Sotheby’s Milano. Fontana, Castellani e Schifano sul podio
La sera del 25 maggio a Milano, dove si batteva la prima tornata dell’asta di arte moderna e contemporanea di Sotheby’s, Palazzo Serbelloni era di un umore indecifrabile. In sala c’erano molti galleristi, alcuni decisamente rumorosi, come per farsi notare, altri in attesa; analisti, advisor, giornalisti e spettatori erano presenti in massa; i collezionisti meno, avendo preferito essere collegati al telefono o via Internet.
ITALIA, UN MERCATO NON AL PASSO
Il mercato dell’arte in Italia fatica a stare al passo. Gli artisti “liquidi” sono sempre meno e nessuna opera “si vende da sola”. La fonte che per decenni ha approvvigionato dealer e galleristi, le aste, sta diventando quasi inaccessibile per le opere veramente significative, perché i prezzi che comprendono le commissioni non consentono margini di guadagno soddisfacenti.
Vendere un’opera nella penisola oggi è difficile, anche per chi ha un’ottima reputazione e un ampio portafoglio di clienti. In queste situazioni, chi compra per la sua collezione o per un investimento proprio, sempre che abbia capacità di spesa e non sia ossessionato dai dettagli, è favorito, anche per una concorrenza meno agguerrita.
I MIGLIORI…
Campione dell’arte italiana si conferma Lucio Fontana, con quasi tutti i lotti venduti, tra cui l’opera aggiudicata al prezzo più alto, il Concetto Spaziale, Attesa del 1967, il taglio bianco passato di proprietà per € 1.323.000; Enrico Castellani assicura ottime prestazioni, qualunque sia la data: 4 dei 10 migliori risultati sono per opere firmate da lui; piacciono i dipinti di Mario Schifano e Tano Festa, anche se molte aggiudicazioni, al netto della commissione al venditore, sono appena sopra la riserva; record per Franco Angeli, le cui Stelle del 1961 sono state vendute a € 87.000.
Da segnalare l’affetto con cui vengono accolte le creazioni di Fausto Melotti, tra cui lo splendente Canone variato II in oro del 1971, scultura in tre esemplari che stabilisce il record dell’artista per un pezzo in edizione, € 519.000. Molto bene anche per le opere di Vincenzo Agnetti, tra cui il Paesaggio del 1971 venduto a € 141.000, Josef Albers ed Emilio Isgrò.
… E GLI AFFANNATI
In affanno, invece, i lavori di Alighiero Boetti e quelli di Paolo Scheggi di cui solo uno, blu, viene venduto. Rispetto a maggio 2015, c’è una contrazione dei risultati complessivi della vendita e non è certo un buon segnale per nessuno.
Se l’asta fosse stata programmata in occasione di miart, sarebbe andata meglio?
Antonella Crippa
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