Philippe Parreno: una nuova star delle aste?
Fra i protagonisti delle mostre più riuscite degli ultimi anni, Philippe Parreno sta scalando anche le vette del mercato.
“L’opera è un movimento nell’arco di una vita, sai. Il tempo è un momento che condividiamo e non è prestabilito. Non c’è nulla nel tempo che assomigli a una timeline. Il tempo è un respiro, non c’è una struttura. Per cui un’opera può essere corta o lunga, ma non è delimitata o prestabilita in base ad una composizione. La ragione di questo sta anche nel fatto che il tempo che dedichiamo alla visione di un’opera è una nostra scelta”. Così Philippe Parreno racconta – in un video girato nel 2015 in occasione della mostra antologica Hypothesis, dedicata al suo lavoro in HangarBicocca a Milano – la sua visione dell’arte e del tempo, e il ruolo dello spettatore.
Nato nel 1964 a Orano, in Algeria, è tra i più importanti artisti francesi del nostro tempo. Una carriera fulminante, la sua, che lo ha visto nel giro di pochissimi anni esporre nelle maggiori occasioni e musei internazionali, dal Centre Pompidou alla Serpentine Gallery, dalla Fondation Beyeler al Palais de Tokyo, dalla Biennale di Lione (alla quale ha partecipato ben quattro volte) alla Biennale di Venezia, dove è una presenza assidua, collezionando ben otto inviti dai curatori più disparati, non ultima Christine Macel, che lo ha voluto nella visitatissima Viva Arte Viva, l’edizione del 2017.
DAI MUSEI…
Nel 2016 è stato protagonista invece della blasonata Hyundai Commission della Turbine Hall della Tate Modern di Londra con il progetto Anywhen. Si tratta di un film che riprende la performance-monologo dell’attrice e ventriloqua inglese Nina Conti, come immersa in una sorta di acquario, intrecciando le immagini con frammenti di testo tratti da James Joyce. La mostra in HangarBicocca era invece la prima antologica dedicatagli in Italia. Tra le sue opere più iconiche e famose, il film Zidane: A 21st Century Portrait, firmato con l’altrettanto popolare collega Douglas Gordon nel 2006 e dedicato al calciatore francese, di origine berbera, Zinédine Zidane. Nel lasso di pochissimo tempo, l’opera è diventata un cult movie, sfondando le barriere del mondo dell’arte e arrivando a un vastissimo pubblico.
… AL MERCATO
Non stupisce, dunque, che – con un curriculum di lusso come questo – Parreno sia anche una star delle aste. Ma non da sempre. In realtà, anzi, gli appuntamenti in asta degli ultimi dieci anni lo hanno visto sporadicamente e con piccoli lavori: multipli, sculture, pezzi interessanti ma non sempre rappresentativi, con cifre che andavano dai 1.000 euro a poco più di 10.000 in fase di aggiudicazione. Lo scenario cambia a partire da novembre 2017. Siamo da Christie’s, negli Stati Uniti, nella sede di Rockfeller Plaza, e una sua scultura del 2016, My room is another fish bowl, viene battuta per 516.000 dollari, partendo da una stima tra 250 e 350.000 euro all’appuntamento Postwar & Contemporary Art. Si tratta di un’edizione di tre e il primo record dell’artista in asta. Tra i pochi risultati raggiunti in passato, una scultura Untitled, sempre da Christie’s, ma nel Regno Unito, a Londra, battuta nel 2012 per 12.000 sterline. Quale il futuro?
‒ Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #41
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