Nuova sede a Roma per la Casa d’asta Finarte a Palazzo Capranica del Grillo. L’intervista
Finarte cambia casa nella Capitale. Lo spazio presso Palazzo Capranica del Grillo va ad aggiungersi alla sede di via Paolo Sarpi a Milano per diventare più contemporanea
Finarte a Roma si sposta da Palazzo Odescalchi nella nuova sede di Palazzo Capranica del Grillo e riserva un’attenzione particolare alle ricerche artistiche contemporanee. La casa d’aste è presente dal 2017 a Roma, dopo esservi stata operativa già negli anni Settanta, per poi consolidare più di recente la propria presenza anche attraverso la fusione con Minerva Auctions e ora con uno spazio tutto nuovo. Ci siamo fatti raccontare i dettagli da Georgia Bava, Capo Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea a Roma cosa accadrà.
Ci racconta le novità di questo presidio e le caratteristiche dei nuovi spazi, anche in rapporto con la sede milanese?
In linea con la modernità e la neutralità della sede milanese di Finarte, un’enorme white cube che ricorda i grandi spazi bianchi e luminosi del Guggenheim, anche per la nostra nuova sede romana si è scelto un’architettura moderna, diversificata in più ambienti, dove sarà possibile esporre, anche contemporaneamente, persino diverse tipologie di opere. Rispetto all’antico Palazzo Odescalchi, inoltre, dove l’allestimento nei due grandi, bellissimi, saloni affrescati strideva però, a tratti, con le opere d’arte moderna e contemporanea, le nuove sale di Palazzo Capranica del Grillo ci consentiranno sicuramente di valorizzare al massimo le opere esposte.
Quali potenzialità avete intravisto nel mercato romano?
Il mercato romano è sempre stato considerato prevalentemente come fonte di approvvigionamento delle opere, ma oggi, grazie al web, non esistono più confini e il mercato romano può competere ad armi pari anche nella vendita con quelli delle maggiori piazze internazionali.
In quali reparti si articolano oggi gli incanti offerti da Finarte?
Tra Roma e Milano copriamo praticamente tutti i settori del collezionismo, dall’Arte Moderna e Contemporanea agli Autografi e ai Manoscritti, dalle Automobili di prestigio ai Dipinti Antichi, Dal Fashion al Design, dai Gioielli ai Libri Antichi, dall’Ottocento alla Fotografia d’autore, dall’Arte Orientale ai Fumetti, dagli Argenti all’Antiquariato e dai Vini pregiati alla Numismatica.
Dopo le vendite tra 6 e 7 maggio dedicate al Fumetto, partirete con una tre giorni tutta dedicata all’arte moderna e contemporanea il 18-19-20 maggio. Quanto è rilevante questo settore per Finarte?
Negli ultimi venti anni le aste di arte moderna e contemporanea sono diventate in tutto il mondo quelle di maggior traino e con i risultati più elevati. Quelle che svolgiamo sia a Roma che a Milano sono in continua crescita e sempre più competitive e costituiscono uno dei fiori all’occhiello della nostra casa d’aste.
Quali in particolare gli highlights della sessione di metà maggio?
La copertina del nostro catalogo d’asta è un tributo a Venezia e alla riapertura della Biennale con una bellissima veduta della città dell’artista iperrealista americano Richard Estes. Nel corso della sessione presenteremo tre importanti collezioni private: quella di Guglielmo Battistoni, dove figurano due rari dipinti figurativi di Guglielmo Capogrossi e una scultura in legno, storicamente importantissima, di Pietro Consagra, Forma I, del 1947; quella di Loreto Soro, amico e collaboratore di numerosi artisti, da cui provengono ad esempio alcune interessanti carte di Cy Twombly e poi alcune opere di Dino Buzzati, dalla collezione di Andrea Vignati, tra cui l’emblematico Il Babau, uno dei suoi dipinti più conosciuti.
E poi?
Seguono alcuni importanti dipinti, disegni e sculture dei maggiori artisti italiani e internazionali, insieme a una rara raccolta di ceramiche d’autore con manufatti di Lucio Fontana, Salvatore Meli e Fausto Melotti, solo per citarne alcuni, e a una sezione dedicata ai gioielli d’artista. Per finire, l’ultimo giorno vedrà gli oltre 400 lotti della seguitissima asta di Grafica Internazionale e di Multipli d’Autore, settore che avvicina molti giovani al mondo del collezionismo e che riserva sorprese anche per gli appassionati più selettivi, con opere di grande richiamo, come la rara e attualissima serigrafia a colori di Bansky, Applause, del 2006, un accorato appello contro tutte le guerre.
Quali sono stati gli effetti della pandemia sulle vostre modalità operative e quanto ha influito sui vostri progetti, che oggi trovano realizzazione anche in questa nuova sede?
Durante il primo lockdown abbiamo osato e il nostro coraggio è stato premiato. Avevamo a Roma in calendario un’asta di Arte Moderna e Contemporanea ad aprile, che stavamo preparando quando il Covid si è affacciato sul mondo, ed un’altra di Grafica Internazionale e di Multipli d’Autore, prevista addirittura per il mese di dicembre.
Cosa avete fatto allora?
Con il consenso di tutti i proprietari, ho anticipato ad aprile quella di Grafica e spostato a maggio quella di Arte Moderna e Contemporanea: sono state entrambe due grandissimi successi, inaspettati e tanto più apprezzati proprio perché assolutamente imprevedibili. Lì abbiamo testato l’efficacia e l’enorme potenzialità offerte dalla rete, e la lungimiranza del nostro presidente e del nostro amministratore delegato, che in questi ultimi anni avevano investito grandi risorse economiche nel digitale, consentendoci di essere tra i pochi pronti per affrontare la nuova situazione con i mezzi tecnici ed il know how adeguati. Oggi che le aste sono frequentate da tutti prevalentemente sul web, la sala d’aste della nuova sede è certamente più contenuta nelle dimensioni, ma tecnologicamente molto più all’avanguardia e questo ci permetterà sempre di più di raggiungere ogni angolo del mondo.
– Cristina Masturzo
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