Case d’aste in pandemia. Le opinioni de Il Ponte
La pandemia sta modificando anche l’approccio alla vendita da parte delle case d’aste. Cristina Masturzo ha intervistato i responsabili de Il Ponte, a Milano.
Come stanno reagendo le case d’aste al prolungato lockdown e a un futuro in cui le vendite avranno luogo perlopiù online? Lo abbiamo chiesto a Rossella Novarini, direttrice de Il Ponte, e a Freddy Battino, Capo Dipartimento Arte Moderna e Contemporanea della casa d’aste milanese.
Vorrei iniziare analizzando l’impatto del lockdown sulle vostre attività presenti. Come avete riorganizzato i vostri flussi di lavoro per gestire le necessità operative di una casa d’aste e mantenere saldo il contatto con i clienti e i collezionisti?
Rossella Novarini: In queste settimane il nostro team, che conta oltre 60 professionisti, non si è fermato e ha continuato a restare connesso con i clienti e con quanti si rivolgono a noi quotidianamente per una valutazione o una consulenza. L’attività della casa d’aste è proseguita da remoto: sono molte le persone che, avendo più tempo a disposizione, colgono l’occasione per riconsiderare le proprie collezioni o i beni di famiglia, e contattano i nostri esperti per ricevere una consulenza o una valutazione inviando foto e descrizioni ai singoli dipartimenti. Da sempre siamo un “ponte” tra mandanti e acquirenti e il nostro ruolo, soprattutto in un momento di grande incertezza come quello attuale, è ancora e più che mai quello di collegamento fra entrambe le parti. Le persone hanno bisogno di sentirsi seguite, appoggiate e consigliate, e i nostri esperti restano per loro dei punti di riferimento, autorevoli e massimamente disponibili.
Mossi dall’esigenza di rimanere vicini al nostro pubblico, abbiamo dato vita alla campagna comunicativa #RESTIAMOCONNESSI, pensata in primo luogo per condividere, coinvolgere e trasmettere un messaggio carico di positività. Abbiamo diversificato i contenuti delle newsletter e intensificato l’attività sui canali social con il solo scopo di intrattenere i nostri clienti e follower seguendo la linea adottata dalle istituzioni culturali più importanti sia a livello nazionale che internazionale. Fin dalla prima settimana, la nuova campagna ha generato nuove, importanti connessioni in termini di follower, utenze e visualizzazioni, incrementando coinvolgimento e partecipazione
Le case d’aste sembrano aver anticipato l’attuale e necessaria presenza online degli operatori dell’arte, avendo già in precedenza presidiato la rete con sessioni di vendita esclusivamente via web. Quali le previsioni per il futuro, seppure in un momento di grande incertezza, delle vostre attività? E quali i punti di forza e di debolezza di questo passaggio al virtuale?
Rossella Novarini: Oggi più che mai le tecnologie sono nostre alleate: la nuova piattaforma di vendita online della casa d’aste, IL PONTE LIVE, inaugurata a gennaio 2020, si rivelerà uno strumento fondamentale in questa nuova fase di ripresa.
Il “ritorno alla normalità” sarà la sfida più grande. Stiamo sondando tutte le alternative possibili per rendere i nostri servizi fruibili, senza rinunciare all’elemento umano, all’emozione e all’adrenalina che solo la presenza in sala del banditore può garantire.
Saranno mesi indubbiamente impegnativi, ma abbiamo tutta la volontà, la determinazione e la fiducia per affrontare questa grande sfida e il nuovo che si aprirà.
Dopo un 2019 all’insegna della crescita per le case d’aste, con il settore dell’arte moderna e contemporanea in vetta ai fatturati, è ora prevedibile uno scenario di rallentamento economico e tempistiche lunghe per un ritorno alla normalità. Quale il sentiment dei vostri collezionisti in questo frangente e quali le strategie che sarà per voi prioritario prevedere?
Freddy Battino: È indubbio che la pandemia possa modificare i tradizionali modelli di business e accelerare l’avanzata del mercato dell’arte all’insegna dell’online, quantomeno nel breve periodo. Siamo pronti e preparati, è vero, dato che nelle sessioni passate abbiamo utilizzato, in sinergia con l’asta tradizionale, lo strumento dell’online con ottimi risultati, specialmente per quanto riguarda il mercato estero. Nel 2019 più del 60% dei lotti è stato venduto all’estero con una partecipazione online e telefonica, con punte del 76%: un vero successo.
La considerazione e la fiducia di cui godiamo da parte dei clienti che ci seguono da tempo, per quanto concerne la cura e la meticolosità sul servizio dei condition report sui lotti, a garanzia della veridicità dello stato di conservazione di questi, ha fatto sì che le opere non debbano necessariamente essere visionate dal vivo, durante l’apertura al pubblico dell’esposizione.
Per mia esperienza, posso dire che quando le crisi finiscono si riscontra un picco di vendite e della spesa in beni di lusso. È una sorta di rivincita psicologica, dopo un periodo di lungo “digiuno”. Prevedo un rimbalzo, dunque, con una conseguente propensione all’acquisto, specialmente per quanto riguarda le opere di livelli di prezzo medio, in una fascia di valori dai 10 ai 50.000 €. Noi siamo pronti.
‒ Cristina Masturzo
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