Artisti giovani ed emergenti conquistano il mercato. Tra entusiasmi e lati oscuri

Dalle aste avvenute negli ultimi mesi, è emerso un fenomeno cui abbiamo deciso di dedicare una riflessione: il sempre più crescente interesse – e conseguente incremento economico – che i giovani artisti stanno avendo sul mercato. Come mai? Approfondiamo gli aspetti sociali, geografici e non solo

È boom di offerte per i lavori di artisti giovani ed emergenti, alcuni dei quali per la prima volta apparsi sul mercato secondario. Dalle aste di questo secondo semestre 2021 risulta infatti un forte incremento della domanda per tale segmento. Questo fenomeno è dovuto a diversi fattori. A livello sociale incide il cambio di prospettiva degli offerenti, condizionato dalla giovane età dei bidders e dai gusti, diversi rispetto al passato, mentre a livello economico a trainare l’ascesa delle nuove leve gioca un ruolo, non di poco conto, la cosiddetta F.O.M.O. (Fear of Missing Out), così come anche le dinamiche speculative basate, ovviamente, sul rischio. Geograficamente, la piazza su cui si concentra il maggior numero di offerenti è Hong Kong. In base ai risultati delle aste di Sotheby’s, Christie’s e Phillips 2020/2021, l’ex colonia britannica pare essere la più sensibile al fascino della pittura espressa dai giovani artisti.

Flora Yukhnovich I'll Have What She's Having (2020) Courtesy of Sotheby's Ltd

Flora Yukhnovich I’ll Have What She’s Having (2020) Courtesy of Sotheby’s Ltd

IL MERCATO DELL’ARTE OGGI. I NUMERI

Per dare qualche numero e illustrare lo stato dell’arte del mercato, prendiamo come esempio le recenti aste londinesi di Phillips, Sotheby’s e Christie’s dello scorso ottobre, dove a dominare sono stati i giovani artisti. Nel corso dell’asta di Phillips, il primo lotto della sessione Fashion icons di Serge Attukwei Cottey, classe 1985 originario del Ghana, schizza da £ 30.000 di base d’asta a ben £ 340.200, stesso copione per Flora Yukhnovich, classe 1990, che con l’opera Tondo da £ 40.000 vola a £ 529.200. A battere i record, però, è l‘under 30 Jadé Fadojutimi: il suo lavoro Myths of pleasures stimato £ 80-120.000 raggiunge la cifra esorbitante di £1.172.200, risultato sbalorditivo se si pensa che nella stessa asta il lavoro Pyramid Lake di Max Ernst passa quasi inosservato e viene aggiudicato per £ 627.000. Sempre a Londra, da Sotheby’s, il 14 ottobre l’opera I’ll Have What She’s Having di Flora Yukhnovich, dopo una serie di rilanci durata circa venti minuti, passa di mano per la cifra astronomica di £ 2.253.500, stracciando la base fissata a £ 60.000. Per chiudere il cerchio, il 15 ottobre, da Christie’s, Emily Mae Smith (1979) con Paint While Screaming da £ 20.000 di stima bassa vola a circa £ 119.000 di aggiudicazione, mentre Hilary Pecis (1979) con Kaba on a Chair, partendo da una stima simile, fa ancora di più e arriva a £ 225.000. Nella stessa asta, Guest House Garden di David Hockney veniva salvato da una garanzia, al contrario di quanto solitamente accade per le sue opere.

Emily Mae Smith Paint While Screaming (2017) Courtesy of Christie's

Emily Mae Smith Paint While Screaming (2017) Courtesy of Christie’s

IL MERCATO DELL’ARTE OGGI. I FATTORI SOCIALI

Cosa condiziona questo fenomeno cui stiamo assistendo? In primis, la fisionomia del collezionista, profondamente diversa rispetto al passato. A causare questo cambiamento, un ruolo cruciale lo ha giocato la pandemia, la quale, privando la platea degli offerenti delle visite in presenza, li ha spinti a cimentarsi in indagini autonome sugli artisti proposti in catalogo. Stimolati dalla curiosità e dalla rosa di nomi “freschi” sul mercato, i collezionisti hanno maggiormente puntato sui giovani, ritenendoli valevoli di una offerta e anche di più. C’è da evidenziare, inoltre, come molti nuovi collezionisti siano under 50 con somme ingenti a loro disposizione e con gusti più aperti alle novità: questo è confermato anche dal successo degli NFT, dato che riflette un’attitudine diversa rispetto a quella tradizionale del collezionista navigato. Insomma, siamo nel mezzo di un momento di transizione.

Salman Toor Garden Party (2018) Couresy of Sotheby's Ltd

Salman Toor Garden Party (2018) Couresy of Sotheby’s Ltd

UN MOMENTO DI TRANSIZIONE DEL COLLEZIONISMO

Altro fattore da tenere in considerazione è quello relativo alle tematiche di stretta attualità affrontate nei lavori degli artisti in questione. Partendo dai colori caldi e avvolgenti delle scene gay di ordinaria vita di Salman Toor (protagonista di una personale conclusasi lo scorso aprile presso il Whitney Museum of Art), così come nelle indagini sulla sessualità condotte secondo il paradigma del tutto personale di Loie Hollowell, oppure nei penetranti ritratti realisti di Lynette Yiadom-Boakye, candidata al Turner Prize 2013, si scorge l’esigenza comunicativa di un impegno, di una riflessione profonda sul mondo. Inoltre, molti artisti concedono le opere per fini benefici: basti pensare a  Rashid Johnson, che da Christie’s New York, lo scorso maggio, ha donato la sua opera Anxious Red Painting December 18th per sostenere CORE (Community Organized Relief Effort), associazione che si batte contro l’effetto della pandemia da Covid-19 sulle popolazioni più povere, oppure a There’ll be the Bluebirds di Cecily Brown, venduta per £ 3.502.500 nel corso dell’asta londinese di Christie’s del 15 ottobre 2021, somma andata a sostegno di ClientEarth, organizzazione che si batte per la difesa dell’ambiente. Tutto questo stimola il mercato a interessarsi all’arte intesa come impegno sociale, determinando una crescita delle offerte per questa tipologia di lavori.

Hilary Pecis Kaba on a Chair (2019) Courtesy of Christie's

Hilary Pecis Kaba on a Chair (2019) Courtesy of Christie’s

IL MERCATO DELL’ARTE OGGI. IL FATTORE GEOGRAFICO

Anche se gli Stati Uniti mantengono il primato per le ciclopiche offerte proposte nel corso delle aste, Hong Kong è il polo più interessante per studiare l’ascesa delle nuove leve. Analizzando i dati, si comprende come Hong Kong sia una sorta di prova preliminare per i giovani artisti prima di approdare sui mercati occidentali. In sostanza, se il motore carica bene in Asia, in Occidente mantiene il suo rombo. Amoako Boafo, Nicolas Party, Loie Hollowell ed Emily Mae Smith, solo per fare qualche nome, sono ormai artisti abituali nelle aste asiatiche e riscuotono enorme successo anche in Occidente. Ad esempio, lo scorso giugno da Phillips Hong Kong, Broom Life di Emily Mae Smith (1979) ha segnato un record importante, passando di mano per HK$ 12.350.000, quasi un milione e trecentomila euro; un copione simile, ma senza record, è stato replicato a Londra, dove lo scorso ottobre, da Christie’s, Paint While Screaming da £ 20.000 di stima bassa volava a circa £ 119.000 di aggiudicazione. Altro esempio è Amoako Boafo (1984), artista originario del Ghana molto apprezzato dall’ex colonia britannica: da Christie’s Hong Kong nel dicembre 2020, in piena incertezza pandemica, l’opera Baba Diop segnava il record di aggiudicazione di HK$ 8.890.000, poco meno del milione di euro. Spostandoci a maggio 2021 a New York, sempre da Christie’s, Blue Pullover, da $ 200.000, raggiungeva i $ 625.000, più del triplo della stima bassa. Questi dati confermano il potente ascendente che il mercato asiatico esercita su quello occidentale e manifesta il dato su come rappresenti il traino per l’incremento delle offerte rivolte ai lavori dei giovani artisti.

IL MERCATO DELL’ARTE OGGI. IL FATTORE ECONOMICO

A condizionare sensibilmente la richiesta per questa “arte giovane” è la scarsità di lavori presenti sul mercato; di conseguenza, l’incremento della domanda è legato al principio secondo cui il valore di una opportunità aumenta soprattutto se questa è scarsamente disponibile. Infatti, essendo ancora freschi, gli artisti hanno una produzione limitata che non consente di soddisfare la domanda, atteso che, oltre al mercato secondario, ci sono anche le gallerie che richiedono un certo numero di lavori in base agli accordi stretti. Inoltre, per non rischiare di far diventare il processo creativo una macchina di produzione seriale, gli artisti devono avere la giusta ispirazione e questa richiede tempo. La scarsità alimenta la cosiddetta F.O.M.O. (Fear Of Missing Out), ovvero il timore di perdere un’occasione propizia. Più sono ridotti i lavori disponibili sul mercato secondario, più la battaglia per accaparrarseli diventa aspra, anche perché sul mercato primario le liste di attesa balzano agli anni a venire. La possibilità di perdere l’occasione di aggiudicarsi un’opera scarsamente disponibile, eccita gli offerenti e li spinge a offrire anche più di venti volte la stima. Tutto ciò è legato al rischio che si corre nello spendere cifre esorbitanti per artisti che fondamentalmente iniziano ora ad affacciarsi su una realtà globale, un rischio che si traduce nell’accettazione di spendere tanto per un giovane il cui mercato si sta formando ora e che non è detto mantenga le stesse quotazioni anche in futuro. Rischiare per guadagnare dopo, nel caso in cui il valore di mercato dell’artista cresca o rimanga sostenuto, o per perdere una possibilità di guadagno. Questo sistema avvicina l’arte al sistema dei derivati finanziari, soprattutto per il metodo speculativo di esposizione al rischio.

IL MERCATO DELL’ARTE OGGI. COSA ASPETTARSI

Per il momento il trend sembra essere abbastanza forte e l’interesse per i giovani artisti sembra conquistare anche l’Occidente. Dopo il successo di Londra, ora tocca a New York dove sono attese le aste di Sotheby’s e Christie’s per il prossimo metà novembre.

– Antonio Mirabelli

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Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli si è laureato in giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli di Roma e nello stesso ateneo ha frequentato la Scuola di Specializzazione per un biennio. Avvocato e appassionato di arte, matura esperienza nel campo del Wealth management come…

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