Aste italiane. Una panoramica su opere e artisti
Le aste di arte moderna e contemporanea italiana sono ai blocchi di partenza. Ecco una dettagliata ricognizione sui lotti da non perdere di vista.
LE ASTE PARLANO ITALIANO
La stagione invernale delle aste di arte moderna e contemporanea italiana è programmata a cavallo di novembre e dicembre. I cataloghi sono ormai quasi tutti disponibili. Sfogliandoli, uno dopo l’altro, si ha la conferma che il mercato sia in parte polarizzato intorno ad alcuni artisti, ma, allo stesso tempo, si nota il tentativo di sostenere determinate proposte, spesso in relazione alle mostre antologiche allestite in alcuni musei italiani.
Finarte ha aperto le danze in modo non proprio brillante. Il 9 novembre al Museo della Permanente è stato venduto solo il 60% dei lotti, un’opera su due, per un valore complessivo di 1,8 milioni di euro circa. Il catalogo era qualitativamente migliore rispetto alle tornate precedenti: tra i lotti, che coprivano un arco temporale dal secondo futurismo di Gerardo Dottori agli Anni Duemila, si trovavano gli ormai immancabili Dadamaino, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Carol Rama e Fabio Mauri. Molti i dipinti di Mario Schifano e le carte di Giuseppe Chiari; molti anche i lavori di Emilio Isgrò, la cui mostra a Palazzo Reale ha evidentemente risvegliato l’interesse dei collezionisti. Le opere dell’artista siciliano hanno dato soddisfazioni, infrangendo il precedente record: La veglia di Bach (1985) opera composta da quattro grandi tele è stata aggiudicata a 90.000 euro.
DA VIENNA A MILANO
Il prossimo appuntamento con l’arte italiana sarà a Vienna da Dorotheum, le cui aste d’arte moderna e contemporanea – che saranno battute il 22, 23 e il 24 novembre – comprendono una sezione dedicata all’arte del nostro Paese. Accanto a bei lavori del Gruppo Zero e di area mitteleuropea, infatti, saranno presentate opere di Rodolfo Aricò, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Piero Dorazio, Mimmo Rotella e Dadamaino. Da tenere d’occhio il bel sicofoil giallo di Carla Accardi del 1967, l’Agua Silente del 1974 di Pier Paolo Calzolari, la Intersuperficie curva dall’azzurro, 1966, di Paolo Scheggi (160.000 – 220.000 euro) e Rosso Nero del 1961 di Tano Festa (150.000 – 200.000 euro).
Il 23 e 24 novembre sarà anche la volta di Sotheby’s a Palazzo Serbelloni. In catalogo, tra i 180 lotti dell’asta serale e della pomeridiana, spicca un Concetto spaziale a due tagli di Lucio Fontana, di un blu molto simile a quello che è passato a ottobre a Londra (700.000 – 900.000 euro), un altro Concetto spaziale che vira al violetto e uno sui colori del giallo, molto particolare e di grande bellezza. Burri, Tancredi, Morandi, Melotti, Rotella, Festa, si susseguono con lotti che hanno stime interessanti. Si registrano grandi aspettative per l’imponente Sofà del 1968 di Domenico Gnoli, stimato 1.500.000 – 2.000.000 euro, lavoro centrale nel percorso dell’artista, ripetutamente esposto, la prima volta da Sidney Janis in occasione della prima mostra dell’artista a New York. Più impegnativa, almeno per le dimensioni, l’opera Mirror sled (sun sled) del 1976-81 di Salvatore Scarpitta, artista che dopo il record dello scorso ottobre è molto ricercato e che tutti vorrebbero in asta.
Il 24 novembre toccherà a Wannenes ai Frigoriferi Milanesi. Nel catalogo, che prevede anche una sezione dedicata ai multipli d’autore, due Carol Rama, quattro Baruchello e un Agnetti che potrebbero essere particolarmente apprezzati, come uno Schifano piuttosto insolito e una scultura in cinque elementi di Allan Mccollum del 1988 (15.000 – 20.000 euro). L’opera più bella, delicata e rappresentativa di quest’asta in crescita è la scultura di Fausto Melotti Poesia del 1962 in ottone (180.000 – 240.000 euro).
DA CASTELLANI A SCANAVINO
Il giorno successivo l’attenzione sarà rivolta a Farsetti, che a Prato organizza una delle pochissime vendite del segmento del moderno e contemporaneo non a Milano. Tra i tantissimi lotti proposti nei due cataloghi distinti, uno per l’arte moderna e l’altro per quella contemporanea, sono da segnalare una tela estroflessa di Enrico Castellani del 1980 (stimata 320.000 – 450.000 euro), un’opera di Marina Apollonio del 1969 (35.000 – 45.000 euro) e soprattutto La Porta (Accoppiamento) del 1964 di Aldo Mondino il cui mercato, dopo la mostra a Villa Croce a Genova, potrebbe riprendere quota.
Il 28 novembre si rientra a Milano, sempre a Palazzo Serbelloni, dove Cambi proporrà la sua selezione. Anche qui il catalogo è composto da molte opere figurative del Novecento italiano, che rappresentano la prima tranche della proposta. Potrebbero essere particolarmente apprezzate un Volume a moduli sfasati del 1960 (50.000 – 60.000 euro) e da un Volume nero del 1959-60 (30.000 – 35.000 euro) di Dadamaino e una scultura del 1983 di Paolo Icaro (10.000 -12.000 euro)
Il 5 e il 6 dicembre Pandolfini e il Ponte chiudono la stagione. I cataloghi delle due aste non sono ancora disponibili ma Tano Festa, Mario Schifano ed Emilio Scanavino sembrano essere tra gli highlight dell’asta di Pandolfini, mentre al Ponte ci saranno molte sculture: tra le altre una Antiscultura di Fausto Melotti eseguita nel 1972 e la Scultura pieghevole rossa del 1951 di Bruno Munari in lamiera verniciata. Speriamo porti bene – a tutti – la Merda d’artista del 1961 di Piero Manzoni, in vendita sempre al Ponte.
Antonella Crippa
www.finarte.it
www.dorotheum.com
www.sothebys.com
http://wannenesgroup.com
www.cambiaste.com/it/cambi-aste.asp
www.farsettiarte.it/it/index.asp
www.ponteonline.com/it
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