Lucian Freud: la grande mostra a Londra e gli ottimi risultati in asta
La National Gallery di Londra ospita una grande retrospettiva del pittore inglese Lucia Freud. Mostra che poi si sposterà a Madrid. Nel frattempo, le sue opere continuano a essere battute a cifre importanti nelle aste
And the Bridegroom di Lucian Freud (Berlino, 1922 – Londra, 2011) è una delle opere che di certo resta più impressa nello sguardo di chi ha la fortuna di attraversare le sale della National Gallery di Londra, dove fino al 22 gennaio 2023 è in corso New Perspectives, prima grande retrospettiva dedicata negli ultimi dieci anni al pittore tedesco naturalizzato britannico.
LA MOSTRA SU FREUD A LONDRA
A non molti giorni di distanza dall’opening della National Gallery e sempre a Londra, un frammento di quella stessa opera, di non minor fascino, è stato tra i lotti più contesi nella sale room di Sotheby’s in New Bond Street durante la Contemporary Art Evening Sale del 14 ottobre. Da una stima tra i 700mila e il milione di sterline, And the Bridegroom (first version, fragment) del 1993 ha trovato un nuovo proprietario per quasi 2 milioni di sterline.
Organizzata dalla National Gallery in collaborazione con il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, dove la mostra si sposterà dopo la prima tappa inglese, New Perspectives raccoglie oltre sessanta opere realizzate da Lucien Freud in più di settant’anni di carriera. E di completa adesione e dedizione alla pittura. Dai lavori degli esordi alle più note, enormi tele in cui a essere ritratto è stato l’intero mondo che intorno a Freud gravitava. Personaggi pubblici, dell’arte e non, si sono sempre alternati nelle sue rappresentazioni, con quella resa della carne e dell’umanità dei soggetti che ha conferito all’artista il posto che gli spetta nella storia dell’arte.
LA PITTURA DI FREUD
And the Bridegroom, anche in frammento, ne è solo una delle tante testimonianze. Protagonisti di questa prima versione di un tema più che ricorrente nella produzione di Freud sono Leigh Bowery e Nicola Bateman, ritratti per anni dal pittore. L’opera prende il titolo da un componimento di Housman, Epithalamium. Un epitalamio, ovvero un canto nuziale che nel mondo antico greco e poi romano celebrava l’unione degli sposi e la loro futura felicità. La sorte non è stata così generosa invece con Bowery, che morì di AIDS a pochi mesi dal matrimonio con Nicola Bateman nel maggio del 1994. Resta quest’opera, con le altre, a testimonianza di un legame di amicizia profonda, oltre che testamento di Freud sul valore della pittura che per lui fu sempre quello di “un’intensificazione della realtà”.
Cristina Masturzo
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #31
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