“Riducete l’aliquota Iva o chiudiamo!”. L’appello dei galleristi italiani a Franceschini
L’ANGAMC - Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea ha inviato una lettera a Dario Franceschini in cui viene chiesto al Ministro della Cultura di sostenere, presso il Consiglio della Comunità Europea, la proposta già avanzata dal governo tedesco: l’applicazione di aliquote Iva ridotte anche al commercio di opere d’arte
Che il settore delle gallerie d’arte stia attraversando, da oltre un anno, un grave momento di crisi l’ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea l’ha manifestato più volte, l’ultima in ordine di tempo attraverso una lettera inviata al Ministro della Cultura Dario Franceschini con cui i galleristi italiani hanno voluto richiamare “l’attenzione del governo sulla necessità di dare risposte concrete al sistema dell’arte italiano e in particolare al comparto delle gallerie, attraverso l’attuazione di azioni strategiche e la programmazione di interventi finalizzati ad una rapida ripresa degli investimenti nel settore”. Situazione, questa, che non tocca soltanto i galleristi italiani (così come tutte le altre categorie lavorative), ma tutta la categoria a livello internazionale, portando alcuni governi a prendere fortemente in considerazione problemi e necessità di questo settore produttivo. Proprio lo scorso 18 maggio, il Ministro della Cultura tedesco Monika Grütters ha presentato, per la prima volta all’ordine del giorno del Consiglio dell’Unione Europea, una proposta di revisione della Direttiva Iva (2006/112/CE), finalizzata all’applicazione di aliquote Iva ridotte anche al commercio di opere d’arte. Misura che in piena ripresa post pandemia rappresenterebbe per i galleristi e anche per l’intera filiera una boccata di ossigeno, come sottolineato dal Presidente dell’ANGAMC Mauro Stefanini nella lettera inviata lo scorso 20 maggio al Ministro Franceschini: “l’Unione Europea compierebbe uno sforzo per rafforzare il proprio mercato dell’arte, che attualmente è schiacciato tra quello statunitense e cinese, che guidano il settore con rispettivamente il 42% e il 28% della quota di mercato (l’Italia è sotto l’1%!). Inoltre, la riduzione dell’Iva sarebbe un utile strumento di politica culturale, che anche in passato ha contribuito a dare fiato all’ingegno e alla creatività del mondo della cultura e a rendere accessibile l’arte a un vasto pubblico”.
RIDUZIONE DELLE ALIQUOTE IVA PER IL COMMERCIO DI OPERE D’ARTE. L’APPELLO DEI GALLERISTI
La lettera inviata dai galleristi italiani al Ministro della Cultura italiano arriva quindi a pochi giorni dalla proposta presentata da Monika Grütters al Consiglio dell’Unione Europea, con l’obiettivo di chiedere a Franceschini di sostenere in sede europea l’iniziativa già avanzata dal governo tedesco, accogliendo così la richiesta di sostegno che l’ANGAMC ha ricevuto dalla FEAGA – Federation of European Art Galleries Association. “Con la riduzione dell’aliquota Iva, le gallerie d’arte potrebbero porre parziale rimedio alle difficoltà che stanno vivendo”, sottolinea una nota stampa dell’ANGAMC. “Nei prossimi anni, infatti, si stima che il 45% delle gallerie italiane possa essere costretto a chiudere o andare all’estero, soffocate dal fisco, dalla burocrazia e dalla concorrenza impari dei competitor stranieri. Per ogni galleria d’arte che chiude si toglie una possibilità di crescita per gli artisti italiani, che vedono a rischio il proprio sostentamento e la propria professione. Sono infatti le gallerie a scoprire gli artisti e a investire nel loro posizionamento sul mercato, e sono le gallerie a resistere all’Amazon-izzazione del commercio dell’arte, e a valorizzare l’arte, anziché consumarla”. Ecco cosa dice la lettera.
LA LETTERA DELL’ANGAMC AL MINISTRO FRANCESCHINI
Illustre Ministro,
l’ANGAMC (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea), fondata nel 1964, conta più di 200 gallerie d’arte associate, distribuite in tutta Italia. Scopo di ANGAMC è quello di rappresentare e tutelare, in ogni sede, gli interessi morali, economici e culturali della categoria. Le scriviamo per esortarla a sostenere in sede europea la proposta messa per la prima volta all’ordine del giorno del Consiglio “Istruzione, gioventù, cultura e sport” del 18 maggio 2021 dalla Ministra della Cultura tedesca, Monika Grütters, con riferimento alla proposta di revisione della Direttiva IVA (2006/112/EC). Al Consiglio EYSC del 18 maggio, la Ministra Grütters ha proposto di applicare aliquote IVA ridotte anche al commercio dell’arte. Illustrando la sua proposta, la Ministra ha detto che “la pandemia da COVID-19 è un disastro per grandi fette delle industrie culturali e creative. Sarebbe un ottimo segnale per il rilancio della nostra vita culturale nell’UE se le aliquote IVA ridotte si applicassero al commercio dell’arte. Questa misura darebbe ossigeno alla ripresa economica dopo la crisi determinata dalla pandemia”.
LE ALIQUOTE IVA NEL COMMERCIO DI OPERE D’ARTE
Come ANGAMC riteniamo che la concretizzazione della proposta tedesca costituirebbe finalmente un supporto tangibile al settore culturale e creativo, più volte annunciato a livello europeo. L’applicazione di aliquote IVA ridotte per il commercio dell’arte sarebbe infatti uno strumento di supporto utile per tutti gli attori del mondo dell’arte, in tutti gli Stati Membri. Finalmente, l’Unione Europea compierebbe uno sforzo per rafforzare il proprio mercato dell’arte, che attualmente è schiacciato tra quello statunitense e cinese, che guidano il settore con rispettivamente il 42% e il 28% della quota di mercato (l’Italia è sotto l’1%!). Inoltre, la riduzione dell’IVA sarebbe un utile strumento di politica culturale, che anche in passato ha contribuito a dare fiato all’ingegno e alla creatività del mondo della cultura, e a rendere accessibile l’arte a un vasto pubblico. Un’aliquota IVA ridotta comporta vantaggi per tutta la filiera dell’arte: artisti e creativi, i loro intermediari, agenzie, editori e gallerie. Ne beneficerebbero i privati, che spesso prendono grandi rischi economici per supportare un artista, così come evidenti sarebbero i benefici per musei e galleristi. I musei potrebbero così ampliare le loro collezioni, e contribuire così alla cultura pubblica, presente e futura.
LE GALLERIE D’ARTE E IL POST PANDEMIA
Le gallerie d’arte potrebbero porre almeno parziale rimedio alle difficoltà che stanno vivendo. Nei prossimi anni, infatti, si stima che il 45% delle gallerie italiane possa dover chiudere o andare all’estero, soffocati dal fisco, dalla burocrazia e dalla concorrenza impari dei competitor stranieri. Per ogni galleria d’arte che chiude, si toglie uno sbocco di crescita per gli artisti italiani, che vedono a rischio il proprio sostentamento e la propria professione. Sono infatti le gallerie a scoprire gli artisti e a investire nel loro posizionamento sul mercato, e sono le gallerie a resistere all’”Amazon-izzazione” del commercio dell’arte, e a valorizzare l’arte, anziché consumarla. Per tutte le ragioni esposte finora, auspichiamo che il Governo italiano possa sostenere la proposta del Governo tedesco, e collaborare in ambito europeo verso l’applicazione di una aliquota IVA agevolata sul commercio dell’arte. La ringraziamo per l’attenzione che vorrà dedicare alla nostra richiesta, e siamo a disposizione per un incontro per approfondire la tematica.
Cordiali saluti,
Mauro Stefanini
Presidente ANGAMC
– Desirée Maida
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