Christie’s cancella la nuova vendita dei gioielli di Heidi Horten
La casa d'aste ha annunciato la sospensione dopo le accese polemiche per la compromissione della collezione d'origine con le razzie naziste
Lo scorso maggio 2023 la collezione di gioielli della collezionista austriaca di arte e preziosi Heidi Horten ha registrato da Christie’s a Ginevra un incasso da record di oltre 200 milioni di dollari. In calendario a novembre avrebbe dovuto esserci una nuova sessione di incanti dedicata ad altri preziosi della stessa raccolta, ma la casa d’aste inglese ne ha appena annunciato la cancellazione. Troppo pesanti le polemiche e il polverone sollevati dalle aste di maggio, per la provenienza della ricchezza all’incanto, nebulosamente vicina alle sopraffazioni naziste ai danni del popolo ebraico.
Cancellata l’asta di gioielli Horten
Ad aver tratto profitto dalla persecuzione hitleriana sarebbe stato il marito di Heidi Horten, Helmut Horten, membro del partito nazista che costruì la propria fortuna appropriandosi di diverse attività imprenditoriali indebitamente e violentemente requisite a persone ebree. In occasione delle vendite della scorsa primavera da diversi fronti si sono accese forti polemiche da parte di clienti, staff e associazioni ebraiche sulla condotta di Christie’s, che, sottovalutando l’impatto della dispersione della controversa eredità di Heidi Horten, avrebbe affrontato con leggerezza la necessità di fornire informazioni trasparenti sulla provenienza di quel tesoro. E così, dopo l’enorme risultato delle vendite di maggio e dopo una tempesta da incubo per la reputazione della casa, Christie’s ha ora deciso di sospendere una ulteriore sessione di vendita di altri 300 lotti dalla collezione Horten, che avrebbe dovuto tenersi a Ginevra il prossimo novembre.
Una collezione compromessa con le persecuzioni naziste
Un tema complesso, quello della provenienza delle opere d’arte così come dei collezionabili in generale, su cui le case d’asta e il mercato dell’arte stanno provando a darsi delle linee guida più rigorose, sollecitati anche da un’opinione pubblica poco disposta a fare sconti su ricchezze di dubbia origine. Una conferenza sponsorizzata da Christie’s al Tel Aviv Museum of Art e in agenda a dicembre era stata già annullata dagli organizzatori del museo lo scorso luglio, mentre da subito molte associazioni ebraiche avevano rifiutato le donazioni previste della casa inglese con una parte dei proventi. “Siamo felici che l’indignazione sollevata dalla vendita di Christie’s delle fortune illecite della Horten Foundation – derivata dal furto di proprietà ebraiche durante la Seconda guerra mondiale – abbia avuto un impatto sulla casa e l’abbia portata a cancellare la vendita in programma”, ha commentato David Schaecter, presidente della Holocaust Survivor Foundation USA.
Cristina Masturzo
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati