Guerra in Ucraina e sanzioni. Gli effetti sul mercato dell’arte

Negli ultimi mesi, le notizie di sanzioni e restrizioni sia a livello nazionale che internazionale hanno scosso e dominato il mercato dell’arte. La risposta dell'UE, del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Svizzera all'invasione ucraina da parte della Russia è stata severa, con l’imposizione di sanzioni mirate all'élite russa

Il mercato dell’arte è stato particolarmente colpito dalla reazione internazionale adottata in risposta al conflitto attraverso l’introduzione nell’UE, nel Regno Unito, in Svizzera e negli Stati Uniti, di un divieto sul commercio dei beni di lusso, nei quali chiaramente rientrano le opere d’arte e le antichità. Il divieto mira a colpire coloro che sostengono la macchina da guerra di Putin vietandola vendita, la fornitura, il trasferimento o l’esportazione, direttamente o indirettamente” di beni di lusso di prezzo superiore a 300 euro alla Russia o alla Bielorussia, e a qualsiasi individuo sanzionato, indipendentemente dal fatto che la persona in questione si trovi in Russia o in Bielorussia o che i beni siano già stati importati nel Paese. I primi ad applicare tale divieto, lo scorso 11 marzo, furono gli Stati Uniti ai quali sono susseguiti l’UE, la Svizzera e il Regno Unito, rispettivamente il 15 marzo, il 25 marzo e il 14 aprile.

Francis Bacon, Triptych Inspired by the Oresteia of Aeschylus, 1981. Courtesy Sotheby's

Francis Bacon, Triptych Inspired by the Oresteia of Aeschylus, 1981. Courtesy Sotheby’s

LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA

Sebbene gli alleati occidentali presentino un fronte unito contro la Russia, vi è un certo disaccordo sul coordinamento di queste sanzioni. Ad esempio, il Regno Unito ha introdotto un’essenziale modifica al divieto di commercio dei beni di lusso: oltre a limitarne la vendita, il transito e la consegna alla Russia o alla Bielorussia, la legislazione britannica vieta anche di mettere tali beni a disposizione di una persona collegata alla Russia. Senza ulteriori indicazioni su cosa rientri nel termine “collegata”, il mondo dell’arte si ritrova con più domande che risposte e con molteplici approcci possibili che possono essere adottati per conformarsi a questa notazione. In particolare, non è chiaro se il termine indichi chiunque sia nato in Russia o, com’è più probabile, chiunque risieda abitualmente in Russia; e che dire invece dei contribuenti russi che hanno una residenza all’estero o dei cittadini britannici con legami familiari in Russia?
A seguito della completa interruzione, da parte delle più importanti case d’asta, delle vendite in Russia, altre case d’asta e gallerie minori hanno seguito l’esempio, cessando le proprie transazioni con i clienti russi. La linea che separa il rispetto della legge dalla discriminazione verso gli individui russi è sottile. Inoltre, la mancanza di chiarezza nelle legislazioni nazionali e l’incoerenza dei requisiti legali transfrontalieri rendono sempre più difficile comprendere appieno le implicazioni di queste sanzioni internazionali.

Sotheby's Londra durante l'asta di Magritte ph. Mario Bucolo

Sotheby’s Londra durante l’asta di Magritte ph. Mario Bucolo

DA ABRAMOVICH AI FRATELLI ROTENBERG

Per decenni, i clienti russi sono stati una componente fondamentale del mercato globale dell’arte. Roman Abramovich, ad esempio, è uno dei tanti abbienti collezionisti d’arte russi che sono stati soggetti a sanzioni da parte del governo britannico negli ultimi mesi. Tuttavia, molto prima del 2022, Paesi come gli Stati Uniti avevano già imposto sanzioni simili, concentrandosi maggiormente su oligarchi russi e membri dell’élite del Paese, compresi quelli con stretti legami con Putin e il Cremlino: tra i tanti, i fratelli Arkady e Boris Rotenberg, amici stretti di Vladimir Putin, presi di mira dalle sanzioni statunitensi fin dal 2014. Ciononostante, e malgrado la legge vieti alle aziende statunitensi di intrattenere rapporti finanziari con persone sottoposte a sanzioni, nel luglio del 2020, i due fratelli riuscirono a comprare e vendere opere d’arte in transazioni multimilionarie, tra cui una spesa di 6,8 milioni di dollari da Sotheby’s a New York. A causa della mancanza di controlli sui clienti e di una legislazione non sufficientemente rigorosa, i mercanti d’arte e le case d’asta coinvolte rimasero all’oscuro riguardo all’identità degli offerenti, che si servirono di un presunto consulente d’arte e di una struttura commerciale estera per mascherare la propria identità.

“Finché la legislazione lascerà spazio a fraintendimenti e libere interpretazioni, l’applicazione e il rispetto dei requisiti sanzionatori e dei divieti commerciali potrebbero anch’essi rimanere soggetti a interpretazione da parte dei commercianti nel mondo dell’arte”

Un altro recente sviluppo riguardo alle sanzioni russe, tanto interessante quanto preoccupante per il mondo dell’arte, è l’annuncio fatto dalla Ministra degli Esteri britannica Liz Truss il 4 maggio scorso che sembra spostare l’attenzione del divieto commerciale dalla fornitura di beni alla fornitura di servizi. Nello specifico, l’annuncio prevede un divieto a livello nazionale che impedisce ai russi di utilizzare e beneficiare di servizi legati alla contabilità, alla consulenza e alle pubbliche relazioni. Dall’annuncio, non è chiaro se questo nuovo divieto riguardi solo le aziende che hanno come attività principale uno dei servizi sopra citati o se la portata sia molto più ampia e includa anche, ad esempio, la commercializzazione di opere d’arte prima di una vendita. Infatti, mentre finora il regime sanzionatorio si è concentrato principalmente sulla vendita di opere d’arte e beni di lusso alla Russia e alla Bielorussia, il nuovo annuncio potrebbe riguardare anche le spedizioni di opere d’arte collegate alla Russia e la fornitura di servizi come la consulenza artistica a clienti russi, andando a interessare un numero molto più ampio di transazioni rispetto alle limitazioni correnti.

Botticelli, Giovane uomo con medaglia, Courtesy Sotheby's

Botticelli, Giovane uomo con medaglia, Courtesy Sotheby’s

UNA SITUAZIONE IN AGGIORNAMENTO

Questo aggiornamento non è ancora stato implementato, né sono state annunciate le tempistiche di attuazione. Inutile dire che rilasciare un comunicato stampa che ometta informazioni fondamentali come la data di entrata in vigore di un provvedimento o addirittura l’oggetto specifico del divieto non sia una situazione ideale. Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli. Pertanto, finché la legislazione lascerà spazio a fraintendimenti e libere interpretazioni, l’applicazione e il rispetto dei requisiti sanzionatori e dei divieti commerciali potrebbero anch’essi rimanere soggetti a interpretazione da parte dei commercianti nel mondo dell’arte.
I recenti sviluppi dimostrano che sanzioni e divieti di commercio non faranno che espandersi in termini di estensione e dettaglio, colpendo potenzialmente, in modo sempre più diretto, il settore dell’arte. Considerando, inoltre, la rapidità con cui le legislazioni vengono modificate e la frequenza con cui nuovi soggetti vengono inseriti negli elenchi di sanzioni, è essenziale, oggi più che mai, monitorare attentamente gli annunci e gli sviluppi della legislazione per garantire la conformità sia con la legge che con la giurisdizione applicabile.

Paula Trommel

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Paula Trommel

Paula Trommel

Paula Trommel, vicedirettore di Corinth Consulting, possiede una miscela unica di competenze che spaziano tra arte, diritto e regolamentazione internazionale. È laureata in legge in Germania e nel Regno Unito e ha conseguito un Master in Art Management presso la…

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