Aste e mercati: il 2021 è stato l’anno d’oro delle vendite
Risultati sbalorditivi per le tre principali case d’aste del pianeta. Sotheby’s, Christie’s e Phillips chiudono i bilanci del 2021 con traguardi di vendita astronomici.
Il 2021 è un anno da segnare sul calendario per le tre major delle aste a livello globale. Sotheby’s, Christie’s e Phillips hanno strutturato una strategia vincente basata sul Phygital, ovvero sull’integrazione tra il mondo digitale e quello reale, che ha saputo scavalcare le barriere imposte dalla pandemia, permettendo agli offerenti di partecipare, da qualsiasi parte del globo, alle aste, pur se non fisicamente presenti in sala, senza perdere di qualità e coinvolgimento. Questo metodo ha trasmesso fiducia ad un mercato provato dalla crisi del 2020 ed ha attratto i collezionisti più giovani anche attraverso forme d’arte di nuova nomenclatura come gli NFT. I risultati sono sbalorditivi, soprattutto se li si considera frutto di un periodo storico complicatissimo.
IL 2021 DI SOTHEBY’S
Una sola cifra: 7,3 miliardi di dollari. Questo è il ciclopico volume d’affari maturato da Sotheby’s nel 2021, il più alto mai registrato nella storia della casa d’aste di New Bond Street. Un successo costruito grazie alle private sales che hanno fruttato circa 1,3 miliardi di dollari. Questo strumento affascina molti collezionisti, i quali preferiscono la discrezione e l’anonimato delle vendite private in cui le case d’aste fungono da intermediari, dietro un corrispettivo. A proposito di aste: 4,3 miliardi di vendite sono state concluse da Sotheby’s nel segmento Modern and Contemporary Art nel 2021. Nel novembre scorso, a New York, è stata proposta all’incanto la collezione Macklowe, totalizzando 676 milioni di dollari, il realizzo più alto nella storia di Sotheby’s con tutti i lotti aggiudicati, il 70% sopra la stima alta. Vendite spettacolari, come quella avvenuta a Londra lo scorso ottobre, per Love is in the Bin di Banksy, sono destinate a passare agli annali della casa d’aste, la quale è riuscita a trasformare un’opera distrutta in una performance da £ 18.582.000. Per quanto riguarda gli Old Masters, invece, non è passato inosservato il Ritratto di un giovane con tondo di Sandro Botticelli che ha superato la cifra astronomica di novantadue milioni di dollari.
IL 2021 DI CHRISTIE’S
Anno da ricordare anche per Christie’s, che raggiunge un totale di vendite pari a 7,1 miliardi di dollari, il risultato più alto degli ultimi cinque anni. Prima casa d’aste ad aver proposto all’incanto un’opera digitale basata su NFT (Not Fungible Token) ovvero: EVERYDAYS: THE FIRST 5000 DAYS dell’artista Mike Winkelmann, meglio conosciuto come Beeple che ha fruttato ben $ 69.346.250. Il segmento degli NFT ha raggiunto vendite per 150 milioni di dollari ed è stato molto apprezzato da collezionisti giovani: si stima che l’età media dei compratori di arte digitale sia di 42 anni. Dagli NFT all’opera Femme assise près d’une fenêtre (Marie-Thérèse) di Pablo Picasso, venduto nel maggio scorso a New York per la cifra record di $ 103.410.000, unico lavoro ad aver superato i cento milioni di dollari nel 2021 e lotto più costoso in assoluto nel 2021. A tal proposito, il mercato statunitense ha trainato le vendite di Christie’s con il 35% di vendite e aggiudicazioni astronomiche come quelle raggiunte durante il corso dell’asta dello scorso 11 novembre a New York dove è stata offerta all’incanto la magnifica collezione impressionista di Edwin Lochridge Cox per un totale di $ 332.031.500. Oltre al mercato statunitense, Christie’s ha messo a segno un risultato importante, realizzando la vendita dell’opera d’arte occidentale più costosa mai offerta in Asia, ovvero Warrior di Jean-Michel Basquiat offerto ad Hong Kong lo scorso marzo, superando i 39 milioni di dollari. Sempre nell’ex colonia britannica, al fine di rafforzare la sua presenza sul mercato orientale, Christie’s prevede di aprire una nuova sede nel 2024 al The Henderson, il grattacielo firmato Zaha Hadid Architects.
IL 2021 DI PHILLIPS
Nel 2021 la vocazione spiccatamente contemporanea di Phillips ha conquistato il mercato globale con un risultato finale 1,2 miliardi di dollari, il tetto più alto nella storia della casa d’aste britannica che va oltre il 32% delle vendite realizzate nel 2019. A trainare questo successo ha influito, indubbiamente, l’ascesa del mercato asiatico, molto affascinato dalle tendenze contemporanee proposte. A riprova di questa crescita, l’asta white glove dello scorso 8 giugno ad Hong Kong, dove l’entusiasmo per le opere “fresche” proposte in catalogo non ha lasciato invenduto nemmeno un lotto. Ed è proprio nell’ex colonia britannica che Phillips programma la sua apertura nel 2023, precisamente nel cuore del West Kowloon Cultural District. Stephen Brooks, Chief Executive Officer di Phillips, sostiene che “avendo ottenuto un risultato così importante nel 2021, Phillips vuole continuare a crescere nel 2022 guardando con entusiasmo alle molte sfide del futuro, come quella relativa all’apertura di una nuova sede ad Hong Kong”. Anche negli Stati Uniti Phillips ha ottenuto un risonante successo. A New York, lo scorso novembre, si è registrata la vendita più alta nella storia della casa d’aste con $ 137.900.000 di ricavato. Il mercato nel 2021 ha mostrato la sua forza reattiva alla crisi innescata dalla pandemia, ha saputo sfruttare il potenziale degli strumenti digitali come le on-line sales ed ha iniziato a parlare il linguaggio degli NFT, vedendo l’ingresso di una nuova linfa di collezionismo giovane e intraprendente. Chiuso l’anno, le prospettive si spostano al 2022 e già ci si prepara per le aste della prossima primavera.
– Antonio Mirabelli
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