Sold out per Gio Ponti all’asta di Phillips a Londra con la collezione “Casa di Fantasia”
La vendita totale ammonta a 1.9 milioni di sterline: è un risultato storico per il mercato per Gio Ponti, figura di valore inestimabile nella storia del design e dell’architettura italiana.
Dopo le vendite record conquistate recentemente da Christie’s, ora è il turno dell’eccellenza italiana, che spopola a Londra: è successo durante l’asta di Phillips, in collaborazione con la casa d’aste Cambi nel lancio dell’eccezionale collezione di Casa di Fantasia. Si tratta di una serie composta da 30 lotti tra cui pezzi di design, mobilio e scultura, che negli anni ’50 arredarono la casa della famiglia Lucano in via Washington a Milano. Lo stile iconico di Gio Ponti (Milano, 1891- 1979) ha letteralmente conquistato gli acquirenti di Phillips, raggiungendo la quota di 1.9 milioni di sterline complessivi e ottenendo il “white glove sale”, ovvero la totalità dei lotti venduti ben oltre la stima pattuita.
IL SUCCESSO DELLA “CASA DI FANTASIA” DI GIO PONTI DA PHILLIPS A LONDRA
È “white glove sale” per l’asta di Phillips tenutasi a Londra la scorsa settimana. Un termine raramente usato nel linguaggio del mercato d’arte, ma quando accade significa che tutti i lotti sono stati venduti, e con successo. Secondo quanto riporta Domenico Raimondo, Senior International Specialist di design di Phillips, “questo straordinario white glove sale segna un momento senza precedenti per il mercato globale di Gio Ponti. È stata un’esperienza estremamente emozionante collaborare con la casa d’aste Cambi ed essere testimoni di una tale reazione positiva a questo design unico. Edina Altara, Piero Fornasetti, Fausto Melotti, Giordano Chiesa (per citarne alcuni), tutti hanno cooperato e lavorato sotto la guida di Gio Ponti per creare questo straordinario e metafisico scenario i cui volumi e materiali si dissolvono in un gioco di prestigio”. Era il 1951 quando la famiglia Lucano chiese a Gio Ponti di disegnare interamente il suo appartamento di Via Washington a Milano. E lui lo fece, assieme ad amici e stimati colleghi della sua epoca, toccando uno dei picchi massimi di originalità della sua produzione: pareti marcate da un vero e proprio trompe-l’œil raffigurante una vasta libreria, mobili e sculture di ceramica smaltata per un eccezionale risultato corale. La collezione della cosiddetta Casa di Fantasia, composta da 30 lotti, è stata messa all’incanto in una delle piazze di mercato più proficue, ovvero quella di Phillips a Londra, che ha collaborato in questa occasione con la casa d’aste italiana Cambi. Una strategia che si è rivelata vincente, facendo incassare un guadagno di 1.9 milioni di sterline (oltre 2.2 milioni di euro) solo con le opere della collezione Casa di Fantasia, e più di 3.3 milioni di sterline (circa 3.8 milioni di euro) con gli altri lotti classificati come Important Design.
LE VENDITE RECORD DELL’ASTA DI PHILLIPS A LONDRA
Tra i pezzi di maggior successo ci sono state le due cassettiere progettate da Gio Ponti con Edina Altara le quali, partite da un prezzo stimato compreso tra le 45 mila e le 60 mila sterline, sono decollate a 337 mila e 250 mila sterline; al terzo posto si è classificato Studio e camerino, un mobilio in legno litografato progettato da Ponti con Piero Fornasetti, Edina Altara e Guido Gambone, venduto a 225 mila sterline contro gli 80 mila di partenza. Tra gli highlights c’erano anche le affascinanti sculture in ceramica di piccole e medie dimensioni, come Grandi statuette di Re e Regina, Coppia di pistole e Lampada da parete con Mano con decoro floreale. Anche in cima alla classifica di Important Design dominano gli artisti post-war: come l’armadio realizzato da Lucio Fontana e Osvaldo Borsani tra il 1952 e il 1953, venduto a 275 sterline, o la sedia per la sala conferenze disegnata da Carlo Mollino nel 1951, che ha raggiunto quota 100 mila sterline. “Ciò che risulta evidente da queste vendite è l’alto grado di fiducia tra i collezionisti del design europeo del XX secolo” ha rilanciato entusiasta Alexander Payne, Deputy Chairman europeo di Phillips. “Il mercato del design internazionale ha di certo passato il suo primo test di quest’anno, con il risultato finale di andare anche oltre le stime più alte”.
IL MAESTRO GIO PONTI
Gio Ponti è stata una figura imprescindibile nell’ambito della creatività italiana a partire dagli anni Venti. Architetto, designer, saggista e accademico di grande spessore, con un’innata predisposizione all’interdisciplinarietà e all’innovazione, Ponti apre il primo studio con Emilio Lancia, per poi legarsi agli ingegneri Soncini e Fornaroli. È stato protagonista delle Biennali di Monza, poi Triennali di Milano, del premio Compasso d’oro e dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale). Presto affianca all’architettura l’interesse per l’arte e l’artigianato; ma è grazie all’incontro con la Manifattura Ceramica Richard Ginori che intraprende la strada del design, creando piatti, vasi, piccole sculture da tavolo che cambieranno radicalmente la linea di produzione dell’azienda e otterranno il Grand Prix di Parigi nel 1925. Tre anni dopo fonda la rivista Domus, pilastro editoriale attivo ancora oggi, incentrato sui temi di arredamento, design, architettura e abitabilità. Risale a questo periodo un “gusto di matrice umanista”, di impronta neoclassica, come dimostrano i mobili della serie Domus Nova per i Grandi Magazzini La Rinascente, l’arredamento di villa Bouilhet a Garches e la Casa in via Randaccio. Nel 1941 fonda la rivista Stile, che si arresta nel 1947. Negli anni ’50, forte anche del sodalizio con l’architetto Alberto Rosselli, raggiunge l’apice dell’innovazione: abbandonata ogni forma di classicismo, abbraccia l’elemento industriale, i cui esempi architettonici più significativi risiedono nel secondo palazzo ad uffici della Montecatini e il Grattacielo Pirelli di Milano; uno stile esportato anche all’estero, con Villa Planchart e Villa Arreaza a Caracas e Villa Nemazee a Teheran. Ancora, tra gli elementi di design più iconici, ricordiamo la sedia Superleggera realizzata per Cassina e La Cornuta, prima macchina da caffè espresso a caldaia orizzontale. Con la recente mostra Tutto Ponti, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi ha cercato di esporre una panoramica completa di una delle figure più eclettiche del Novecento.
-Giulia Ronchi
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