Art People Voices. Parola ad Andrea Gho
Secondo appuntamento con la rubrica che dà voce a collezionisti, galleristi, dealer, esperti delle case d’asta. Stavolta la parola passa a un giovanissimo collezionista italiano di stanza a Londra.
Nipote di collezionisti, figlio di collezionisti, Andrea Gho è letteralmente cresciuto in mezzo all’arte. Fin da giovanissimo – è nato a Milano nel 1990 – ha maturato un profondo interesse per gli artisti del dopoguerra italiano. Dotato di una memoria prodigiosa (senza sforzo, in ogni mese dell’anno, è in grado di ricordare tutte le ultime battute di Fontana) da un anno e mezzo si è trasferito per lavoro a Londra. I suoi interessi non sono rivolti all’arte degli ultimi cinque anni, come forse ci si potrebbe aspettare dalla sua età, ma piuttosto a Fausto Melotti, il suo primo amore, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Vincenzo Agnetti…
Quali artisti stai seguendo in questo momento?
Fin da piccolo ho sempre voluto ripercorrere i passi del nonno architetto, concentrandomi su pochi artisti sui quali credo molto, soprattutto quelli con cui ha avuto un rapporto personale e professionale. A quelli già nominati aggiungerei il suo maestro Giò Ponti e Piero Fornasetti.
Cosa ti spinge all’acquisto?
Seguo il mio intuito e, se posso permettermi l’opera, decido molto velocemente. Focalizzarmi su pochi nomi che conosco bene velocizza il processo. Sono più lento nel caso di nuove avventure, verso le quali sono aperto ma solo dopo un attento studio. Come mi ha insegnato un caro amico, “veritas filia temporis”.
C’è un motivo per cui non sei interessato all’arte contemporanea?
Il 3 luglio 2014 la tela di Christian Rosa intitolata Ruff Neck aveva realizzato 98.500 sterline partendo da una stima di 10-15 mila. Lo stesso quadro con la stessa stima nella medesima casa d’aste londinese ne ha totalizzati 18.750 qualche settimana fa. Sebbene acquisti per appagamento personale, i miei studi finanziari mi tengono ben lucido. In ogni caso sto comprando alcuni giovani artisti italiani che ritengo talentuosi ma con un budget che non superi la mensilità di un neoassunto.
Come vedi il mercato oggi? Dove sta andando? Come sta evolvendo?
Con le recenti incertezze macroeconomiche, credo che il mercato si stia difendendo egregiamente. Dopo una grande corsa, l’arte italiana si sta consolidando su ottimi livelli e prende fiato in preparazione del prossimo, meritato balzo. Sul contemporaneo internazionale ho visto un’incredibile euforia. I nostri sudati soldi valgono ancora qualcosa? Attenzione però: alcuni fenomeni si sgonfiano più velocemente di quanto si siano gonfiati.
Antonella Crippa
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #34
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