Christie’s sposta l’asta Thinking Italian da Londra a Parigi

La Thinking Italian, segmento di Christie’s dedicato all’arte contemporanea italiana, dopo 22 anni lascia Londra per approdare a Parigi in occasione della settimana in cui esordisce la fiera Paris+ organizzata da Art Basel

Sin dalla sua prima edizione la Thinking Italian, il segmento dedicato all’arte contemporanea italiana lanciato dalla casa d’aste Christie’s nel 2000, è stato uno degli appuntamenti più attesi delle aste londinesi di metà ottobre. Quest’anno, però, non sarà più ospitata a King Street e si appresta ad approdare per la prima volta nella Ville Lumière quale evento centrale della settimana dell’arte parigina. In occasione della prima edizione della fiera Paris + par Art Basel, dal 20 al 23 ottobre, Christie’s ha deciso di lanciare strategicamente un ciclo di aste per imprimere la propria presenza anche sul mercato d’oltralpe e specialmente su Parigi considerata sempre più quale principale avamposto commerciale in Europa. Dopo l’adozione definitiva della Brexit, la capitale francese è diventata per molte gallerie e case d’aste un centro nevralgico per il mercato dell’arte del vecchio continente, vista anche la flessibile normativa riguardo all’esportazione delle opere d’arte, le cui soglie di valore, strumentali per consentirne l’uscita dallo Stato, sono state di recente innalzate.

LA MAPPA ROSA DI BOETTI ALLA THINKING ITALIAN

Avant-Garde(s) including Thinking Italian sarà dunque presentata da Christie’s il prossimo 20 ottobre a Parigi e sarà una sessione caratterizzata dall’ampio spazio dedicato agli artisti italiani delle avanguardie del secondo Novecento. Tra i lotti selezionati spicca una sensazionale Mappa (1979) di Alighiero Boetti realizzata su un singolare sfondo rosa e proposta per la prima volta sul mercato. Il colore è in realtà frutto di un errore: le tessitrici che lavoravano all’arazzo avevano infatti finito il blu, ma Boetti ne fu così entusiasta che da quel momento in poi decise di non fornire loro più istruzioni vincolanti sul colore da usare per l’oceano, ma le lasciò libere di usare quello che preferivano.

GLI ARTISTI ITALIANI E INTERNAZIONALI DA CHRISTIE’S

La scuderia di maestri italiani presenti in catalogo vanta poi diversi altri nomi granitici per il mercato: Melotti, Castellani, Schifano, Calzolari, e poi l’immancabile Lucio Fontana presente con diversi lavori, tra cui un materico ed immenso Concetto Spaziale (1960). A comporre il catalogo poi, insieme ai colleghi dello Stivale, anche una platea di artisti internazionali di assoluto rilievo a partire da Joan Mitchell e dal suo Sans Titre (1992) stimato 4 milioni di euro. Si fa notare, inoltre, 6.2.26 (1996) del cinese Zao Wou-Ki e poi, come giusto che sia, sipario alzato anche per gli artisti di casa, i francesi Pierre Soulages, Fernand Legér e Jean Dubuffet, per citarne alcuni. Il giorno successivo, il 21 ottobre, toccherà al segmento Art Moderne e al suo corposo catalogo di 134 lotti guidato da Célébration du nu vert (1982) di Marc Chagall e con molte opere in arrivo da prestigiose collezioni private.

Alberto Burri, Cretto (1977). Courtesy of Christie's

Alberto Burri, Cretto (1977). Courtesy of Christie’s

IL CAMBIO DI ROTTA DELLA THINKING ITALIAN

“Mentre gli artisti italiani diventano sempre più internazionali, abbiamo sentito il bisogno di andare avanti con il tradizionale format Thinking Italian che quest’anno per la prima volta sbarca a Parigi con la vendita di Avant-Garde durante la Paris+ par Art Basel”, questo il commento di Mariolina Bassetti, presidente della sezione arte del dopoguerra e contemporanea continentale Europa, nonché presidente di Christie’s Italia. Effettivamente, attraverso la creazione della Thinking Italian, Christie’s mirava a chiudere in uno scrigno diverso dagli altri l’arte contemporanea italiana, sia per esaltarne valore e qualità, sia per distinguerla dal mercato internazionale. Con questo cambio di rotta che inaugurerà a Parigi il prossimo 20 ottobre, la Thinking Italian viene assorbita da un più ampio segmento, quello delle avanguardie contemporanee, in cui gli artisti italiani non sono più protetti da un comparto a sé stante, ma rilevano quali componenti attivi di un catalogo di portata globale. Dunque, l’arte italiana continuerà a “pensare” nella sua lingua madre, ma magari inizierà a parlare global.

Antonio Mirabelli

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Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli si è laureato in giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli di Roma e nello stesso ateneo ha frequentato la Scuola di Specializzazione per un biennio. Avvocato e appassionato di arte, matura esperienza nel campo del Wealth management come…

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