Artgenève 2023. Ecco com’è andata la fiera di Ginevra secondo i galleristi
Le opinioni, i risultati e le vendite nelle parole delle gallerie italiane e internazionali che hanno partecipato alla fiera ginevrina, tra presenze istituzionali e collezionisti privati
Una fiera di dimensioni contenute, ma efficiente, curata e dal respiro internazionale. Con una buona presenza del collezionismo sia privato che istituzionale e museale, capace di rispondere con attenzione alle diverse proposte e di spingere avanti le vendite delle novanta gallerie partecipanti. E una città intorno che offriva un palinsesto di eventi, mostre e progetti speciali ben congegnati e di successo. Così è apparsa da subito la nuova edizione di Artgenève appena conclusa, tra le prime fiere d’arte a dare avvio al calendario del nuovo anno. In attesa dell’appuntamento a Bologna per la nuova Artefiera, abbiamo raggiunto i galleristi italiani e stranieri a Ginevra per farci raccontare come sono andate le vendite e più in generale come è stata la fiera ginevrina.
LE VENDITE DELLE GALLERIE INTERNAZIONALI A GINEVRA
Con la fiera ancora in piena attività, Richard Saltoun, la galleria londinese con una sede anche a Roma, ci ha raccontato di aver venduto subito più della metà delle opere in stand, tra cui tantissime di Romany Eveleigh, i cui prezzi variano dai 4.500 ai 200.000 €, un’opera di John Latham (€ 40.000), un’altra di Sandro Chia (€ 12.000), e due opere di Alexander Brodsky e Ilya Utkin (i cui prezzi variano dai 5.000 ai 10.000 €). Ed entusiasta è stato anche Victor Gisler, fondatore della Mai 36 Galerie: “Siamo felici di aver sperimentato la ‘swissness’ di ArtGenève con le sue efficienti infrastrutture e organizzazione. Con le sue dimensioni contenute, gli ampi spazi e i tanti espositori provenienti soprattutto svizzeri, francesi e italiani la fiera è molto apprezzata da collezionisti e visitatori”. La galleria ha portato a termine trattative importanti per artisti svizzeri più maturi come Pia Fries e Albrecht Schnider, che sono entrati in collezioni pure svizzere, insieme ai più giovani come Marcus Saile e Sam Bakewell (prezzi tra i 4.200 di Sam Bakewell e i 15.000 euro di Pia Fries). Interesse sostenuto poi per Irma Blank, ora anche in scuderia da Mai 36, e per il raro lavoro di Rémy Zaugg. La storica galleria francese Templon ha potuto festeggiare una vendita di François Rouan per 150.000 euro, così come il grande successo per le sue artiste – con vendite realizzate per Chiharu Shiota (tra 60.000 e 90.000 euro), Prune Nourry (60.000 euro), Jeanne Vicerial (15.000 euro) – e per diversi dipinti di Jan Van Imschoot acquisiti in un range tra i 40.000 e i 60.000 euro.
LE VENDITE DELLE GALLERIE ITALIANE AD ARTGENÈVE
Si dichiara soddisfatta anche la Galleria Enrico Astuni, già pronta a tornare a Ginevra anche alla prossima edizione della fiera e che in booth aveva un progetto dal titolo Flair composto da opere di Carla Accardi, David Medalla, Maurizio Nannucci e Gianni Piacentino. Al suo fondatore la fiera è sembrata da subito “molto bella, curata, con un forte respiro internazionale. Il livello delle proposte è alto e si percepisce una forte presenza di musei e istituzioni, con la presenza di molti direttori e curatori in visita agli stand”.
Anche la gallerista milanese Monica De Cardenas conferma la presenza istituzionale nei corridoi di Artgenève e ha così commentato: “Pur essendo, almeno al momento, una fiera relativamente di piccole dimensioni Artgenève si è affermata come un appuntamento interessante, molto ben presentato e organizzato. Il pubblico mi è parso attento e coinvolto. Abbiamo incontrato molti visitatori e tra questi anche direttori di musei e fondazioni e curatori di collezioni private bancarie, soprattutto svizzere”. La galleria, fresca di festeggiamenti per i 30 anni dall’apertura, esponeva opere di nove dei suoi artisti: Stephan Balkenhol, Chung Eun Mo,Gianluca Di Pasquale, Francesca Gabbiani, Franz Gertsch, Alex Katz, il duo Lutz & Guggisberg, Barbara Probst e Christine Streuli. E la proposta è stata apprezzata, con un bilancio positivo per le vendite realizzate, da un grande cartone di Alex Katz, Zen 1, del 2020 a un dipinto dell’artista sudcoreana Chung Eun-Mo, Intersections. Insieme a una xilografia di Franz Gertsch, un grande collage di Francesca Gabbiani e un quadro del 2022 di Christine Streuli. Opere di artisti “diversi come età, produzione, stile e tecniche e, dunque, anche come fascia di mercato: più alta ovviamente per quanto riguarda il lavoro di Alex Katz, ma anche in un range tra i 5.000 e i 30.000 euro”.
VENDITE E MOSTRE ISTITUZIONALI PER GLI ARTISTI DEGLI ESPOSITORI ITALIANI
La bolognese P420 presentava all’appuntamento ginevrino una selezione di opere di Irma Blank, Laura Grisi, Paolo Icaro, Ana Lupas, Piero Manai, Francis Offman e Pieter Vermeersch. Sul piano delle vendite ottimi sono stati i riscontri per Francis Offman (prezzi dai 5.000 ai 12.000 €), che è entrato in una delle più importanti collezioni di Montecarlo. Mentre almeno due delle artiste di scuderia erano presenti anche in mostre istituzionali in città. “Siamo felici di aver avuto due presenze importanti nei musei cittadini. La personale di Laura Grisi al MAMCO è stata molto apprezzata e l’interesse nei confronti del lavoro dell’artista è stato confermato anche in fiera”, ci hanno infatti segnalato da P420. “La partecipazione di Ana Lupas al CAC all’interno della mostra Chrysalis The Butterfly Dream curata da Andrea Bellini, Sarah Lombardi e Sara de Chiara ha suscitato curiosità nei confronti dell’artista rumena, che avrà una sua personale il prossimo anno allo Stedelijk Museum di Amsterdam e che viaggerà poi al Kunstmuseum Liechtenstein”.
“Siamo molto soddisfatti di ArtGenéve”, ci ha raccontato anche Alessia Calarota, direttrice e proprietaria di GAM Galleria d’Arte Maggiore di Bologna, “è una fiera giovane e fresca con un pubblico internazionale di collezionisti seri e preparati, ma anche di tanti che si avvicinano al nostro mondo con la voglia di iniziare a collezionare e a capire l’arte. Thomas Hug, il direttore, ha sempre idee divertenti, capaci di coinvolgere un pubblico sempre più ampio. Abbiamo ricevuto, ad esempio, la visita di un museo svizzero che ha uno stand in fiera, dove acquista le opere per la sua collezione permanente e con quelle stesse costruisce il suo stand”. In termini di vendite buoni i riscontri del collezionismo per Giorgio Morandi e Massimo Campigli, ma anche per Joel Meyerowitz, White Bottles, 2015, 12.000 euro, e Claudine Drai, Untitled, 2022, 18.000 euro.
“Per adesso si conferma una fiera con un ottima organizzazione tecnica e curatoriale”, ci ha raccontato ABC-ARTE, la galleria di Genova con una seconda sede appena inaugurata a Milano. In stand a Ginevra, una rivisitazione in chiave contemporanea di artisti impegnati nella pittura analitica o fondamentale attraverso una mostra collettiva di Giorgio Griffa, Tomas Rajlich e Jerry Zeniuk (gli ultimi due saranno anche al centro del progetto per l’imminente Artefiera a Bologna, insieme ai due maestri italiani Nanni Valentini e Michele Zaza). Fino alla giornata di venerdì la galleria aveva realizzato due vendite per Zeniuk, una per un’opera di Griffa degli anni ’70 e un’altra per un lavoro recente di Tomas Rajlich, in un range di prezzi tra i 18.000 e i 25.000 CHF, mentre nel weekend erano aperte diverse trattative su opere più grandi e in generale la proposta sembrava aver suscitato interesse e partecipazione in collezionisti già noti o nuovi.
I RISULTATI E LE OPINIONI DELLE GALLERIE ITALIANE AD ARTEGENÈVE
A arte Invernizzi era presente quest’anno ad Art Genève con una mostra personale di Rodolfo Aricò, che ha suscitato “un riscontro molto positivo da parte del pubblico”, come segnalato dalla galleria, che aveva in stand opere anche di altri artisti italiani e stranieri di differenti generazioni: François Morellet, Gianni Asdrubali, Philippe Decrauzat, Francesco Candeloro, Günter Umberg, Dadamaino e Nelio Sonego. Al primo giorno di apertura della fiera erano già andate a buon fine le trattative per opere di Aricò e Umberg, con range di prezzi da 15.000 a 30.000,00 €.
Vendite concitate si sono susseguite poi al booth di 10 A.M. ART di Milano, in fiera con un progetto che spaziava dagli anni ’30 agli anni ’70 dedicato all’arte cinetica e non solo, con opere di Marina Apollonio, Mario Ballocco, Ennio Ludovico Chiggio del Gruppo N, Claudio D’Angelo, Franco Grignani e Luigi Veronesi. E i commenti a caldo sul primo giorno di apertura della fiera sono stati entusiasti: “Siamo già molto soddisfatti, abbiamo avuto grande riscontro il giorno dell’opening. La fiera è in generale di grande qualità e molto internazionale, con collezionisti arrivati anche dalla Germania e dalla Francia, insieme agli italiani e agli svizzeri e a qualche americano”. Numerose le vendite, dicevamo in apertura, in particolare per due reticoli di Mario Ballocco del 1949 e del 1951 con prezzi di listino di 32.000 euro ciascuno e di Effetti indotto di contrasto e di assimilazione di tonalità complementare al rosso scuro, 1968, 39.000 euro. Entro i 15.000 invece Claudio D’Angelo, TMS/U/2, 1968 (12.500 euro) e Luigi Veronesi, con Composizione n.33 del 1938, Composizione F5 del 1972 e Costruzione F11 del 1941, vendute tra 12.000 e 14.000 euro, a cui si sono poi aggiunte anche le acquisizioni di altre due opere degli anni ’30 per 9.000 euro.
Da Primo Marella il display per la fiera era invece dedicato alla ricerca della galleria sul continente africano dalla textile art alla recycling art, dal ritratto all’astrazione. “Lo stand è stato recepito molto molto bene”, ci ha detto il gallerista. Ripagando l’impegno di condivisione della conoscenza acquisita sia in termini di vendite da parte di collezionisti che già seguono l’attività della galleria milanese, sia per l’attenzione del pubblico e di critici e curatori. Dalla selezione di opere esposte i cui prezzi andavano da 5.000 a 45.000 euro, le vendite hanno interessato in particolare i lavori di Gaston Hako (intorno ai 5.000 euro) e Joël Andrianomearisoa (15.000 euro).
Cristina Masturzo
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