Presentato il disegno di legge che punta finalmente a semplificare il mercato dell’arte in Italia

Il senatore Roberto Marti firma e presenta il DDL per semplificare le procedure del mercato dell'arte, riconoscendolo come settore strategico per l'Italia. Che sia la volta buona?

È stato presentato il 28 giugno 2023 dal senatore e presidente della Commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato della Repubblica Roberto Marti il disegno di legge in materia di semplificazione delle procedure e agevolazioni fiscali per la circolazione dei beni culturali. L’obiettivo? Il “rilancio dell’ecosistema artistico italiano”, si legge nelle disposizioni, “per consentire ai professionisti dell’arte del nostro Paese di competere alla pari con i loro colleghi europei anche incidendo sul taglio dell’IVA”.

MARTI: “IL COMMERCIO DELL’ARTE È UN SETTORE STRATEGICO PER L’ITALIA”

Attraverso le disposizioni presentate in Senato e contenute nel nuovo DDL si manifesta così l’intenzione, a livello istituzionale, di un rilancio economico del settore dell’arte e dell’antiquariato, attraverso alcune modifiche al Codice dei Beni Culturali per semplificare la disciplina sulla circolazione dei beni e ridurre le aliquote dell’imposta sul valore aggiunto. Riconoscendo il commercio dell’arte come “un settore strategico per l’Italia”, con un impatto economico annuale di quasi 4 miliardi di euro e quasi 40.000 persone occupate nel comparto (dati Nomisma Intesa Sanpaolo, Arte – Il valore dell’industry in Italia), in una nuova finestra di opportunità per l’Italia aperta dalla Brexit.

LE PROPOSTE DEL DDL PER LA CIRCOLAZIONE DELL’ARTE

Le proposte presentate nel disegno di legge impattano su alcune previsioni del Codice dei Beni Culturali, ma si esclude ogni eventuale ammorbidimento dell’attività di tutela sul patrimonio artistico esercitata a livello nazionale, provando però al contempo ad avvicinare la regolamentazione italiana alla media europea. Le principali aree di intervento interessate dal DDL sarebbero le soglie temporali e di valore per la circolazione dei beni culturali e la possibilità di rivedere le aliquote IVA ridotte per i beni d’arte. Proponendo in particolare (si legge nel disegno depositato in Senato) di adeguare a settant’anni, anziché a cinquanta, la soglia dei beni e degli strumenti di interesse per la storia della scienza e della tecnica ai fini dell’autorizzazione preventiva all’esportazione del bene e di fornire tempi certi al rilascio degli attestati di libera circolazione dei beni culturali.

UNA REVISIONE FISCALE PER IL MERCATO DELL’ARTE

Tra gli interventi di natura fiscale si individua l’opportunità aperta della direttiva (UE) 2022/542, che potrebbe riscrivere il funzionamento di meccanismi concorrenziali per l’Italia attraverso la possibilità di aliquote IVA ridotte  anche per le cessioni di oggetti d’arte, da collezione o d’antiquariato. Il DDL propone in particolare “l’esenzione dell’imposta sul valore aggiunto per le vendite fino 20.000 euro, di oggetti d’arte, di antiquariato, da collezione, importati e ceduti dagli autori, dai loro eredi o legatari; e la riduzione dell’aliquota dal 22 al 10 per cento per le cessioni di oggetti d’arte, da collezione o d’antiquariato, di valore inferiore uguale a euro 20.000, ceduti da soggetti diversi dall’autore o dai suoi eredi o legatari”. Ora non resta che seguire l’iter legislativo per capire se davvero questo DDL percorrerà agevolmente i suoi passaggi in commissione e poi finirà in Aula per essere approvato.

Cristina Masturzo

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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