Come tira la pittura. Il caso di Adrian Ghenie
Tenete a mente questo nome: Adrian Ghenie. Ha rappresentato la Romania alla Biennale di Venezia e sta facendo risultati importanti in asta. Scommettete che le quotazioni saliranno ancora?
È giovane, è nato nel 1977, è romeno di Baia a Mare, vive tra Cluj e Berlino. Ed è già una star delle aste. Si chiama Adrian Ghenie. Nel suo studio, vicino all’Hamburger Bahnhof, uno dei musei più inspiring della capitale tedesca, dipinge “mondi” di grande formato, una pittura gestuale, casuale eppure avvolgente che è diventata la cifra dell’artista.
Laureato all’Università di Arte e Design di Cluj, è già stato protagonista di molteplici mostre personali che hanno visto il suo lavoro viaggiare a Denver, a Ghent, a Bucarest. Importanti collettive a Palazzo Grassi, alla Tate Liverpool, alla Biennale di Praga, al SFMOMA, tra le molte altre istituzioni, compongono un eccellente curriculum. Ciliegina sulla torta, ha rappresentato la Romania alla 56. Biennale di Venezia, protagonista del Padiglione nazionale (curato da Mihai Pop e con un ricco catalogo edito da Hatje Cantz). Risultato, peraltro, che ha permesso un incremento favorevole delle sue quotazioni anche in asta, come dimostrano gli ultimi risultati.
Un percorso veramente incredibile, quello di Ghenie nelle aste. Il biennio 2011 e 2012 vede le sue opere, seppure non di grandissimo formato (non superiamo mai il metro né per base né per altezza) attestarsi su cifre che non vanno oltre i 20mila euro. Nel 2013 due risultati migliori. A Londra, da Sotheby’s, oltre 200mila euro, e a Parigi 120mila con un quadro coevo. Nessuna scossa, però.
Si trema – vibrazioni positive – a partire dal 2014. Nella fattispecie da giugno, a Londra, dove un 2×2 metri del 2010, The Fake Rothko, viene battuto all’asta per 1 milione e quasi 500 mila euro da Sotheby’s. In autunno, da Christie’s The Blue Rain (2009) supera i 500mila. Un giorno dopo, The Duchamp Funeral I, sempre del 2009, 2 metri per 3, oltrepassa la soglia del milione alla casa d’asta concorrente.
Bisogna aspettare maggio 2015 per un nuovo “colpaccio”, che dimostra come l’artista abbia conquistato anche il mercato americano. Da Christie’s, a New York, il suo Pie Fight Interior 9 del 2013 viene battuto in asta per oltre 1 milione e mezzo di dollari. Chi sa cosa riserverà il dopo-Biennale? C’è solo da attendere per saperlo.
Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #27
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