Le tendenze sul mercato dell’arte emerse nel 2022

Com’è andato il mercato dell’arte nel 2022? Cosa ci aspetta nei prossimi anni? Ecco cosa rivelano i dati riportati da Deloitte nel report appena pubblicato

Nel suo nuovo report sul mercato dell’arte e dei beni da collezione, la società Deloitte ha identificato il 2022 con due parole: fireworks e opacity. I record esplosivi dello scorso anno, infatti, hanno generato un gran clamore ma, come tutti i fuochi d’artificio, hanno lasciato dietro di sé non poco fumo: sebbene il 2022 sia stato uno dei migliori anni per quanto riguarda il mercato dell’arte e dei beni da collezione, l’ultimo trimestre ha evidenziato una certa timidezza dal lato della domanda. Inoltre, anche i successi vanno messi in prospettiva: il ritorno a un mercato pienamente in presenza dopo anni di restrizioni e digitale obbligato, unito all’ingente disponibilità di liquidità dovuta alle politiche monetarie delle banche centrali per far fronte all’attuale crisi, ha di certo agevolato una fiorente ripresa.
Tra risultati d’asta siderali, la poco rosea situazione degli NFT e approfondimenti sull’inclusività del mercato, il report di Deloitte delinea una panoramica quantitativamente e qualitativamente esaustiva, una buona base di partenza per riflettere sui possibili sviluppi dei prossimi anni.

Alberto Villa

Per scaricare il report: https://www2.deloitte.com/it/it/pages/private/events/art-finance-report-2023.html

IL MERCATO DELL’ARTE TRA VECCHIE E NUOVE PIAZZE

In base ai dati di Deloitte, nel 2022 il fatturato del mercato dell’arte e dei beni da collezione è cresciuto del 12% per le principali case d’asta internazionali (Christie’s, Sotheby’s e Phillips), con un impatto strategico delle aste “single owner”. Per quanto riguarda la distribuzione geografica del mercato, il report sottolinea un generale calo delle piazze asiatiche, soprattutto se confrontato con gli ottimi risultati dei due anni passati. Vale la pena ricordare che l’Asia, e la Cina in particolare, sono state le prime aree a uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia; tuttavia, le nuove restrizioni sanitarie imposte dal governo cinese hanno contribuito a un 2022 sotto le aspettative. Se la quota di mercato asiatica si attesta al 10,6% ‒ con un fatturato in calo del 31,6% rispetto al 2021, sebbene confermi una tendenza positiva rispetto al 2018 (+9,7%) –, il 2022 è stato l’anno della ripresa statunitense e londinese, i cui fatturati d’asta per la pittura crescono rispettivamente del +35,6% e 31,9%. Anche le piazze europee registrano un fatturato positivo, sempre per questo specifico segmento, nonostante una perdita di quota di mercato, che passa dal 4,8% del 2021 al 4,1% del 2022. A trainare le aste europee è ancora Parigi, nuova indiscussa capitale del mercato del Vecchio Continente.

Fatturato per aree geografiche (2020 2022). Fonte Il mercato dell'arte e dei beni da collezione, Deloitte, 2023

Fatturato per aree geografiche (2020 2022). Fonte Il mercato dell’arte e dei beni da collezione, Deloitte, 2023

LE NUOVE FIERE TRA 2022 E 2023

Il 2022 è stato anche l’anno delle nuove fiere: i successi di Paris+ par Art Basel e Frieze Seoul hanno consolidato l’ascesa della piazza francese e coreana. Altrettanto emergente è la sfidante di Seoul per la conquista delle quote perse da Hong Kong: Singapore ha lanciato a inizio 2023 la prima edizione di Art SG, nuova fiera che ha attirato l’attenzione del sud est asiatico e di tutto il mondo dell’arte.

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Il booth di Massimodecarlo a Frieze Seoul 2022 (via Instagram). Courtesy Massimodecarlo gallery

I RISULTATI D’ASTA NEL 2022

La leadership di Parigi è poi confermata anche dalla presenza di incanti storici “rubati” alla capitale d’oltremanica: in particolare, l’importante Italian Sale di Christie’s approda nella Ville Lumière, lasciandosi alle spalle tanto Londra, quanto la Brexit. Tuttavia, il 2022 ne è la prova eclatante, è New York ad attrarre i maggiori capitali: la piazza americana ha conquistato i 5 top lot dell’anno passato, tutti venduti da Christie’s al di sopra dei 100 milioni di euro al pezzo. In vetta alla classifica, Andy Warhol con la sua Shot Sage Blue Marilyn del 1964, divenuta l’opera d’arte del XX secolo più costosa di sempre dopo essere stata aggiudicata per 195 milioni di dollari. Vincente la strategia di vendere all’incanto collezioni di illustri personaggi: il fatidico tetto del miliardo per una singola asta, infatti, è stato sfondato proprio dalla collezione di Paul Allen, venduta a novembre da Christie’s New York per più di 1, 6 miliardi di dollari. Il segreto del successo di queste aste, secondo Mariolina Bassetti (Chairman Post-War & Contemporary Art Continental Europe), è la possibilità di “creare una narrativa sulla storia della collezione stessa, con grande ritorno in termini di marketing. I collezionisti, inoltre, amano acquistare oggetti appartenuti a personaggi noti, che hanno impresso il proprio gusto sugli oggetti stessi, confermandone la qualità”. Tuttavia, è bene considerare che tali occasioni sono eventi non ricorrenti, che possono alterare i risultati d’asta medi.

Andy Warhol, Shot Sage Blue Marilyn, 1964

Andy Warhol, Shot Sage Blue Marilyn, 1964

I NUMERI DELLE MAGGIORI CASE D’ASTA

Se il 2022 è stato, senza dubbio, l’anno di Christie’s (che totalizza 8,4 miliardi di dollari in vendite, +17% rispetto al 2021, e che conquista il 56% del fatturato globale delle aste di pittura), anche Sotheby’s ha registrato un incremento, sebbene più contenuto (+9,5%, con un fatturato di 8 miliardi di dollari). Infine, Phillips chiude un anno white gloves (ovvero senza lotti invenduti) per la seconda volta consecutiva, con un fatturato di 1,3 miliardi di dollari (+8% rispetto al 2021).

Sotheby's, Old Masters Evening Sale, Londra. Courtesy Sotheby's

Sotheby’s, Old Masters Evening Sale, Londra. Courtesy Sotheby’s

NUOVI ACQUIRENTI SI AFFACCIANO SUL MERCATO

Un altro importante dato sottolineato da Deloitte nel suo report è l’aumento di giovani collezionisti: i millennial si affacciano sul mercato, portando con sé nuovi capitali, valori diversi rispetto alle generazioni precedenti e influenzando le operazioni di targeting delle grandi case d’asta. Dei nuovi clienti registrati da Christie’s e Phillips nel 2022, un terzo hanno meno di quarant’anni. Sotheby’s registra addirittura un aumento non indifferente di acquirenti sotto i vent’anni, interessati soprattutto ai beni da collezione (in particolare borse, sneakers, orologi e vini).

miart 2023, Foto: Irene Fanizza

miart 2023, Foto: Irene Fanizza

L’INVERNO DEGLI NFT

Per quanto riguarda il mercato degli NFT, si sta osservando un periodo di raffreddamento: dopo la fibrillazione scoppiata nel 2021 per questa nuova categoria di opere d’arte digitali, i trend negativi delle criptovalute hanno avuto conseguenze sulla fiducia degli acquirenti, portando a un volume di transazioni di NFT calante nel corso del 2022. Stiamo già assistendo al funerale della crypto-art? Non proprio. Le oscillazioni del mercato sono fisiologiche e i dati quinquennali di vendite NFT evidenziano comunque un trend, seppur rallentato, ancora positivo.

Adidas NFT wearables courtesy XS Multimedia

Adidas NFT wearables courtesy XS Multimedia

INCLUSIONE E PARITÀ DI GENERE

Il report di Deloitte non manca di offrire alcuni spunti su quanto il mercato delle aste possa ritenersi effettivamente inclusivo. Secondo i dati presentati dal Burns Halperin Report, a fronte di un’ingente crescita di presenza delle minoranze negli incanti, siamo ancora ben lontani dalla parità di genere. La presenza in asta di opere realizzate da artiste donne, per esempio, è aumentata del 176%; tuttavia, il loro fatturato si ferma solamente al 3,3% del totale. Le discrepanze sono ancora maggiori se si osservano i dati relativi ad artiste e artisti neri.

I dati sull'inclusione e la parità di genere. Fonte Il mercato dell'arte e dei beni da collezione, Deloitte

I dati sull’inclusione e la parità di genere. Fonte Il mercato dell’arte e dei beni da collezione, Deloitte

UNO SGUARDO AL FUTURO DEL MERCATO

Se le ultime aste del 2022 hanno dimostrato un raffreddamento delle precedenti esuberanze, i primi incanti del 2023 confermano questa tendenza: la dilagante inflazione e lo spettro della recessione che hanno colpito il primo quarto dell’anno sono rispecchiati dalla cautela dei collezionisti. Nelle aste di febbraio e marzo di Christie’s e Sotheby’s non sono mancati i grandi nomi che solitamente infervorano il mercato, da Picasso a Warhol, passando per Gerhard Richter. Tuttavia, raramente le stime sono state ribaltate in positivo e lotti con firme importanti (tra cui Schiele, Tracey Emin e Chagall) non hanno trovato acquirenti. Tra i maggiori risultati (al 16 aprile 2023) vi è quello di Murnau mit Kirche II di Kandinskij, venduto alla Modern & Contemporary Evening Auction di Sotheby’s a Londra per 37 milioni di sterline. Il mercato si dimostra decisamente cauto rispetto agli anni precedenti e, salvo particolari ribaltamenti geopolitici e socio-economici, è lecito aspettarsi un comportamento simile anche nei prossimi mesi. La linea tracciata dal Global Painting Index (l’indice che misura il fatturato del mercato della pittura) potrebbe quindi seguire lo stesso andamento discendente registrato in seguito al 2008: dopo un anno ancora resiliente come il 2022, e con la consapevolezza della difficile situazione finanziaria emersa in questi mesi, è probabile che il 2023 si riveli un anno di assestamento e privo di grossi rischi. Tuttavia, il fascino del mercato dell’arte risiede nella sua poca prevedibilità: solo il tempo rivelerà se i fuochi d’artificio del 2022 avranno prodotto più scintille o più fumo.

Global Painting Index. Fonte Il mercato dell'arte e dei beni da collezione, Deloitte, 2023

Global Painting Index. Fonte Il mercato dell’arte e dei beni da collezione, Deloitte, 2023

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Alberto Villa

Alberto Villa

Nato in provincia di Milano sul finire del 2000, si occupa di critica e curatela d'arte contemporanea. Si laurea in Economia e Management per l'Arte all'Università Bocconi con una tesi sulle produzioni in vetro di Josef Albers e attualmente frequenta…

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