Mega-gallerie e impatto collettivo. I nuovi modelli di business proposti da Hauser & Wirth
È possibile un nuovo modello operativo e di business che metta al centro la collaborazione e non la competizione tra le gallerie d’arte? La pensano così Hauser & Wirth e Vassell di New York, che insieme scommettono in simultanea sulla pittrice Uman
Nelle ultime settimane due notizie che riguardano la mega-galleria Hauser & Wirth lasciano scorgere la possibilità di nuovi modelli di business e strategie operative per il comparto delle gallerie, che mettano al centro come prioritaria la collaborazione e non la competizione tra operatori più consolidati e quelli più giovani. Di cosa parliamo? Di almeno due casi in cui Hauser & Wirth ha deciso di rappresentare artiste già nelle scuderie di due gallerie emergenti, non soffiandole ai loro scopritori, come spessissimo accade, ma inaugurando un modello di collaborazione attento all’impatto collettivo della filiera.
Hauser & Wirth inaugurano un nuovo modello di collaborazione tra gallerie
È una nuova strada all’insegna della collaborazione quella aperta da un Golia del mercato dell’arte, quale può essere appunto un player del calibro di Hauser & Wirth, e uno o più Davide del sistema artistico. Che non sono così destinati a scontrarsi necessariamente quando arrivano a condividere l’interesse per un artista, ma possono accordarsi, supportarsi e puntare insieme alla valorizzazione di quel lavoro artistico. A New York, infatti, la mega galleria Hauser & Wirth e la giovane galleria di Nicola Vassell, aperta nel 2021, hanno deciso di adottare una visione di sistema e di sperimentare quello che nell’ambito filantropico si definisce “impatto collettivo”: una partnership formalizzata tra diversi soggetti operativi per un obiettivo comune. In questo caso specifico, al cuore dell’accordo c’è la gestione del lavoro di un’artista già rappresentata dalla galleria Vassell e a cui Hauser & Wirth era interessata. E allora, anziché lasciare che le cose andassero come spesso vanno e che fosse l’attore più muscolare a spuntarla a mani basse nella competizione, i due player hanno scelto invece la strada dell’alleanza nel rappresentare, insieme, la pittrice, di origini somale e attiva a New York, Uman. Non si tratta qui del caso di un artista che ha semplicemente più di una galleria a rappresentarne il lavoro, come sempre accade, e solitamente con divisioni su base geografica. Per Uman le due gallerie lavoreranno come un unico team, condividendo contatti e network e gestendone le opere con percentuali sul venduto del 25% per ciascuna e il 50% per l’artista stessa.
Le gallerie Hauser & Wirthe Vassel insieme per la pittrice Uman
Le prime intuizioni su questa possibile strategia risalgono all’immediato post-pandemia, quando Marc Payot, co-presidente della mega-galleria Hauser & Wirth, e la dealer Nicola Vassell di New York, con esperienze nel passato da Deitch e da Pace, hanno iniziato ad avere conversazioni sulle sfide dell’ecosistema delle gallerie d’arte, e su come, lungo strade produttive ed etiche insieme, si potesse evitare lo scenario diffuso e prevedibile di artisti che, ai primi progressi di carriera e di mercato, lasciano le scuderie di origine per indossare le casacche delle più consolidate e munifiche mega-gallerie globali. “Abbiamo avuto molto tempo per pensare durante la pandemia”. ha dichiarato Payot ad ARTnews, “e ho realizzato che il mondo dell’arte è configurato così che poche grandi gallerie riescono ad avere sempre più successo mentre per il resto del sistema è davvero difficile sopravvivere”. Ed ecco la soluzione di puntare sulla collaborazione, sull’impatto collettivo. “È un modo imprenditoriale di pensare in modo differente, per promuovere la carriera di un artista, da un lato”, continua Payot, “e dall’altro di supportare una galleria più piccola nel suo sviluppo”. “Quando hai un’artista di talento come Uman nella tua scuderia verrebbe istintivo di costruirle un muro intorno”, racconta Vassell, “ma conosco il lavoro abbastanza da sapere che non le puoi chiedere di restare dove è. E allora è meglio allargare piuttosto il tuo raggio d’azione e riconoscere le forze globali che agiscono nel mercato”.
Gli altri progetti collaborativi di Hauser & Wirth
Provando ad avere, nella sintesi tra galleria e mega-galleria, il meglio di entrambe. Come è accaduto ad esempio ad Art Basel Miami Beach, dove entrambe avevano lavori di Uman, con prezzi intorno ai $90,000. Mentre la prima mostra organizzata insieme sarà da Hauser & Wirth il prossimo gennaio 2024 a Londra. Marc Payot di Hauser & Wirth aveva dichiarato anche che quella con Vassel per Uman non doveva essere l’unica partnership orientata all’impatto collettivo e che altre ne sarebbero seguite. E non si è fatto attendere molto l’annuncio di un secondo percorso coopetitivo – e non competitivo – che viene riproposto ora anche con l’artista Ambera Wellmann. A rappresentare la pittrice di stanza a New York dal 2020 c’è già la giovane Company Gallery aperta da Sophie Morner nel 2015. Che ora dividerà il lavoro su Wellmann con Hauser & Wirth, alla ricerca di nuovi modelli con cui le gallerie giovani possono continuare a lavorare con artisti in crescita. “Se c’è qualcuno che può cambiarli questi modelli sono le gallerie come Hauser & Wirth”, ha evidenziato Morner, “se iniziano a pensare fuori dagli schemi a cosa può essere meglio per gli artisti. Perché lasciare una piccola galleria per una più grande non è sempre e necessariamente la scelta migliore”.
Cristina Masturzo
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