Pubblicata l’indagine sul collezionismo in Italia di Intesa Sanpaolo
La ricerca, giunta nel 2022 alla seconda edizione, propone anche una sezione dedicata agli NFT
Giunge nel 2022 alla sua seconda edizione lo studio dedicato dal Gruppo Intesa Sanpaolo al collezionismo in Italia, con un volume dedicato che raccoglie dati e focus specifici su attori e tendenze in atto nel mercato dell’arte. Promosso da Intesa Sanpaolo Private Banking in collaborazione con la Direzione Arte, Cultura e Beni Storici e la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, “Collezionisti e valore dell’arte in Italia – 2022”, pubblicato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, indaga il fenomeno collezionistico e insieme lo stato del mercato dell’arte italiano ed internazionale, con un approfondimento specifico riservato all’arte digitale, agli acquisti online e ai Non Fungible Token (NFT).
IL LIBRO DI INTESA SUL COLLEZIONISMO
Il volume è stato appena presentato a Milano, con un video talk show trasmesso anche in streaming, che ha visto alternarsi interventi di Andrea Ghidoni, Direttore Generale Intesa Sanpaolo Private Banking, Michele Coppola, Direttore Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo, Guido Guerzoni, Università Bocconi, Ilaria Bonacossa, Direttrice MAD Museo di Arte Digitale e ex direttrice di Artissima (dal 2017 al 2021), Alberto Fiz, Eikonos Arte, e Domenico Quaranta, critico d’arte, curatore e docente.
IL COLLEZIONISMO D’ARTE IN ITALIA
Fenomeno diventato più che rilevante, soprattutto negli anni più recenti, quello del collezionismo, eppure sempre sfuggente a facili categorizzazioni, oltre che area di indagine in affanno per informazioni disponibili. Caratteristica che rende ancora più necessario il contributo di ricerche quantitative e qualitative per chiarirne confini e definirne traiettorie. Sia per l’esigenza del mercato dell’arte di avere informazioni sulla domanda a cui si rivolge e sia per un sistema più ampio delle professioni dell’arte che in molti casi può trovare proprio nel collezionista un dedito ed efficace alleato. E l’indagine di Intesa lo conferma, sia in termini di visibilità sociale che di riconoscibilità pubblica dei collezionisti, con un incremento di mecenati e filantropi dell’8,4% e l’aumento di fondatori di musei privati del 10,5% negli ultimi 4 anni. Influenzati e non poco dagli avvenimenti dell’ultimo biennio, il collezionismo e il mercato dell’arte sono stati anche investiti da cambi di paradigmi da non sottovalutare, basti pensare all’importanza ora guadagnata dal mondo online.
LA COLLABORAZIONE CON ARTISSIMA
E proprio per provare ad afferrarne mutamenti e nuove attitudini, l’indagine di Intesa, sulla scia di diverse esperienze internazionali, si è avvalsa quest’anno anche della collaborazione con la fiera torinese di Artissima. La VIP Collectors List di Artissima è stata resa possibile proprio partendo dalle numerosissime referenze nazionali in database, con una dote di quasi 5000 collezionisti italiani, un ottimo campione di rilievo statistico su cui la survey di Intesa ha potuto lavorare raccogliendo 256 set di risposte. A emergere dai dati raccolti è un mondo del collezionismo in cui la presenza femminile comincia ad affermarsi, accanto alle forme più frequenti di collezionisti in coppia, con uomo/donna come main collector, a cui si affianca un/una partner come co-collector. I collezionisti raggiunti vivono per la maggioranza nel Nord Italia, con più del 50% tra Lombardia e Piemonte, ma sono oltre 500 i luoghi di residenza, per un fenomeno che ha quindi una certa capillarità sul territorio nazionale, pur restando le grandi città i luoghi a più alta densità: più della metà dei collezionisti residenti in Italia vive in tre sole città, Milano, Torino e Roma.
COLLEZIONISMI, COLLEZIONI, COMPORTAMENTI D’ACQUISTO
Il 70% degli intervistati è formato da collezionisti “professionisti”, ovvero di lunga esperienza e comportamenti d’acquisto non occasionali, con una maggioranza che acquista in media ogni anno meno di 10 nuove opere, soprattutto di arte contemporanea e/o post-war, e un budget acquisizioni, nell’85% dei casi, sotto i 100.000 euro. Bassa la percentuale di collezionisti che si affida ai servizi di art advisory, solo un 8% rispetto all’86% dei collezionisti che provvede autonomamente alla gestione della propria collezione. In più della metà dei casi la collezione è custodita nelle abitazioni private e spesso non è pertanto accessibile al pubblico.
– Cristina Masturzo
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