
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Lee Friedlander - The little screens - 1961-70 - courtesy Photographica Fine Art, Lugano
Lui è tra i maestri che meglio ha interpretato lo spirito americano nel dopoguerra. Lee Friedlander ha rappresentato mirabilmente la vita delle grandi metropoli, ma ha saputo cogliere anche aspetti intimi e stranianti con serie come Little screens.
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Man Ray - La Mode au Congo - fotografia stampata nel 1981 da negativo originale di Man Ray del 1937
Les femmes di Man Ray. Lo Studio Marconi propone una selezione di cinquant’anni di ritratti femminili, compresa la celebre serie Mode au Congo del 1937, realizzata per la rivista antagonista di Vogue Harper’s Bazaar vestendo modelle del tempo con bizzarri accessori esotici.
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Igor Mukhin - 5 Krasnodar - 1998 - courtesy Galleria Impronte, Milano
La Russia contemporanea, un Paese in rapido cambiamento nell’epoca post-sovietica. Igor Mukhin è fra gli interpreti più sensibili di un clima fatto di entusiasmi, delusioni, slanci e contrasti. Un lavoro che è già storia.
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Yamamoto Masao - # 1534 - courtesy l'artista e Ito Itaru
Fotografia anticonvenzionale, quella del giapponese Yamamoto Masao. Piccolissime stampe per lo più a contatto, da portafoglio. A box of KU, che sta per ‘vuoto’ o ‘niente’, è un progetto che rivela la bellezza spirituale nelle cose che ci circondano.
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Il treno per il Sud di Carlo Orsi
Non solo cinema. La milanese Admira riscopre il neorealismo in fotografia, la Milano postbellica di Mario De Biasi, l’Emilia del boom economico di Nino Migliori e la gente del sud di Carlo Orsi. Suggestiva la sequenza che riproduce il treno di ferragosto in partenza da Milano per il Sud.
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Nino Migliori - Polarigramma - 1977 - courtesy Admira, Milano
Nino Migliori e la sperimentazione con la fotografia degli anni ’70. Astrazioni geometriche caleidoscopiche realizzati con pezzetti di carta velina bianca, ripresi attraverso lenti polarizzate di occhiali da aviatore.
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Franco Vaccari - Photomatic d'Italia - 1972-73 - courtesy P420, Bologna
Della stagione della fotografia concettuale degli anni ’70, Franco Vaccari fu tra gli interpreti più geniali. Nel 1972, il progetto Esposizione in tempo reale gli valse la partecipazione alla Biennale di Venezia. Oltre 6mila persone si ritrassero in fototessera usando una tipica Photomatic dell’epoca.
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Pierluigi Fresia - I am not thinking of death - 2010 - courtesy Galleria Martano, Torino
Curiosa e originale la scelta di Pierluigi Fresia, che stampa il titolo dell’opera dentro l’opera stessa. Il linguaggio sembra mutuato da quello dei manifesti pubblicitari, ma non manca di efficacia nella dialettica testo/immagine.
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Nicola Vinci - Martin Lutero - 2010 - courtesy Emmeotto, Roma
Tra gli emergenti italiani di successo, Nicola Vinci realizza forse il suo più interessante progetto di sempre. Sono vedute in apparenza insignificanti che l’artista riassegna a celebri personaggi della storia. Basta spostare il crocifisso per percepire la presenza di Martin Lutero, intuizione niente male.
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Giulia Marchi - Ascendo - calotipo stenopeico - courtesy l'artista
Tra le Proposte MIA scegliamo Giulia Marchi, un’artista che ama manipolare la fotografia, con esiti decisamente affascinanti. Interessante anche quando crea sequenze quasi filmiche per documentare la trasformazione dell’immagine.
Alfredo Sigolo
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