All’asta il patrimonio artistico della Banca Popolare di Vicenza
Tra i capolavori messi all’incanto figurano Caravaggio, Lippi e Bellini. Un patrimonio significativo oggi in vendita a seguito della liquidazione coatta amministrativa della Banca Popolare di Vicenza
Il 21 gennaio 2022 i commissari liquidatori della Banca Popolare di Vicenza hanno comunicato che sarà messa in vendita la straordinaria collezione d’arte dello storico istituto di credito, posto in liquidazione coatta amministrativa a giugno 2017 a seguito del dissesto finanziario che lo ha travolto. Per la vendita, pur essendo condizionata all’esercizio della prelazione da parte delle Autorità competenti, sarà possibile proporre le offerte non vincolanti per i lotti proposti fino al 28 febbraio 2022.
LA COLLEZIONE DELLA BANCA POPOLARE DI VICENZA: CARAVAGGIO, LIPPI, TIEPOLO
La collezione vanta veri e propri capolavori, oggi disposti in quelle che erano le sedi storiche della Banca, ovvero: Palazzo Thiene a Vicenza, Palazzo Alberti a Prato e Palazzo Soranzo a Novello Castelfranco. Nella porzione di Palazzo Alberti, composta da ben 121 dipinti, spiccano, solo per citarne alcuni, La Coronazione di spine del Caravaggio risalente all’inizio del Seicento – attribuzione su cui, intanto, si sono insinuati dei dubbi e alcuni studiosi lo respingono come opera autografa del Merisi –, La Crocifissione in un cimitero ebraico di Giovanni Bellini e lo splendido dipinto Madonna con Bambino di Filippo Lippi.
Arriva invece da Palazzo Thiene, oltre a numerose opere dei maestri veneti del calibro di Tiepolo e alla collezione di sculture di Arturo Martini, la più ricca raccolta di Oselle veneziane al mondo, le prestigiose monete che venivano coniate ogni anno in numero limitato e donate dal Doge ai nobili del Maggior Consiglio.
VINCOLI ALLA VENDITA DELLE OPERE DELLA BANCA POPOLARE DI VICENZA
Le opere sono sottoposte a vincolo pertinenziale apposto dalle competenti Soprintendenze, ciò significa che non possono essere fisicamente spostate dai palazzi in cui sono ospitate. Inoltre, il vincolo le qualifica come collezione e, dunque, come un unico corpus espositivo. Tradotto in termini pratici, anche se dovessero essere diversi i soggetti che andranno ad aggiudicarsi le opere, queste ultime non potranno comunque lasciare le sedi in cui si trovano, a meno che non venga accolto il ricorso contro il vincolo, presentato dai liquidatori, e oggi pendente dinanzi al Consiglio di Stato.
I possibili scenari sono variabili dunque, mentre ciò che è assodato è la messa in vendita di un patrimonio inestimabile del panorama storico culturale italiano, il quale potrebbe finire in mani private o rimanere nell’area pubblica, qualora le autorità competenti valutassero di esercitare il diritto di prelazione.
– Antonio Mirabelli
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